Viva il francesissimo fantasma di Luigi XVI di Gabriella Bosco

Viva il francesissimo fantasma di Luigi XVI Migliaia di adesioni al comitato che vuole celebrare il bicentenario del re ghigliottinato Viva il francesissimo fantasma di Luigi XVI Contro Maastricht, «segno della decomposizione nazionale» SI PARIGI AASTRICHT? Un fermento di decomposizione nazionale. Alla luce di tale convinzione, si concretizza in questi giorni l'iniziativa anti-Europa più inattesa e singolare. Un comitato che si occuperà di «celebrare in maniera degna il bicentenario dell'esecuzione di Luigi XVI». A lanciare l'idea dalle pagine di Le Figaro era stato qualche mese fa lo scrittore Jean Raspali, nostalgico della monarchia e attualmente senza partito. L'accorato appello suonava così: «Con l'ultimo sospiro del reTDio se ne e andato~e~ha lasciato soli coloro che governano i francesi. (...) In mancanza di un ritorno del sacro in seno al pote- re, ipotetico con i tempi che corrono, i francesi non potrebbero fare lo sforzo di ricordarsi l'anno prossimo - il 21 gennaio 1993 con ampiezza e solennità, di colui che quel valore incarnò fino a morirne sul patibolo?». Jean Raspali chiedeva adesioni a 360 gradi, non quelle scontate dei nemici della Repubblica. Puntava alla sensazione di un ecumenismo sui generis: HHon si ha il cbntto^dTdunenticare questa data. Ma è difficile immaginare il presidente Mitterrand scavalcare con eleganza la frattura più grande della storia di Francia, venendo il 21 gennaio nella basilica di Saint-Denis a inchinarsi davanti alla tomba di Luigi XVI. Eppure, che grande effetto farebbe! I tamburi velati a lutto crollerebbero, e verrebbe letto il testamento del re, l'ajnmirevole testamento del perdono: "Perdono di tutto cuore coloro che si sono fatti miei nemici^enzajiejc^gliene abbia dato ragione alcuna, é anche coloro che, per un malinteso falso zelo, mi hanno fatto del male..."». Per il costituendo Comitato Nazionale, Raspali concludeva: «Benvenuti gli uomini politici che avranno d coraggio di essere presenti quel giorno, e benvenute le notorietà che si uniranno alla folla, perché la folla ama essere sostenuta». Dubbioso (e ancora!) sul Presidente della Repubblica, Raspali dava per acquisita l'adesione del popolo. Visionario? Macché. Mentre traballa da ogni lato l'iniziativa del referendum indetto da Mitterrand per conoscere la reale volontà dei francesi rispetto all'Europa Unita, e ne è del tutto incerto l'esito, i sì al Comi- tato di Raspail sono piovuti a centinaia di migliaia lasciando a bocca aperta lo stesso promotore. «Ma è chiaro - commentava compiaciuto ieri dalle colonne de Le Figaro - è perché qui è in gioco la memoria della Francia». La sua chiave di lettura del successo «a furor di popolo» è nella salvaguardia di una «unicità nazionale» che i partiti starebbero ghigliottinando. Proprio per via di Maastricht, la destra francese è a un passo dall'esplosione. Ieri il gollista Chirac lanciava all'ex presidente Giscard d'Estaing un ultimatum: «Se continui a fare causa comune con i socialisti per l'Europa, cala il sipario sulla nostra unione». In questo panorama _di„scon^ quasso in cui tutto salta, dove trovare un simbolo di stabilità? Ma in Luigi XVI, ghigliottinato da una Rivoluzione che fu san¬ guinaria e cieca, tanto quanto è suicida l'europeismo di oggi. Così interpreta Raspail. Fatto sta che il Comitato è sorto. E tra i sostenitori non ci sono solo illustri sconosciuti. Numerose personalità hanno risposto all'appello: dal generale De Boissieu (genero di De Gaulle) al gran Rabbino di Parigi Alain Goldman; un folto gruppo di attori, capeggiato da un nome solido e non sospetto come quello di Jacques Dufilho; l'accademico «segretario immortale» Michel Déon; scrittori diversi come Jean Chalon e Vladimir Volkoff. Raspail non ha chiesto sovvenzioni governative («non ne abbiamo bisogno»), ma ha già ottenuto dalle autorità tutti i permessi per il gran giorno. Nel pa¬ lazzo di Giustizia verranno lette le arringhe di Malesherbes e di De Séze e Tronchet (gli avvocati di Luigi XVI). Il 20 gennaio verrà fatta una veglia di preghiera a Saint-Denis seguita l'indomani da una Messa solenne e da un grande omaggio nel luogo in cui la regale testa cadde, in Place de la Concorde. Né verrà scordata Maria Antonietta: il 16 ottobre, anniversario della sua esecuzione, i francesi poseranno un fiore là dove si ergeva il patibolo. Politici insospettabili tra i firmatari? E' il fiore all'occhiello che Raspail non vuole svelare prima-del-fatidico-d-dayT-Mar giura che ha in tasca qualche grossa sorpresa. Gabriella Bosco II generale De Boissieu genero di De Gaulle A destra: Luigi XVI «ghigliottinato da una rivoluzione sanguinaria e cieca tanto quanto è suicida oggi l'europeismo»

Luoghi citati: Europa, Francia, Parigi, Saint-denis