E' già scoppiato un Perotgate di Foto Afp

Parigi, rissa a destra per Maastricht FRANCIA E con la regina Elisabetta arriva una mediazione inglese per recuperare Copenaghen Parigi, rissa a destra per Maastricht Igollisti a Giscard: «O con noi o con l'Europa» PARIGI NOSTRO SERVIZIO Le fronde interne scatenate dal no dei danesi agli accordi di Maastricht stanno generando in queste ore effetti a catena. La tensione cresce e mentre da un lato il partito trasversale degli europeisti affronta la campagna referendaria come una crociata, d'altro lato tutto il panorama degli schieramenti tradizionali si sconvolge. L'opposizione è a un passo dall'esplodere, c'è anzi chi ritiene che la frattura sia già avvenuta. Poche ore prima della ripresa, ieri pomeriggio in Senato, del dibattito sulle riforme costituzionali preventive al referendum indetto da Mitterrand per la ratifica dei trattati di Maastricht, il gollista Chirac ha lanciato all'ex presidente Giscard d'Estaing un ultimatum: se perseguirà nella campagna proMaastricht a fianco dei socialisti, «gravi saranno le conseguenze» sull'unione della destra. Chirac ritiene che il sì dell'udf a Maastricht verrà preso dall'elettorato come un sì alla politica di Mitterrand. Giscard risponde che non cede alle ingiunzioni dell'rpr, e annunciando la sua determinazione a continuare la lotta per l'Europa ne ribadisce la totale indipendenza da questioni di politica interna. Ma l'ipotesi che dalla crisi in atto possa scaturire, al momento delle legislative del marzo '93, una «ricomposizione politica» tra il centro e la sinistra e che anzi Mitterrand stia servendosi di Maastricht proprio in questo senso, avvelena l'animo di Chirac che riteneva finalmente prossima la tanto attesa alternanza alla guida del Paese. Egli vede con astio crescente il profilarsi di un eventuale «compromesso storico» che lo lascerebbe da parte, e gioca la carta dell'aut aut. Così mentre il segretario generale dell'rpr Alain Juppé deprecava in tv «l'errore politico di prima grandezza» rappresentato dal programma di riunioni pubbliche miste udf-ps proMaastricht che doveva inaugurare ieri sera a Sélestat il tandem Giscar d'Estaing-Elisabeth Guigou (ministro socialista per gli Affari europei), il rappresentante rpr in Senato Charles Pasqua intralciava la ripresa del dibattito facendolo slittare dalle 16 alle 21. La riunione al Palais du Lu- xembourg era appena iniziata, e Roland Dumas aveva brevemente esposto l'auspicio di un recupero del tempo perso e la volontà di far procedere la revisione costituzionale necessaria ad accogliere la ratifica dei trattati di Maastricht così come sono formulati ora quando Charles Pasqua ha chiesto e ottenuto una sospensione della seduta onde permettere all'opposizione di concertare una linea di condotta. Ma prima dell'interruzione, ha rimbeccato Dumas rendendo omaggio «al Paese esemplare che è la Danimarca». Un gesto per cercare di smuovere la situazione generale di stallo venutasi a creare è intanto giunto da Londra. Il leader della Camera dei Comuni Tony Newton, ha reso nota la volontà del governo britannico di proporre un nuovo protocollo ai trattati di Maastricht, studiato in modo da indurre i danesi a rivedere il loro rifiuto. Si tratterebbe di formulare in maniera più chiara il principio della «sussidiarità» in base ai quale ogni decisione dovrà essere presa al livello più basso possibile, mai cioè essere demandata alla Commissione europea quando un'iniziativa a livello nazionale si riveli sufficiente. La notizia della proposta di mediazione da parte di Londra è arrivata mentre la regina Elisabetta con il principe consorte Filippo di Edimburgo, accompagnati dai coniugi Mitterrand, salutavano la folla scendendo lungo gli Champs Elysées in auto. La visita di quattro giorni in Francia della regina inglese è tutta all'insegna della pax europea. Appena scesa dall'aereo nella tarda mattinata di ieri, in abito salmone con copricapo conico drappeggiato dello stesso colore, la sovrana ha citato l'incarico di presidenza della Cee che la Gran Bretagna prenderà il 1° luglio per sei mesi, dichiarandolo imprescindibile dalla solidità dei suoi rapporti con la Francia. «Solo così si potrà trarre il miglior partito dalle aperture e dalle chances che ci offre l'Europa», ha detto in ottimo francese. In tarda serata la riunione in Senato è poi ripresa e per 22 voti contro 13 (rpr 4- pei) si è decisa la prosecuzione del dibattito. Le revisioni costituzionali verranno votate oggi o al più tardi domani Gabriella Bosco La regina Elisabetta accolta da Mitterrand all'aeroporto di Orly [FOTO AFP]