«Viva l'ltalia onesta!», preso con la tangente di Giovanni Bianconi

«Viva l'ltalia onesta!», preso con la tangente Aveva appena finito di pronunciare un'esaltazione della moralità nel ricordo di Giacomo Matteotti «Viva l'ltalia onesta!», preso con la tangente Arrestato a Roma assessore delpsdi mentre intasca 28 milioni ROMA. La sequenza si dipana nel giro di poche ore, drammatica e grottesca insieme. Nelle prime ore del mattino l'assessore provinciale Lamberto Mancini, 62 anni, esponente del psdi romano e nazionale, depone una corona d'alloro sotto la stele che ricorda Giacomo Matteotti, rapito e ucciso dai sicari di Mussolini giusto 68 anni fa. «Matteotti si batté fino alla morte - proclama l'assessore - contro quella cultura dell'illegalità che è così presente anche ai giorni nostri. In tal senso rappresenta un esempio imperituro per chi abbia a cuore l'ideale dell'Italia onesta». Finita la cerimonia Lamberto Mancini torna nel suo ufficio, ma alle 13 in punto attraversa il cortile del palazzo della Provincia con le manette ai polsi e due carabinieri ai lati. Nel cassetto della sua scrivania c'era una «mazzetta» da 28 milioni, tutti in banconote da centomila lire, appena riscossa. Ancora un paio d'ore ed ecco l'annuncio del segretario nazionale del psdi, Carlo Vizzini: Lamberto Mancini è stato espulso dal partito. «Provo profonda vergogna per questo arresto - dichiara Vizzini -, sento il bisogno di chiedere scusa per questo grave tradimento degli interessi della collettività». E' la cronaca dell'ennesimo arresto provocato dalle inchieste giudiziarie sulle tangenti che stanno scuotendo l'Italia. Mancini - assessore all'Industria e al Commercio, un passato da presidente della Provincia e con molti altri incarichi nel psdi e fuori - è accusato di concussione aggravata. Insieme a lui è stata arrestata anche la segretaria, Patrizia Aquilani, sua collaboratrice da 12 anni. Il pubblico ministero Cesare Martellino e i carabinieri della compagnia di Ostia sono arrivati a Mancini dopo la denuncia di Pietro Morelli, presidente della Confcommercio di Roma. E' stato il leader dei commercianti, infatti, a denunciare la richiesta di tangente avanzata dall'assessore. Per concedere alla Confcommercio un finanziamento di 200 milioni - ha raccontato Morelli - Mancini pretendeva una tangente del 20 per cento, 40 milioni. E visto che il pagamento non arrivava, s'era fatto avanti più di una volta, ricordando il suo interessamento personale perché quel finanziamento andasse in porto. Il presidente della Confcommercio non pagava, e Mancini insisteva. Ci sono anche i messaggi incisi sulla segreteria telefonica di Morelli: «Io sono una persona seria, e mantengo le promesse...». Ma è capitato male, l'assessore. Il presidente della Confcommercio romana, infatti, era sceso in guerra conto il «pizzo»: ad Ostia aveva installato una linea telefonica anti-racket e organiz¬ sato la serrata di 3500 commercianti contro le tangenti. Morelli ha spifferato tutto ai carabinieri, ed è scattata la trappola: la finzione di accettare il pagamento del «pizzo», l'appuntamento per il pagamento della prima rata (28 milioni), fissato per ieri mattina. Nell'ufficio dell'assessore s'è presentato un emissario con le banconote da centomila segnate una per una, e subito dopo è scattato l'arresto. «In flagranza di reato», come vuole la legge. Portato nella caserma dell'Arma di Ostia, Mancini è stato già interrogato dal giudice Martellino, sui 28 milioni e sui documenti contabili pieni di nomi e cifre sequestrati nel suo ufficio. Quando i carabinieri gli hanno messo le manette, alla Provincia qualcuno ha applaudito e gridato: «Martellino, sei il nostro Di Pietro!». Giovanni Bianconi

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