Olio la «doc» fa strage di vergini

Olio, la «doc» fa strage di vergini La nuova legge ne mette la produzione sullo stesso piano degli «extra» Olio, la «doc» fa strage di vergini Si attendono tre decreti che facciano chiarezza IMPERIA. Sono giorni di attesa e di consultazioni frenetiche. Produttori, imbottigliatori, industriali continuano a riunirsi per trovare una strategia. Non è un'impresa semplicissima: della nuova legge sulla Doc per l'olio d'oliva, approvata in extremis il 5 febbraio scorso a un soffio dallo scioglimento del Parlamento, pochi per il momento hanno afferrato lo spirito e potuto sfruttare le opportunità nascoste tra le pieghe della nuova normativa. Complici anche i tempi tecnici per 1 emanazione di ben tre decreti, chiave di volta per l'applicazione della legge che, se non sarà integrata al più presto con i dovuti strumenti amministrativi, rischia di ripetere ciò che era accaduto nel 1963 per la Doc del vino: la prima bottiglia etichettata fu messa in commercio soltanto tre anni dopo. Ma che cosa si aspettano e, soprattutto, che cosa lascia interdetti imbottigliatori e industria¬ li? Una delle ragioni è da ricercarsi nella possibilità che offre la legge di mettere in commercio sotto la dicitura «Doc» vergini ed extravergini. E non tutti sono d'accordo. «Le preoccupazioni sono legittime - spiega Orazio Sappa, direttore della Camera di Commercio di Imperia, uno dei maggiori esperti d'olivicoltura -, c'è una sostanziale differenza fra i vergini e gli extra, una diversità oltretutto ben sottolineata dai regolamenti Cee». In sostanza, una delle critiche che viene mossa alla legge è quella di mettere sullo stesso piano la produzione di vergine con quella dell'extravergine, una qualità quest'ultima già di per sé ben definita e quindi degna più di altre di essere riportata sotto la dicitura «Doc». Ma l'opportunità di escludere alcuni tipi d'olio dall'etichettatura viene lasciata ai produttori. Spiega ancora il dottor Sappa: «Nel settore della produzione agricola, pur ritenendo l'impostazione della legge "169" (quella della Doc) abbastanza confacente alle varie realtà del mercato, è chiaro che debbano essere gli stessi olivicoltori o le associazioni dei produttori a decidere l'eliminazione dei vergini dalla qualificazione "Doc". E questo può essere fatto nel momento in cui i produttori di una certa zona che hanno diritto di richiedere la Denominazione d'origine, nello stilare i disciplinari radichino al ministero soltanto il tipo extravergine dichiarando esplicitamente la loro volontà di escludere per quella precisa area di produzione gli oli vergini». Una maniera, insomma, di sgombrare il campo da confusioni e dare una mano al consumatore che, anziché avere garanzie più precise grazie alla nuova legge, rischia di trovarsi spaesato nel convulso traffico dei «Doc». Giulio Geiuardi

Persone citate: Orazio Sappa, Sappa

Luoghi citati: Imperia