Minoli sono libero ecco la prova di L. Co.

Minoli: sono libero, ecco la prova SulT«Avanti!» una violenta critica al giornalista: «Imita la propria imitazione» Minoli: sono libero, ecco la prova // direttore Roberto Villetti: «E' soltanto un parere personale, non uri attacco del mia quotidiana Non voglio che sia il bollettino del partito, cerco di trasformarlo in un giornale di opinione» ROMA. Beccato, redarguito, contestato. E l'attacco parte proprio da dove nessuno, probabilmente nemmeno lui, se lo sarebbe mai aspettato: Franco Cuomo, il critico televisivo dell'ovanti!», ha cannoneggiato Giovanni Minoli, accusandolo, secondo la sintesi del titolo, di «imitare la propria imitazione». Bel colpo: il quotidiano socialista chi: attacca il socialistissimo Minoli. Con queste parole: «Qualunque cosa dica Giovanni Minoli si ha l'impressione che stia per mandare in onda uno scoop (...). Ne ha dato ancora un saggio lunedì sera, nell'introdurre dallo studio di "Mixer" le varie fasi di un servizio su Falcone, sottolineando di volta in volta cose di ordinaria amministrazione, come "ci siamo recati sul posto dell'attentato" (come tutti), "ecco che vi mostriamo il cunicolo dell'autostrada" (come tutti), "abbiamo intervistato la vedova dell'agente Schifani" (come tutti), "siamo andati alla procura di Caltanissetta" (come tutti). Ma, a differenza di tutti, Minoli ne parla come se la sua troupe fosse la prima a mettere il piede chissà - sulla luna». Che dice, Minoli, non ci si può più fidare neppure degli amici... Dico: finalmente. Finalmente una dimostrazione che il partito socialista fa la sua strada e io la mia. Lo ripeto sempre, che non ho mai avuto la tessera di nessun partito, che le mie simpatie politiche non hanno mai influenzato il mio modo di lavorare. Ecco, questa è la dimostrazione. Un'altra dimostrazione è che io non sono direttore di niente. Eppure tutti mi attaccano. Sarà perché sono bravo. O antipatico. Sarà perché sono di Torino: siamo antipatici, noi di Torino... Quell'articolo, comunque, è un punto a favore del critico dell'«Avanti!», che si dimostra libero da condizionamenti. No, scusi, è un punto a favore mio, che mi dimostro attaccabile: e quindi acquista maggior merito quello che ho sempre fatto. Cuomo lo ha colpito duramente: c'è un risvolto politico? E che ne so... Il vero risvolto è che lui (io non lo conosco neppure) è libero di scrivere quello che vuole. E io, a mia volta, faccio quello che voglio. Ma senta, ai tempi della gaffe sul falso scoop monarchia-Repubblica, r«Avantil» fu l'unico giornale che la difese. Non è vero, ricorda male: mi difesero anche «l'Unità» e il «Popolo», pensi un po', ognuno con motivazioni differenti. Che cosa risponde alle critiche? Mi chiedo: io sono un cronista, e allora perché se vado in un posto, sia un'autostrada, una pretura, un cunicolo, non lo devo dire? Io lo dico e lo dico come voglio, parlando chiaro: sono meglio quelli che fanno le frasi tutte contorte? La contestazione è: ogni volta sembra che si tratti di uno scoop e invece sono servizi che tutti hanno realizzato. Ma io non annuncio il falso: quello è semplicente il mio modo di fare. Né ho intenzione di cambiare. Lo dice anche Santoro, che non si può parlare di informazione tv senza tener conto di «Mixer»... Da quando Roberto Villetti dirige l'«Avanti!>>, l'informazione televisiva ha molto ampliato i suoi spazi, sul giornale. Così ampliati, direttore, da ospitare anche un attacco all'amico Minoli? Ma questo non è un attacco, è il parere personale di Franco Cuomo, critico televisivo, giornalista e scrittore. Lui esprime liberamente le sue opinioni. E basta. Io ci tengo che l'«Avanti!» non sia un bollettino di partito, ma un giornale d'opinione. Socialista. Ci sono delle zone franche, come le rubriche, dove chi scrive esprime se stesso, non fa l'intellettuale collettivo. A lei Minoli piace? Beh, sì. Insieme con Giuliano Ferrara, è l'unico che ha portato delle novità, nell'informazione tv. [al. co.]

Luoghi citati: Caltanissetta, Falcone, Roma, Torino