Hess, paura del veleno nella Torre di Londra

Hess, paura del veleno nella Torre di Londra Londra rivela con 25 anni di anticipo gli interrogatori del gerarca nazista catturato nel '41 Hess, paura del veleno nella Torre di Londra Rifiutava il cibo, era afflitto da manie di persecuzione LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dopo 51 anni comincia a squarciarsi il velo intorno a Rudolf Hess, uno dei più controversi personaggi dell'ultima guerra. Terzo nella gerarchia della Germania nazista dopo Hitler e Gòbbels, il 10 maggio '41 arrivò a sorpresa in Scozia, appeso a un paracadute, per un'improbabile «missione di pace», dopo essere scappato con un piccolo aereo da Berlino. Ieri il governo Major ha autorizzato la pubblicazione anticipata dei verbali degli interrogatori cui Hess venne sottoposto: i documenti, custoditi al Foreign Office, sarebbero dovuti restare segreti ancora per un quarto di secolo. Sono usciti così i primi dieci microfilm, un migliaio di pagine che saranno seguite in luglio da un ulteriore pacco di documenti ufficiali. Ma appunto perché ufficiali non rivelano, almeno per adesso, nessun intrigante «segreto di Stato». Ne esce confermata la tesi già nota: Hess fuggì all'insaputa di Hitler per trattare «una pace separata» con gli inglesi cer¬ cando di convincerli che «non sarebbero mai riusciti a vincere la guerra contro la Germania nazista». Il luogotenente del Fùhrer si riprometteva così di neutralizzare il nemico principale dei tedeschi, consentendo nel contempo a Londra di salvare il suo impero traballante. Dai verbali emerge inoltre che Hess non sarebbe stato al corrente dell'imminente invasione dell'Urss e quindi non ne avrebbe potuto informare anticipatamente Churchill, come accusano gli storici di Mosca. Quello che emerge dai verbali del Foreign Office non è un Rudolf Hess «matto», come si era voluto far credere in Inghilterra, ma un uomo profondamente depresso, patetico, quando si avvide che il suo piano di pace, «la sua grande idea», era miseramente fallito. Il Lord Cancelliere John Simon, che condusse i primi interrogatori, lo descrive «disperato per essersi reso ridicolo consegnandosi a noi, senza aver raggiunto lo scopo della sua missione che era di far la pace con la Gran Bretagna e rendere quindi un servizio al suo Fùhrer». Rinchiuso alla Torre di Londra, Hess fu preso da manie di persecuzione. Temeva torvamente tutto e tutti. Credeva che gli inglesi volessero avvelenarlo, facendo poi passare la sua uccisione per un suicidio. «Mi chiese di incontrarlo da solo racconta sir John Simon - e subito venne meno l'autocontrol¬ 10 che sfoderava in presenza di estranei. Era agitatissimo. Mi ripeteva che temeva di essere avvelenato; diceva che facevamo apposta un rumore assordante di notte per impedirgli di dormire e per farlo impazzire. Era un ipocondriaco e mentalmente instabile. Dopo che lo trasferimmo nella prigione della caserma di Aldershot autorizzandolo a prendere i pasti con i nostri ufficiali, faceva sempre in modo di scambiare il suo piatto con quello del vicino, per timore che il suo fosse avvelenato. E beveva soltanto acqua, perché diceva che il vino, 11 caffè o il tè potevano essere avvelenati. Con i medici, poi, si lamentava sempre di continui dolori allo stomaco: scriveva ai familiari in Germania e alla Croce Rossa in Svizzera dicendo che lo stavamo avvelenando». La prima cosa che aveva fatto in prigione era stato di chiedere un relitto del suo aereo caduto in Scozia e una copia dei Tre uomini in barca di Jerome, che lesse avidamente. Dopo la guerra Hess fu processato a Norimberga e trasferito nel carcere berlinese di Spandau per scontare l'ergastolo. S'impiccò il 17 agosto dell'87, a 93 anni. I «diari» che portava sul Messerschmitt precipitato in Scozia sono misteriosamente spariti. E i documenti più «sensibili» ancora non sono stati resi noti. Paolo Patruno Ignorava l'attacco imminente all'Urss: ' non avrebbe potuto riferirlo a Churchill Sopra Winston Churchill. A fianco Rudolf Hess: il gerarca era disperato per essersi consegnato al nemico