«Treemonisha» di Scott Joplin l'8 per la Stefano Tempia di Armando Caruso

AUDITORIUM AUDITORIUM «Treemonisha» di Scott Joplin V8per la Stefano Tempia TREEMONISHA ovvero «L'albero di Monisha», ritorna Torino, questa volta in una sede più degna: all'Auditorium, sede che sarebbe piaciuta anche al «povero» Scott Joplin, padre del ragtime, il compositore che tribolò non poco, in vita, per sbarcare il lunario e realizzare quest'opera che allora venne rappresentata senz'orchestra perché il musicista non aveva mezzi finanziari sufficienti per portare a termine l'orchestrazione. La Stefano Tempia la ripropone a distanza di qualche anno e con rinnovato entusiasmo. «Treemonisha» era arrivata in Italia all'inizio degli Anni Settanta e fu rappresentata a Venezia; sull'onda del successo venne proposta al Nuovo di Torino. Fu poi ripresa in Liguria sempre per il medesimo teatro, quindi Alberto Peyretti, che l'aveva già diretta, la riprese a Torino. Ora, finalmente, arriva all'Auditorium. In scena l'8 giugno alle 21,15 il soprano Maura Maurizio, che tanti meriti si sta guadagnando in Italia e all'estero (due settimane fa ha partecipato alla prima madritena di «Kaddish» di Léonard Bernstein), il mezzosoprano Monica Tagliasacchi (Monisha) il basso Franco Turicchi, che interprenterà i ruoli di Parson Altalk, Simon e di Zodzetrick. Il soprano Cinzia Rizzone (Lucy), Angelo Degli Innocenti che sarà Andy, Cephus Remus e il baritono Sergio Bensi che interpreterà Ned. Al pianoforte siederà Michele Frezza, voci recitanti saranno Vittoria Lotterò e Mario Brusa. La regia è sempre di Massimo Scaglione, ormai «padre» di «Treemonisha». Il coro è quello della Stefano Tempia, sul podio Ettore Moscatelli. Sarà una serata godibile, in cui la musica sincopata di Scott Joplin accompagnerà il canto di Treemonisha e dei suoi amici-nemici: perché alla fine tutto finisce in gloria, come si conviene nelle fiabe più tenere, in cui l'amore vince sempre. «La versione presentata all'Auditorium è - avverte Alberto Olivero - in una posizione intermedia tra la prima del 1915 e la grandiosa esecuzione al Teatro di Huston. E l'accompagnamento dell'opera, perché di opera si tratta, realizzata da Arrigo Tornasi, alterna l'accompagnamento pianistico che è poi la versione originale, a quello delle prime jazz-band»: che non intendeva offrire modelli spettacolari, ma soltanto l'adesione totale a quel modo di suonare e far musica tipico dei più autentici musicisti jazz dell'epoca. Armando Caruso

Luoghi citati: Italia, Liguria, Torino, Venezia