Beve boccetta d'inchiostro a scuola

Beve boccetta d'inchiostro a scuola La maestra si distrae, un piccolo down apre il flacone e ingerisce il liquido Beve boccetta d'inchiostro a scuola Nico, nonostante la lavanda gastrica, rischia l'epatite La madre: «Quelgiorno non c'era l'insegnante di ruolo» La maestra si distrae e Nico, bambino down di 8 anni, beve un'intera bottiglietta di inchiostro. Un attimo dopo il piccolo è colto da conati di vomito. Con un'ambulanza le maestre lo accompagnano all'ospedale infantile Regina Margherita. Al pronto soccorso, la diagnosi dei medici è «avvelenamento». «Il pericolo - spiega Stefania Moreni, educatrice, da sei anni madre affidataria del bimbo - è che la febbre e il vomito ricomparsi tre giorni fa possano preludere all'epatite. Per questo ho deciso di presentare denuncia. La scuola ha accettato mio figlio al tempo pieno nonostante dalle 14 non fosse possibile avere un insegnante di appoggio. Questa, però, non è una ragione per non assisterlo». L'episodio è accaduto nel pomeriggio del 25 maggio alla materna del II Circolo didattico di Orbassano, in via Frejus, la scuola che Nico, residente a Rivaita con la mamma e la sorellina Agnese, frequenta dall'inizio dell'anno. Quel giorno, la maestra di ruolo non era presente. In classe con venti bambini c'era una supplente: la stessa che, con due colleghe, ha accompagnato il piccolo all'Infantile. «Come sia potuto avvenire un incidente del genere - prosegue Stefania Moreni - è un mistero. La dottoressa che ha curato Nico al pronto soccorso mi ha detto che la maestra è caduta in contraddizione: prima avrebbe ammesso di essersi allontanata dal¬ l'aula per qualche minuto, poi di essere stata sempre presente». Ma la seconda versione è poco convincente per la madre di Nico. «Conosco bene mio figlio: la capacità di movimento di un bambino down come lui è molto limitata. Basti pensare che devo essere io a scartargli le caramelle. Da solo non riesce». Invece, dal racconto fatto alla signora dalle maestre, Nico avrebbe aperto un armadio, estratto il flacone di inchiostro, tolto il cellophane che lo avvolgeva, svitato il tappo e ingerito il liquido. «Per fare tutto questo - dice la donna - deve aver avuto a disposizione molto tempo. Inoltre, mi chiedo perché quel flacone di sostanza tossica fosse a portata di mano dei bambini». Una doman- da alla quale nessuno al II Circolo didattico di Orbassano è stato in grado di rispondere. «Quanto è accaduto - aggiunge - mi pare il risultato del fatto che né a Rivalta né a Orbassano esista una scuola in grado di garantire una maestra di sostegno durante il pomeriggio. Eppure i bambini con handicap esistono anche qui». Nei prossimi giorni Nico sarà sottoposto a nuovi esami per accertare quanto quel veleno blu abbia danneggiato la sua salute. Nel frattempo, munita di cartella clinica, la madre si rivolgerà alla magistratura. Maria Teresa Martinengo Stefania Moreni madre affidataria di Nico denuncia «La scuola di Orbassano ha accettato mio figlio al tempo pieno nonostante che dalle 14 non disponesse di un maestro d'appoggio»

Persone citate: Maria Teresa Martinengo Stefania, Stefania Moreni

Luoghi citati: Orbassano, Rivalta