«Mosca ha pagato in armi un tesoro rubato a Beirut»

«Mosca ha pagato in armi un tesoro rubato a Beirut» Continua la pioggia di rivelazioni sui rapporti tra Urss e terroristi: Gorbaciov sapeva «Mosca ha pagato in armi un tesoro rubato a Beirut» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E dagli archivi dell'ex impero del male continua ad uscire un fiume di notizie scabrose. Le prove di un coinvolgimento di Gorbaciov nel finanziamento di gruppi terroristici, accusa lanciata dal ministro dell'Informazione di Eltsin Mikhail Poltoranin, non ci sono ancora, e l'ex Presidente dell'Urss mantiene un atteggiamento di sfida. Ma indiscrezioni e documenti pubblicati ieri da «Moskovskie Novosti» e dalla «Komsomolskaja Pravda» compromettono definitivamente la dirigenza sovietica pre-gorbacioviana con il terrorismo palestinese. E rivelano particolari imbarazzanti per lo stesso Gorbaciov. Al già noto finanziamento di organizzazioni politiche in tutto il mondo, nella lista dei segreti che il regime mai confessò si aggiungono così le forniture di armi e l'appoggio logistico a gruppi terroristici palestinesi, l'organizzazione «ad hoc» di manifestazioni di massa anti-americane e anti-israeliane in India. E l'acquisto di un enorme tesoro in gioielli e pietre preziose trafugato dalle banche libanesi all'inizio degli Anni Ottanta. Gorbaciov, afferma la «Komsomolskaja Pravda», era al corrente di questo ultimo «affare», valutato in «alcuni miliardi di dollari». Così come era al corrente, e sanzionava, l'attività spionistica nei confronti dei giornalisti stranieri basati a Mosca, «per ottenere le informazioni necessarie e per la tempestiva organizzazione della contro-propaganda» (documento firmato dall'allora capo del Dipartimento ideologico del Pcus, Aleksandr Kaptò, e inviato a Gorbaciov il 6 dicembre del 1988). Secondo documenti da noi ottenuti, inoltre, lo stesso ex leader del Cremlino approvò almeno fino al 1987 il finanziamento di gruppi guerriglieri nel Salvador e del partito iracheno di Saddam Hussein. Intendiamoci: dal punto di vista formale, nulla può essere per ora intrapreso contro Gorbaciov. Il finanziamento di regimi dittatoriali o di gruppi armati e «movimenti di liberazione» è una pratica comune a molti Stati, anche democratici, così come il controllo dei cittadini stranieri. Ma chi non impallidirebbe di fronte a queste carte? «Conformemente alla decisione del CC del Pcus, il Comitato per la sicurezza statale il 14 maggio 1975 ha consegnato ad una persona fidata dello spionaggio del Kgb - V. Haddad, capo del servizio operazioni estere del Fronte popolare per la liberazione della Palestina - una partita di armi di produzione estera e munizioni (58 mitragliatrici, 50 pistole, delle quali 10 con silenziatore, 34.000 munizioni). La consegna illegale delle armi è stata effettuata nelle acque neutrali del Golfo di Aden di notte, senza aver contatti, da una nave spia della Marina militare dell'Urss». Firmato: Andropov, allora capo del «Kgb». E' lo stesso Andropov a spiegare a cosa servivano quelle armi, nel suo precedente rapporto a Leonid Breznev, all'epoca leader massimo dell'Urss. «L'obiettivo principale delle azioni speciali del Fplp è accrescere l'efficacia della lotta del Movimento di resistenza palestinese contro Israele, il sionismo e l'imperialismo americano. (...) Le direttive principali dell'attività sovversivo-terroristica sono: il proseguimento con mezzi speciali della "guerra del petrolio" dei Paesi arabi contro le forze imperialiste che appoggiano Israele; la realizzazione di azioni contro il personale americano e israeliano in paesi terzi (...); la conduzione dell'attività sovversivo-terroristica sul territorio d'Israele; l'organizzazione di azioni sovversive contro il trust dei diamanti, i cui capitali principali appartengono a compagnie israeliane, inglesi, belghe e della Germania Occidentale. Attualmente il Fplp prepara una serie di operazioni speciali, tra cui attentati contro grossi depositi di petrolio in diverse regioni del mondo (Arabia Saudita, Golfo Persico, Hong Kong ecc.), la distruzione di petroliere e super-petroliere, azioni contro rappresentanti americani e israeliani in Iran, Grecia, Etiopia, Kenya, un assalto all'edifìcio del centro per i diamanti a Tel Aviv ecc.». E' chiaro che Gorbaciov non poteva liberarsi della pesante eredità di 70 anni di comunismo reale nella breve stagione della «perestrojka». Ma Poltoranin sostiene che fino al fallito «golpe» dell'agosto 1991, egli continuò a «esportare la rivoluzione finanziando il terrorismo internazionale con i nostri petrodollari». La storia del tesoro libanese venduto da un gruppo palestinese ali "Urss nel 1984, in questo senso, non aggiunge molto al quadro, ma illustra bene quello che il giornalista ha definito «il carattere mafioso» del sistema sovietico. Nella Beirut stravolta dalla guerra civile, decine di banche furono rapinate dai gruppi guerriglieri. Nel 1983 i rappresentanti palestinesi si misero in contatto con il «Kgb», offrendo una grossa partita di preziosi (valore «alcuni miliardi di dollari») in cambio di armi e denaro. «Dopo difficili trattative», i sovietici accettarono, consegnando ai palestinesi 6 milioni di dollari e armi per un valore complessivo di altri 18 milioni. Nel 1984, «una grande partita di preziosi orientali» arrivò al «Goskhran», l'ente sovietico per la conservazione di oro e preziosi. Un tale affare non poteva essere concluso senza una apposita decisione del Politburo del Pcus, il massimo organo del potere. Mikhail Gorbaciov ne era membro a pieno titolo dall'ottobre 1980. Fabio Squillante risti: Gorbaciov sapeva ® 0C0EA» ... a DM»»» W «W *Wm,°" r°°T**l>~ ,k ompm* Mataum « imi (l Mpm «■octp.now ow*u ■«*»-« iw ss -SS^.r^p-. —— i«m opjm» imp0m"» ■*""• .... » hmÌ» lawjfa* nit •Poto // tira» Ecco alcuni dei documenti che provano i rapporti tra Mosca e i terroristi: i rapporti di Andropov a Breznev sulle richieste di Haddad e sulle armi fornite al leader palestinese; e un elenco dei finanziamenti inviati alla guerriglia namibiana, del Salvador e al partito iracheno ■tif iftf 6u«A^t. j -tee e&v 4jl AHA ' UfO em $ th(j4t*e*u.<)) -Set) e&a ice I0OC40--,) Ecco alcuni dei documenti che provano i rapporti tra Mosca e i terroristi: i rapporti di Andropov a Breznev sulle richieste di Haddad e sulle armi fornite al leader palestinese; e un elenco dei finanziamenti inviati alla guerriglia namibiana, del Salvador e al partito iracheno