Duri colpi ai prodotti agricoli

Duri colpi ai prodotti agricoli CLIMA Duri colpi ai prodotti agricoli TRACCIARE scenari climatici non è importante solo dal punto di vista scientifico ma ha un interesse pratico per l'impatto sull'ambiente fisico e sulle attività umane che un eventuale cambiamento del clima può esercitare. Per esempio un aumento della temperatura alle alte latitudini dovrebbe dar luogo a uno spostamento verso i poli delle varie zone climatiche: in conseguenza flora e fauna verrebbero a trovarsi in regimi diversi rispetto a quelli ai quali sono adattati ed ecosistemi più deboli, come quelli alpino e polare, potrebbero avere gravi problemi di sopravvivenza. Alcune stime indicano che potrebbe verificarsi una riduzione del 37 per cento delle foreste boreali e di un 32 per cento della tundra. Ma anche nelle zone temperate e tropicali si potrebbe avere una diminuzione delle aree coperte da foreste con cambiamenti anche del tipo di alberatura: un rapporto dell'Environmental Protection Agency indica che il bordo meridionale di molte foreste negli Stati Uniti orientali potrebbe retrocedere nel prossimo secolo, a causa dell'andamento di temperatura e della maggiore aridità del suolo, da alcune centinaia a mille chilometri, mentre al Nord potrebbe verificarsi l'effetto opposto con un avanzamento delle foreste di 600-700 chilometri. Oltre che sulle foreste, conseguenze serie potrebbero, aversi nell'agricoltura: la produzione agricola mondiale deva sostenere una popolazióne che, stimata attualmente in 5,4 miliardi di persone, tende a crescere rapidamente e toccherà secondo le proiezioni delle Nazioni Unite nel 2025 gli 8,2 miliardi di individui. Il consumo di cibo è andato crescendo in modo continuo sin dal 1960, anche se a livello regionale sono stati registrati alcuni periodi di crisi. In realtà tecniche di irrigazione e altri ritrovati hanno ridotto la dipendenza della produzione dalle condizioni ambientali locali: tuttavia il clima rimane sempre una variabile importante per l'agricoltura: la siccità del 1988 ha ridotto la produzione di granaglie negli Stati Uniti del 40 per cento e il danno è stato di circa 4 miliardi di dollari. Stime per valutare lo spostamento del limite delle terre coltivate nell'emisfero boreale indicano un movimento verso i poli di 200300 chilometri per ogni grado di temperatura in più. Riduzioni di prodotto abbastanza sensibili potranno verificarsi nelle regioni centro-meridionali degli Stati Uniti, nell'Europa sud-occidentale e in Australia, aree in cui si prevedono precipitazioni in diminuzione, mentre in Arabia, Maghreb, Centro Africa e Brasile orientale potrebbero intensi1 ficarsi i processi di desertificazione. Un impatto molto serio è legato all'innalzamento del livello dei mari che può derivare da diverse concause: l'espansione termica legata all'aumento di temperatura, lo scioglimento dei ghiacci dell'Antartide e della Groenlandia, un piccolo contributo dei ghiacciai. Le proiezioni indicano per la metà del prossimo secolo un innalzamento di 60 centimetri, mentre per la fine del secolo il livello del mare supererebbe quello attuale di circa un metro. Una simile evenienza comporta situazioni di rischio per 345.335 chilometri di coste basse, 6400 chilometri di lungo mare urbani, 10.725 di coste sabbiose e 1756 km2 di zone por tuali. A ciò si deve aggiungere il pericolo che il fenomeno rap presenta per isole come le Mal dive o il Kiribati, che hanno una altezza di pochi metri sul livello del mare. Le valutazioni globali indicano che l'area totale espo sta ad un potenziale rischio è di circa 733.000 km2 e che il costo di intervento per prevenire le inondazioni si aggira globalmente sui 500 miliardi di dollari Usa: per i Paesi interessati oscil la tra lo 0.6 e il 35 per cento del prodotto interno lordo e rappresenta per molti di essi un onere non sostenibile. [m. e]