«Carlo, muoio davanti a te»

«Carlo, muoio davanti a te» La biografìa di Lady Diana racconta con particolari raccapriccianti cinque tentativi di suicidio «Carlo, muoio davanti a te» Ma il principe usciva per cavalcare LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' arrivato, finalmente, il giorno delle piccanti rivelazioni sulla «agonia» matrimoniale fra il principe Carlo e Diana. E gli inglesi, turbati, leggono avidamente i patricolari di quei cinque «tentativi di suicidio» attribuiti alla bella principessa infelice nella nuova biografia a lei dedicata dal giornalista-scrittore Andrew Morton di cui si sono già impadroniti giornali e tv. Uno scandalo clamoroso, un nuovo scandalo anzi dopo la turbolenta separazione tra l'altro figlio della regina, Andrea, e la moglie Sarah, che scuote il traballante prestigio della Corte inglese. Tardivamente, solo ieri Buckingham Palace ha approntato una linea di difesa che non smentisce le rivelazioni in sé, ma mira almeno a respingere la tesi che sia stata la stessa Diana a «ispirare» tutta questa storia. «La principessa di Galles non ha partecipato in, nessun modo» suona la precisazione ufficiale, alla stesura di questo libro «né ha autorizzato i suoi amici» a parlare dei suoi problemi privati. E i problemi, fra lei e Carlo, sono davvero tanti e gravi, almeno a prestar fede a queste rivelazioni che l'autore della controversa biografia intitolata «Diana: la sua vera storia», attribuisce adesso pubblicamente ai familiari della principessa e una ristretta cerchia di amici. Dunque, l'infelicità coniugale di Diana sarebbe maturata fin dall'inizio del matrimonio, vivificata dall'assente- disinteresse del marito, dall'ostinato legame che l'erede al torno ha continuato a coltivare, prima e anche dopo-le nozze, con una delle sue vecchie «fiamme», la quasi coetanea Camilla Parker Bowles. Carlo e Diana si erano sposati nel luglio dell'81 in un'atmosfera da favola a S. Paul, ma già nel gennaio dell'82 Diana aveva minacciato per la prima volta di uccidersi. La scena, come la racconta Morton e come la riferiva ieri il «Sunday Times» che, sborsando oltre mezzo miliardo, si è assicurato in anteprima le più succose anticipazioni, si svolge nel castello di Sandringham. Diana è già incinta di tre mesi, soffre per la gravidanza e ancor più soffre per la negligenza del marito: è ossessionata dall'ombra di Camilla. Scoppia allora l'ennesimo litigio, lei lo minaccia: «Guarda che mi uccido». Lui non la prende sul serio, le risponde: «Non gridare sempre al lupo» e la lascia, intenzionato ad andare a cavallo. Ma lei è di parola: si getta giù dalle scale di legno della residenza, procurandosi però solo qualche ferita. La prima ad accorrere è la vecchia Regina Madre, che resta choccata dalla scena, alla vista di Diana dolorante sul pavimento. Nessun danno al grembo che custodisce il futuro Willie. Carlo non s'impressiona più di tanto, ed esce andando a cavallo nel parco, come aveva deciso. E' solo il primo di altri plateali tentativi di suicidio che sono più che altro, hanno spiegato ieri eminenti psichiatri, «disperati tentativi di Diana di attrarre di nuovo a sé il marito», «un'ultimativa richiesta di aiutò, di sostegno». Ma neppure questi gesti che rivelano un'allarmante fragilità nervosa sembrano scuotere il marito. E allora Diana ci riprova. Una volta si ferisce con uno specchio a Kensington Palace, la bella residenza londinese dei principi di Galles all'interno di un parco. Poi si taglia i polsi con una lametta da barba. La quarta volta si ferisce con un temperino. Nel quinto tentativo, al culmine di un'al- tra scenata con Carlo, afferra un coltellino sulla toeletta del marito e si taglia al petto e sulle cosce. Comincia a sanguinare, ma Carlo resta impassibile: anzi gira sui tacchi ed esce dalla stanza, del tutto indifferente, secondo l'indiscreto biografo. Un clima grandguignolesco sembra regnare per anni a corte, fra ricorrenti crisi depressive della principessa e maldestri tentativi di suicidio, almeno stando a questo clamoroso libro. Quello che è sicuro, ed è stato confermato anche dai medici che hanno avuto in cura la moglie infelice dell'erede al trono, è che Diana ha sofferto lungamente di bulimia nervosa, un disturbo di origine psichico che spinge chi ne è affetto ad abbuffarsi voracemente e lo costringe a liberarsi altrettanto velocemente dando di stomaco. E a corte tutti si sono accorti presto che «Diana aveva un problema», come è dimostrato dalle fotografie dell'epoca che la mostrano dimagrita, addirittura traspa¬ rente. E' altrettanto vero che mai, in quegli anni, qualcuno ha ravvisato sul corpo della principessa le tracce di questi asseriti tentatila di suicidio. Anzi, le foto che l'hanno ritratta in tante occasioni, ufficiali e no, di solito la mostrano sorridente, apparentemente tranquilla. Quindi o la principessa ha formidabili doti di attrice o è temprata nell'acciaio, con una fortissima volontà che le consente di superare tutte le prove. Al contrario di quanto tenderebbero a dimostrare questi maldestri e soprattutto dimostrativi tentati suicidi. All'origine della clamorosa crisi matrimoniale restano le difficoltà psicologiche, le pressioni che la giovane Diana (all'epoca del matrimonio aveva appena vent'anni) ha dovuto sopportare per adattarsi al clima e alle regole di Corte. E all'interno delle mura domestiche, la sua ossessiva gelosia nei confronti di Camilla. Rinfocolata dopo che aveva scoperto che Carlo continuava a fare dei regali alla vecchia «amica» anche da sposato, con affettuosi bigliettini con trasparenti soprannomi: «Da Fred a Gladys». Tutte queste «rivelazioni» sono frutto degli incontri che Morton ha avuto con il defunto padre di Diana, il conte Spencer, con il fratello e la sorella Sarah, i quali hanno fornito numerose foto tratte dall'album di famiglia. Gli altri interlocutori sono stati un'intima amica di Diana e sua compagna di alloggio prima delle nozze, e un paio di uomini che l'avevano frequentata quando era una delle bellezze di Chelsea, l'elegante e scapigliato quartiere dove abitava da ragazza. A questa ristretta cerchia di parenti e amici intimi, Diana avrebbe confidato disperata le sue pene d'amore, come anche a quella che diventerà poi sua cognata, Sarah Ferguson (l'ex moglie di Andrea) che la riforniva di panini al bacon e pomodoro durante la gravidanza e le crisi di bulimia. I-loro racconti, i pettegolezzi che circolano da tempo negli ambienti mondani di Londra hanno costituito l'ossatura di questa clamorosa biografia che mette a nudo il fallimento del matrimonio dell'erede al trono e Diana. Che sono condannati però, dalla ragion di Stato e dai due figli a convivere, anche se quasi da estranei. Di sicuro è un cruccio in più per la regina, preoccupata del futuro della monarchia già criticata perché una famiglia reale multimiliardaria e protagonista di questa turbolenta «soap opera» di stampo televisivo costa un mucchio di quattrini al contribuente e in cambio non paga nemmeno un penny di tasse. Paolo Patrono Buckingham Palace ha smentito che lei abbia collaborato alla stesura del testo pubblicato sul Sunday Times ma l'Inghilterra è sconvolta dalla storia di un matrimonio da incubo Secondo i pettegolezzi Carlo e Diana (nella foto su un campo di polo, sport da lui morto amato) sono condannati a convivere dalla ragion di stato Pare che Diana (a destra in una prova sportiva) abbia sofferto di bulimia nervosa

Persone citate: Andrew Morton, Camilla Parker Bowles, Carlo, Diana, Paolo Patrono, Sarah Ferguson

Luoghi citati: Galles, Inghilterra, Londra