Alla Luiss un pezzetto di Palazzo di Maria Corbi

Alla Luiss un pezzetto di Palazzo Nella libera università sono numerosi i professori che frequentano i partiti con una certa famigliarità Alla Luiss un pezzetto di Palazzo «Ma occuparsi anche di politica non è una colpa» ROMA. La polemica innescata dalle critiche di Romiti alla Luiss continua. All'interno dell'ateneo privato romano c'è grande animazione. Nel mondo accademico in generale si discute se le osservazioni dell'amministratore delegato della Fiat abbiano un senso o se invece, come sostiene il ministro del Tesoro, nonché presidente della Luiss Guido Carli, siano esagerate. I dati ufficiali forniti dall'università segnalano la presenza di soli sei politici, una percentuale ritenuta accettabile in un corpo docente formato da 561 professori. C'è però chi sostiene che Carli sia stato un po' troppo avaro nelle cifre e che bisogna moltiplicare il numero dei professori politicizzati o che comunque frequentano il Palazzo con una certa familiarità. Sfogliando gli -ordinamentldegli studidelletrefacoltà presenti alla Luiss si trovano molti nomi noti. A cominciare dal consigliere di Stato Tullio Ancora che è a capo del dipartimento per gli affari giuridici di Palazzo Chigi e al quale è stata affidata la cattedra alla facoltà di Giurisprudenza. Sempre a legge troviamo il professor Nicolò Lipari, ex parlamentare de. Esperto di mass media, ha fatto parte della commissione"dr\rigr^ lanza sui servizi radiotelevisivi. Altro nome di spicco della facoltà è quello di Giovanni Torre- grossa, de, consigliere di Stato e presidente dell'Agenzia per la promozione dello sviluppo del Sud che ha sostituito la vecchia Cassa per il Mezzogiorno. Il numero dei professori di «Palazzo» è consistente. Nel corpo docente figura Tommaso Ali^randiTTìarlamentare repubbli^ cano nella IX legislatura e capo di gabinetto di Oscar Mammì alle Poste durante il governo Goria del 1987-1988; il prof. Franco Grassini, senatore democristiano nella VII legislatura; Rolando Valiani, socialdemocratico, ex presidente dell'Efim; Giampiero Orsello, prima socialdemocratico e vicepresidente Rai, ora socialista e presidente dell'ItaltelTelematica; Giuliano Segre, socialista, presidente della Cassa di risparmio di Venezia, da pochi giorni presidente dell'associazione delle casse di risparmio; Mario di Lazzaro, preside della facoltà di Economia e commercio della Luiss, ministro nel governo Fanfani nell'aprile 1987; Giovanni Manghetti, ex segretario del settore credito del vecchio pei. Il professor Andrea Manzella, alto funzionario della Camera, consigliere di Stato molto vicino al presidente del Senato Giovanni Spadolini. Mol"titti questi professori hanno vinto un regolare concorso. Le opinioni sull'argomento sono diverse. C'è chi crede che il professore debba avere la massi ma disponibilità del proprio tempo e un'autonomia dal potere politico che certo una vita di Palazzo o un incarico pubblico non consentono. C'è chi, invece, non trova nulla di male nel conciliare la carriera universitaria con un'attiva vita polìtica. Luigi Pellicani, direttore della Scuola di giornalismo della Luiss, ritiene le polemiche sul l'argomento esagerate, «a meno che non si stabilisca che uno studioso non può apparire sulla scena politica». «Gli studiosi - ha aggiunge - vengono coinvolti nella scena politica un po' per passione un po' perché si richie de la loro competenza». Della stessa opinione è Luigi Compa gna, neosenatore liberale, uno dei sei politici «doc» elencati da Carli. Per l'esperienza di Compa gna alla Luiss, la polemica non ha ragione di esistere. Maria Corbi Qui sopra, Andrea Manzella; di fianco, Giampiero Orsetto Luigi Pellicani, docente alla Luiss

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