Ci vorrebbe un vero amico per i «belli della diretta» di Curzio Maltese

Ci vorrebbe un vero amico per i «belli della diretta» TIVÙ'& TIVÙ' Ci vorrebbe un vero amico per i «belli della diretta» ■jjj A • nuova pettinatura di fi Carmen Lasorella, la lotta JLrftra Sposini (tg5) e Cucuzza (tg2) belli della diretta, il tg corto, di Pedullà. Cos'altro ancora? Ecco Emilio Fede, col suo Tg4, squarciare i veli del poderoso dibattito sull'informazione per porci e porsi una domanda inquietante: è meglio dare notizie in piedi o seduto? Il sondaggio dura tre giorni, pur densi di crisi istituzionali, scandali tangejitiferi, massacri serbo-croati, iecoj-vertici a Rio. Venerdì il verdetto, tanto atteso: il 35 per cento dei telespettatori della terzomondista Retequattro preferisce EF in piedi o anche a passeggio (ogni tanto va a importunare la collega addetta alle agenzie); un altro 35 lo vuole seduto, per il restante 30 «va bere comunque» (anch'io fra questi, con raggiunta: «basta che la smetta»). E' la penultima notìzia del tg4 serale. L'ultima è li> scippo della fiaccola olimpica ai danni del tedoforo in viaggio da Atene a Barcellona. Chissà, magari è un primo passo, per portare i Giochi del Duemilk a Milano. Di fronte a simili trovate, di Fede e d'altri maghi del giornalismo eretto, come bretellone Ferrara, il giornalaio Funari, sacrestia Frajese, lo sciamano Damato - gente ormai libera dì fare tutto, d'inveire e passeggiare, farsi inquadrare il calzino e pulirsi le orecchie, mangiare spade e appendere la cornetta in faccia alla «gentile spettatrice» -, si viene colti da umana pietas. Possibile che, divenuti miti, non abbiano più un amico? Nessun parente, collega, fidanzata, compagno di scuola o di partito che osi farsi avanti, guardarli negli occhi, e dir loro semplicemente, da uomo a uomo: ma che cavolo stai facendo? Fermati, Emilio (Giuliano, Gianfranco, Paolo, Mino), e rifletti. Pensa alla salute. Macché, s'agitano in solitudine, parlano con se stessi. Un giorno spiegano e l'altro interrogano, sempre errando in favore di camera. Peripatetici tentativi dì evocare da noi la figura dell'anchorman americano. Ma ve li immaginate Dan Rather o Walter Cronkite che prendono ordini da Forlani e Craxi e Occhetto? Oppure impegnati a magnificare le scarpe VaUeverde, mentre annunciano che forse cambiano rete, di sicuro lo stilista, e ricordano il primo amore al talk-show? E' certo un gran vantaggio per i giornali che l'informazione televisiva sia in questo stato. In qualsiasi altro Paese le edicole dei tg sarebbero una mazzata per la stampa. Da noi sono spesso un boomerang per la tv. Mercoledì notte lo spettatore che avesse passato la giornata davanti al video avrebbe scoperto che la notizia da prima pagina, di tutti i quotidiani, era: Craxi coinvolto da Chiesa. Ma l'aveva data soltanto il Tgl (Del). Sul Tg2, niente. Sul Tg3 prima il silenzio (19,30) e poi (22,45) l'attacco frontale, in omaggio alle varie anime del pds. Nei tg Fininvest la sola smentita di Craxi. Così, a prescindere, come diceva Totò. Di queste e altre scene di panico collettivo (frasi di Di Pietro inventate, facce vere dei notisti politici) si dovrebbe parlare, trattando d'informazione tv. E lasciare che i sondaggi del peripatetico Fede, l'incerto futuro di Funari, l'infanzia di Lilli Gruber, le scelte di vita alla Santoro, le aspirazioni della Busi e le tentazioni di Ferrara, finiscano nella rubrica di Cuore: «E chi se ne frega». Curzio Maltese Carmen Lasorella

Luoghi citati: Atene, Barcellona, Ferrara, Milano, Rio