Ulivi e viti di Stromboli, addio!

Ulivi e viti di Stromboli, addio! L'INCENDIO DI GINOSTRA Ulivi e viti di Stromboli, addio! In fumo sessanta ettari di macchia mediterranea IL l°giugnotrale 10 eie 11 di mattina, un violento' incendio ha letteralmente incenerito 60 ettari di macchia mediterranea nell'isola di Stromboli in una zona fra Lazzaro e Timpone, piccolissime frazioni del paese di Ginestra. Questa pezzo di terra era uno dei più belli e meglio conservati delle Eolie e qui, per secoli, gli abitanti si erano dedicati alla coltivazione della vite, del cappero e degli ulivi, che erano cresciuti a migliaia circondati da fichi d'india, ginestre e piante grasse. Ginostra è ancora oggi un paese dove non esiste la luce elettrica e l'acqua si raccoglie dai pozzi o viene scaricata dalla nave cisterna. Non c'è turismo di massa. L'architettura è rimasta quasi intatta. Il mare non è inquinato perché non c'è rete fognaria di scarico ma soltanto fosse biologiche. Nei mesi invernali vi abitano sì e no venti persone. Le fiamme hanno cancellato in poche ore quest'ultimo patrimonio naturale e a chi ama questi luoghi non resta che chiedersi con angoscia e con rabbia perché sia accaduta una catastrofe ambientale di tale pi tata. La versione ufficiale è che l'incendio è scoppiato per autocombustione o per disattenzione di qualcuno che lavorava in campagna, ma ci sono alcuni fatti che rendono molto verosimile un'altra ipotesi ben peggiore, quella dolosa. Da quasi due anni c'è una spaccatura insanabile tra due opposte fazioni di Ginostra a proposito della costruzione di un porto turistico. Sono tutti d'accordo nel riconoscere che ce n'è bisogno perché la gente non rimanga isolata quando c'è cattivo tempo, mare mosso o un'eruzione del vulcano. C'è però asBoìutu disaccordo^sollalocalità dove il porto dovrebbe sorgere. La Regione Sicilia aveva già approvato il progetto e dato il via ai lavori del porto in località Lazzaro, ma il ministro Ruffolo li aveva bloccati, perché il molo e la strada necessaria per collegare Lazzaro con Ginostra comportavano uno scempio ambientale. Inoltre i vulcanologi avevano dato parere negativo: il porto sarebbe troppo lontano dal paese per poter servire nei casi di emergenza. Bloccando le opere, Ruffolo ha chiesto che gli venga sottoposto un progetto alternativo (già studiato dalla compagnia di navigazione Siremar) in cui il porto potrebbe essere fatto davanti al paese di Ginostra evitando così la costruzione di una strada che deturpa il paesaggio e garantendo maggiore sicurezza m caso di eruzione. Questo provvedimento ha scatenato l'odio di chi aveva acquistato i terreni vicini al programmato porto di Lazzaro e di chi aveva ottenuto l'appalto per la costruzione della strada. E so¬ no cominciate le vendette contro coloro (per lo più residenti o con abitazioni a Lazzaro) che erano ritenuti responsabili del blocco dei lavori. Il primo segnale, estremamente preoccupante e molto chiaro in un certo linguaggio, è stato l'incendio della porta della casa di una persona che era ritenuta contraria al porto a Lazzaro. Poi è venuto l'incendio del 1° giugno. Un incendio che è cominciato proprio a Lazzaro e che forse sarebbe dovuto restare limitato a questa zona se il vento non fosse repentinamente e inaspettatamente cambiato. Esistono testimonianze scritte di chi ha visto qualcuno ridere soddisfatto guardando le fiamme e qualcun altro telefonare ai pompieri per dire che la situazione ,era sotto controllo. Alle 4 del pomeriggio sono arrivati in elicottero due vigili del fuoco, sono rimasti mezz'ora e poi se ne sono an dati senza va lutare la gravità della situazione. A mezzanotte è sbarcato il sindaco di Lipari con 10 pompieri che, di fronte alle proporzioni ormai raggiunte dall'incendio, hanno soltanto potuto assistere impotenti alla devastazione. La gente è stata allontanata dalle proprie case e fatta salire sull'aliscafo. Il piccolo porto di Ginostra si è dimostrato (come avevano previsto i vulcanologi) l'unico posto utilizzabile per 1 emergenza. Lazzaro era irraggiungibile. La mattina dopo, alle 9. è arrivato l'aereo cistem buttare acqua sui pochi ulivi secolari che ancora bruciavano. Luigi Rai nero Passai! ale pi ha visto qualcunsfatto guardandoqualcunare adire ch,era s e, a e a di ti e n tesà à il di ulivi, insieme a capperi, fichi d'India, ginestre, viti e piante grasse, facevano di Ginostra uno dei luoghi più belli e meglio conservati delle Eolie dasuGiavl'umgiu9. buco

Persone citate: Ruffolo, Timpone

Luoghi citati: Ginestra, India, Lipari, Sicilia