Avigliana, torri contro i Saraceni di Luciano Curino
Avigliana, torri contro i Saraceni Nell'Anno Mille il borgo della Valle Susa fu invaso dai guerrieri arabi Avigliana, torri contro i Saraceni Un'altra immagine degli «Itinerari» La Stampa Situata allo sbocco della Val di Susa, grande fu l'importanza di, t Avigliana, borgo di origine gal-; lica, proposta oggi da «Itinerari; della memoria». I monaci della Novalesa vi aprirono un ospe dale per i pellegrini che dalla Francia andavano a Roma. Ma, intorno all'Anno Mille, ai pelle-! grinaggi seguirono le scorreriei dei Saraceni. Per contrastare i | feroci predoni Arduino Glabrio-; ne costruì sull'altura di Avi-: gliana un possente castello con; alte torri. «Questo, che è uno' dei più antichi castelb del Pie-1 monte, fu senza dubbio anche una delle sue più gagliarde rocche forti. E nelle sue mura certo! ben spesso si rinchiusero schie-i re d'armati nella lunga guerra contro i Saraceni» scrive Mar-: ziano Bernardi. Discendente di Arduino Glabrione, la contessa Adelaide di Susa sposò Oddone, figlio di i Umberto Biancamano, portan- Ido ai conti sabaudi il dominio della Val di Susa. Da un vecchio libro di don Bacco, un sacerdote di Giaveno, troviamo questa bella immagine. Adelaide e Oddone, nel 1055, dalle mura del castello vedono in basso poche casette del borgo in gran parte devastato dai Saraceni e decidono di «mutare aspetto a quel malinconico deserto». Ordina¬ no di estirpare le ceppaie, i pruni silvestri, i secolari castagni, togliere le macerie, appianare il terreno, e fanno sorgere palazzi e portici. «Dopo la morte della contessa - scrive don Bacco - i lavorìi progredirono finché arrivò Fe-: derico Barbarossa che distrusse il castello di Avigliana, danneggiò i borghi Ferronia e Pagliarino e si spinse al borgo Vecchio». Via.il Barbarossa, si ripararono i danni. Edifici di quella città medievale, per un secolo dimora preferita dei Savoia al di qua delle Alpi, sono integri. Anche il castello fu ricostruito. Altre volte distrutto e sempre riedificato, l'ultima volta nel 1655 dal Castellamonte. Finché venne abbattuto dal marescial-1 lo francese Catinat. Ne rimangono sulla rupe i suggestivi avanzi, alti sulla città e sui due laghi. Luciano Curino
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