«Craxi al governo o opposizione»

«Craxi al governo o opposizione» «Craxi al governo o opposizione» De Michelis: i «craxini» sono voltagabbana IL MÀLiSSiRl DEL GAROFANO IROMA L luogo è la fastosa hall barocca dell'hotel Plaza e la scena l'usuale, ormai quasi simbolica di una stagione politica: Esposito, il portiere-segretario che s'affanna tutt'intorno, venuste assistenti impegnate al cellulare, scorta guardinga e clienti in attesa: Eppure, a dispetto del comfort del sito, Gianni De Michelis fa venire in mente quel soldato giapponese che, finita la guerra, s'aggirò col suo fucile nella giungla per altri quarant'anni. E' stato il primo e il più insistente nel candidare Craxi a Palazzo Chigi e non demorde. La valanga milanese continua a gettare tonnellate di fango, i corridoi parlamentari e quelli di partito a infestarsi di vipere, i giornali a sguazzarci, ma il ministro degli Esteri uscente è lì indefettibile con il suo fucile a vegliare sulla carriera del capo. Accettando il paragone un po' impertinente ci spiega: «C'è una differenza tra me e quel soldato giapponese: sta nel fatto che oggettivamente la guerra non è per niente finita. Per risanare e riformare, Craxi non ha alternative». Spadolini? Tutte le altre sono ipotesi di governicchi. Anche La Malfa vede la soluzione Spadolini come transitoria verso nuove elezioni anticipate. Ma non si può fare, come qualcuno irresponsabilmente propone, un biennio politico sabbatico: prima si fanno le riforme e poi si governa. Bisogna governare subito. Segni? Ecco, per l'appunto, queste sono sciocchezze alla Segni. E comunque il beneamato è ben lontano dall'avere nella de o in Parlamento il seguito anche per un governicchio sabbatico. Insomma, secondo lei, l'unica minestra mangiabile è quella di Craxi? Ci sono forze potenti che temono Craxi a Palazzo Chigi, anche se forse i partiti trasversali cominciano a mostrare discrasie al loro interno. 0 forse i partiti trasversali non esistono. Lei e Intuii ci avete mai pensato? D'accordo, forse non esisteranno. Ma esiste una stampa con comportamenti che non hanno l'eguale al mondo. Io temo molto di più i giornali che i magistrati. Sa come chiamerebbero in America un attacco come quello riservato a Craxi dai giornali? Come lo chiamerebbero? Character assassination, chilleraggio politico, lo chiamerebbero. Non è che i giornali americani siano molto più teneri con 1 loro leader. Guardi il caso Clinton, accusato per nepotismo nei confronti della moglie Hilary. Ha tenuto duro e vincerà, nonostante le stinmen- talizzazioni della stampa. Certo, forse Hilary è più simpatica di Bobo, (il figlio di Bettino Craxi ndr.) Visto che cita Bobo, mi spieghi una cosa: perché uno che ruba come Chiesa è affettuosamente definito un marmalo e chi pubblica notizie un mascalzone? Non credo che mariuolo sia una definizione simpatica, ma potremmo consultare il Tommaseo. Il problema è che la stampa non dovrebbe fare character assassination, chilleraggio, non è questo il suo compito. A tutti i Vespa d'Italia che invocano la santa impellenza di dare le notizie bisognerebbe far capire che non tutte le notizie sono uguali. Va bene, Clinton ha resistito alla stampa. Ma per Craxi il problema è un po' diverso. Magari la sua base parlamentare come presidente del Consiglio non sarebbe così solida. Questo argomento non funziona. Basta vedere cosa capita in Francia. Bérégovoy ha retto a un attacco concentrico e ha vinto per tre voti: uno di un signore che si è sbagliato, uno di un ex gollista imbufai ito con i suoi e il terzo di Barre. Chissà che non ci possa essere qualche Barre pure in Italia. Chi potrebbe essere? Penso a Visentini. Insomma, ha torto il suo ex capocorrente Claudio Signorile quando dice che Craxi dovrebbe star lontano dal governo come se fosse veleno? Ha tante idee Signorile. Dicono che io sono ministerialista. Figuriamoci: la verità è che un partito riformista deve governare. E subito. La diagnosi del governatore è precisa. Bisogna affrontare i problemi che pone, altrimenti finiremo come l'Argentina, che negli Anni Cinquanta era molto ricca, forse il quinto Paese del mondo. Poi scelse il peronismo nel quale si riconobbero i più poveri e i più ricchi e che la condusse nel baratro. E' ciò che ci aspetta se non si capirà una cosa: è vero che la gente non ne può più dei partiti, ma questo non è un bene, è l'inizio della crisi della democrazia. Che cosa deve mai pensare la gente di fronte all'arroganza, alle malversazioni, ai privilegi della Nomenklatura? Bisogna cambiare le regole per ridurre al minimo le tentazioni, come si farebbe in un supermercato dove spadroneggiano troppi taccheggiatori. E bisogna evitare di distillare teorie che fanno rabbrividire, come quella del professor Pizzorno, secondo la quale per far politica bisogna essere ricchi. Certo un ricco ha meno tentazioni. Bella teoria. Lo stesso argomento che milita a favore del miliardario Ross Perot in America. Se questi sono discorsi democratici... Scusi l'insistenza, ma qui stiamo discutendo dell'incarico di formare il governo a un leader come Craxi, che se nello scandalo di Milano non ha responsabilità penali, come dice il giudice Di Pietro, certo qualche responsabilità politica ce l'ha. Lo scandalo di Milano è ben più vasto. Rivela un sistema trasversale pluripartitico favorito dal «rito ambrosiano», che è il consociativismo. Sarebbe vero se fossero soltanto i «consociativi» a rubare. Ma non sembra che sia proprio cosi. Attenzione, molta attenzione. Ci sono anche i teoremi giudiziari. Come quello della magistratura di Venezia che nel 1987 voleva dimostrare che tutti i socialisti sono ladri. Mi misero in galera mezzo partito e io sembravo destinato a una fine ingloriosa. Sono stati tutti assolti e nel 1990 ho guadagnato voti. Lei farebbe candidare suo figlio Alvise al Consiglio comunale di Venezia e alla segreteria del partito cittadino? Per fortuna Alvise è orientato a tutt' altre scelte. Per far bene la politica bisogna essere scapoli e senza figli? Di mogli, figli e nipoti se ne vedono un po' troppi in giro e ben più ingombranti di Bobo. Chi non ha peccati scagli la prima pietra. Anche il beneamato Mariotto Segni non è forse cresciuto in questo filone familiare della politica? Lei è stato favorito dalla ricchezza di sua moglie? Noi siamo separati da quindici anni. Dunque vive del suo: quanto guadagna? 170-180 milioni l'anno. E chi paga tutto questo? Io con il mio stipendio. Con il suo stipendio si può vivere in questa reggia barocca? Ci abito da anni, mi fanno lo sconto. Insomma, scusi l'ardire, lei non è diventato ricco con la politica? No. Sono un nullatenente ad alto reddito. Non posseggo attici, né ville, ho soltanto un'auto personale a Venezia. Dunque, facendo politica si può vivere bene anche con un reddito medio? Come ministro ho móitifiinge benefits: viaggi, automobili, segreterie. Comunque i non consumo molto. E non teme una vecchiaia in povertà? Mi farò bastare la pensione di deputato, che non è affatto spregevole. Che impressione le fanno, allora, i socialisti con attico e Mercedes e i craxini di provincia evocati da Giuliano Amato? Brutta, ma mi chiedo dove fosse Giuliano mentre questi si arricchivano. Quanto ai craxini mi sembra un'immagine felice, ma lui, Giuliano, è il primo craxino, anche per statura. Cosa pensa dello psicodramma collettivo in corso nel suo partito? Manca, Del Turco, Ruffolo, Formica, Martelli: tutti vogliono uccidere il padre. Mi viene in mente quella poesia di Giuseppe Giusti sui voltagabbana. Non hanno diritto di dissentire? Formica non ha il diritto di dire che non se l'è sentita di votare un prete al Quirinale? Pochi giorni prima Formica aveva votato un prete alla presidenza della Camera. Quanto all'uccisione del padre, è un concetto psicanalitico che non mi appartiene; forse perché io non nasco craxiano e Craxi non è mio padre. Gli altri che lei cita non sono stati derelitti a pane e acqua, hanno avuto doni generosi e forse talvolta immeritati. Costoro non hanno il diritto di uccidere il padre mentre questi è aggredito dall'esterno. Credo siano poco saldi per stare in politica. E non solo. Che altro? Sbagliano credendo che soltanto sacrificando Craxi si possa aprire un nuovo rapporto a sinistra. Questa criptopposizione è una scorciatoia sbagliata, oltre che ingenerosa. Come l'ha presa Craxi? Proprio oggi con Bettino ci chiedevamo se valga la pena di affrontare attacchi personali come quello di cui lui è vittima per andare a governare un Paese che ha enormi problemi. Craxi pensa di ritirarsi? Neanche per idea. Scusi, ministro, si rimetta un attimo nei panni di quel samurai giapponese nella giungla: che destino vede per lei, per il suo partito e per Craxi? La fronda interna conta poco. O Craxi va a Palazzo Chigi, oppure al psi converrà andare all'opposizione. Alberto Staterà I dissidenti, Formica in testa «non hanno diritto di uccidere il padre mentre questi è aggredito» m Nella foto grande il ministro degli Esteri Giovanni De Michelis A sinistra: Bobo Craxi i Sopra: il leader del psi Bettino Craxi Al centro da sinistra il presidente del Senato Giovanni Spadolini e il segretario del pri Giorgio La Malfa In basso Mario Segni leader del patto referendario

Luoghi citati: America, Argentina, Francia, Italia, Milano, Venezia