DONINELLI E UNDER 40 UNA PARTITA DI BANALITA'

DONINELLI E UNDER 40 UNA PARTITA DI BANALITA' DONINELLI E UNDER 40 UNA PARTITA DI BANALITA' w~f| ORREI chiedete; I / termediazioóe.'dl \ bri, il ■ per qualche i Ire, su una questo supplente» fa, a buon fine, acceSér critici e giovani narratoti. Non sono un buon lettore di settimanali: anzi, per il settore che mi pertiene, didanSé grosso modo la cultura, nédiffidò: hanno preso (o così mi sembra) l'abitudine di rendere éutfcM le e ludico: mentre, sé £ ha qualche possibihtà'd vivere, ce l'ha di serio e di ini settimana sono? stretto, dal brusio ra a fianco, a leggi II Sabato, ha ospii intervento di tore, Luca Di ro e proprio caleii nalità e scempiaggini, alla rinfusa, che «il tere (della giovane bisogno di scriver» tazione degna av de La Patisse); che "se narratori «spesso nica», è perché «da manca alla Ietterai to filosofico ne© lungo narrami vedi ba- o carat) è il _tectetnpo iianve- do, francamente, il nteÉfo); e die se c'è tra noi anziani, qualcuno che «depreca la mancanza di un nuovo Gadda, se li scrìva lui, 1 libri alla Gadda, e lasci ih fjèce chi cerca la sua stradi»: perché la giovane generazione ha ben altri ini] re: quello, «rintracciare, in contro la quale te tecnico ha potere, senso», (e scusatela se è Sotto a questo1 folgoranti ovvietà, ; gna (penso, gnalazioni, in bèss ve critici nove sali . zionale Under 40 giovani narratori: Picca, Atzeni, Cappelli, ifì faccio 'ioni dell'evasi del uòdnedidire è Scarparo, Lo Presti, ninelli, Lambias©, Abbate. Sono grazia di alcuna le scelte, che caso giustifica (< tor del garbo di che la signorina «già famosa»? famosa tra chi? tra gli «sfigati» di via Zamboni a Bologna, che parlano Coite lei, purtroppo, scrive?). L'effetto, alla lettura dal nonmanifesto di Doninetli é dell'annuncio della costituita Pofepór tiva, è deprimènte, non leggere quel futìèstqpendant che è, in pari data, U%éTyizio propinatoci da Panoittmà^ìh cui tirata in ballo è stavolta la 'critica. Ad inquietare, nel caso, non è tanto l'articolo di Roberto BarboImi, quanto l'impietosi schedatura dei cosiddetti «àrbitri del gusto letterario». Non voglio dare alcun peso né alle assenze né alle presenze ingiustificate; tft) i critici «accomunati dalla formazione cattolica» non c'è Giorgio Bàrberi Squarotti, tra gli «avanguardisti» non c'è il migliore di tutti, Alfredo Giuliani, mentre vi figura Valerio Riva, che con la critica non ha niente a che fare, come non ce l'ha, a mio modesto avviso, Roberto Cotroneov Voglio, invece, comunicarvi il sènso di profondo disagio, che si prova dinnanzi alla catalogazione «a freddo» di lettori professionali, che, nella disparità di metodi e risultati, com'è di ogiC professione, avrebbero comunqW diritto ad esercitarla (corife f licet, i Cecchi, i tte Pancrazi) in solitudine.' Che cos'è queste di ritorno, questa zione alla Lombroso le-critico? Visto che Bi invoca giustamente ner, voghamo tuf " «presenza autentii primario»: gli scritti per offrircene mente autentico, i bituarsi, se fosse, «giudicarlo», ma a lo? Guido BsviCo

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