I mille trucchi del Colonnello astuto burattinaio del caos di Igor Man

I mille trucchi del Colonnello astuto burattinaio del caos DIARIO ARABO I mille trucchi del Colonnello astuto burattinaio del caos A Libia è alla vigilia di decisioni forti. Lo lasciano capire due segnali. Primo: un comitato rivoluzionario ha assunto il controllo dell'agenzia di stampa Jana, «per ristabilire un'informazione trasparente». Secondo segnale: il giornale dei comitati rivoluzionari attacca Gheddafi. In buona sostanza Al Jamahiria scrive che il colonnello è un visionario (mithali). Perché si ostina a cavalcare l'utopia dell'unità, della solidarietà araba mentre non esistono e non verranno mai in conseguenza degli «egoismi nazionalistici», bene inteso ciechi e antistorici, dei vari raìss che han lasciato solo il colonnello. Insomma, caro Gheddafi, hai sbagliato tutto, scendi dal cavallo della grandeur, inforca l'asino dell'umiltà. A prima vista i due segnali mortificano Gheddafi ma gioverà ripetere come nel mondo islamico, in quello arabo in particolare, biso- Ka distinguere sempre tra pparenza e la realtà. Subito dopo il tragico bombardamento voluto da Reagan nel 1986 per sbarazzarsi del grillo parlante di Tripoli, oliato come «nemico numero uno dell'Occidente», il coloiWSfip scomparve ^dalla, circolazione. Al suo posto, il maggiore Jallud teneva accese concioni antiamericane mentre il segretario di Stato Shultz aspettava con ansia dai suoi «referenti in Libia notizie clamorose». Ma era successo che Gheddafi da buon beduino s'era coperto il capo con un velo bianco per raccogliersi, nel deserto ovviamente, in preghiera e in me- con cogl men ditazione, piangendo la sua figlioletta (adottiva) uccisa dalle bombe americane. I «referenti» erano i soliti magliari del Medio Oriente ingrassati dai dollari americani. Tentarono di trascinare i tripolini nella piazza verde dove il popolo avrebbe dovuto, contestandolo, delegittimare il colonnello ma nessuno si mosse e Gheddafi è ancora lì. Nella Jamahiria libica vige il caos organizzato. Una sorta di permanente rivoluzione culturale mutuata da quella cinese. Sappiamo tutti (ma qualcuno lo aveva capito anche allora) che la rivoluzione culturale fu voluta da Mao e gestita dalla banda dei quattro per dare al grande vecchio tutto il potere su tutti. Mutatis mutandis, i segnali che abbiam visto si può presumere sia stato Gheddafi a farli lanciare. — ~ dere. jarare il terreno'a le decisione wChlegU^ ilmente, non pWp"iènGheddafi, infatti, è soltanto Al Qaid, la guida, una sorta di imam laico: chi decide è il popolo, attraverso i comitati popolari pungolati da quelli rivoluzionari (le guardie verdi di Gheddafi-Mao). Sabato si riunisce il Congresso del popolo libico (un Parlamento invero animoso): dovrà pronunciarsi prò o contro l'estradi¬ zione dei due presunti autori dell'infame strage di Lockerbie. Il siluramento del direttore e del vice direttore della Jana e i ripetuti attacchi del foglio dei comitati rivoluzionari possono significare una cosa soltanto: che Gheddafi inchinandosi alla volontà delle masse, lascerà che i due presùnti terroristi vengano estradati. Poniamo che questo avventuroso scenario ideato dal colonnello si realizzi: non per questo egli sarà uscito dal tunnel. Il fatto è che Stati Uniti e Gran Breta- !;na, ma soprattutto i primi Londra potrebbe contentarsi del mukajada, il baratto di Ginevra: preziose informazioni libiche sull'Ira in cambio di una rinnovata attenzione inglese per la pista siriana) vogliono sbarazzarsi di Gheddafi. Puramente e semplicemente. Il Dipartimento di Stato lo ha detto chiaro, anche di recente. Sicché se pure i due sospetti verranno estradati, avremo nuove tensioni in quel poderoso (e pauroso) assemblaggio di popoli e nazioni, di miseria e nobiltà, di ricchezza e pauperismo, di fondamentalismo e di modernismo che chiamiamo mondo arabo. 1 Anziché il nuovo, ordine vaticinato da Bush, ciattènde comunque un nuovo disordine. Dal Golfo all'Atlantico, e ciò mentre la mezzaluna islamica si arroventa: da Sarajevo al Cairo, da Khartum a Baku. «Se Dio vi aiuta nessuno può vincervi, ma se Dio vi abbandona chi poi vi aiuterà?» (Corano: III, 160). Igor Man lan

Luoghi citati: Baku, Cairo, Ginevra, Libia, Londra, Medio Oriente, Sarajevo, Stati Uniti, Tripoli