Torino: al Regio successo per il Tanztheater di Wuppertal di Luigi Rossi
Pina tira in ballo la tragedia Torino: al Regio successo per il Tanztheater di Wuppertal Pina tira in ballo la tragedia «Ifigenia in Tauride» di Gluck con la Bausch TORINO. L'opera-balletto possiede una lunga tradizione, a partire da Monteverdi e Rameau nel periodo barocco. e la tanzoper «Ifigenia in Tauride», vista per la prima volta in Italia l'altra sera al Regio, non recide il lungo stame e non si discosta poi molto dagli antichi modelli. Pina Bausch ripropone questo primo frutto della sua collaborazione con Wuppertal nel 1974 e lo porta a Torino e a Roma, facendo eseguire dal vivo la musica di Gluck con orchestra, cori e cantanti, celati in buca o nei palchi, per lasciare il palcoscenico interamente alla danza. Giusta e interessante riproposta. Questa «Ifigenia» è infatti danzata dall'inizio alla fine, con poche concessioni alla pantomima, neppure ove la soluzione sarebbe più facile, come nel duetto tra Oreste e Pilade nel secondo atto. I due formidabili interpreti Dominique Mercy e Bernd Marszan si abbandonano ad ima disputa quasi furiosa sull'amicizia spinta fino al sacrificio. Ma la più alta suggestione dell'opera risiede forse negli assoli di Ifigenia e nei momenti corali delle sacerdotesse condotti sulle estatiche melodie gluckiane. Le preghiere ad Artemide delle supplici sono costruite dalla Bausch con ferrea musicalità e danzate nello stile caro alle interpretazioni ellenizzanti della danza tedesca anni Trenta, non immemore neppure delle interpretazioni dei miti greci di Martha Graham. Il teatro espressionista è presente in un momento non privo di suggestione come il rito che prepara il sacrificio di Oreste, incorniciato da fiori bianchi, di un irresistibile Kitsch mortuario. Ed è straordinaria la scelta del simbolo sacrificale nella vasca bianca che ricorda il Marat di David, ma prelude anche a un altro titolo importante del teatrodanza contemporaneo tedesco, «La Bagniera», della Linke. Sono i passaggi più «trasgressivi», unitamente all'apparizione di due enigmatici personaggi introdotti dalla Bausch, un uomo in frac e una bambina avvizzita, di questa lettura di Gluck che può tranquillamente allinearsi con la più sobria tradizione tede¬ sca. La stessa scenografia, firmata dall'autrice con alcuni collaboratori, obbedisce a questa severa concezione del mito già richiesta da Gluck rispetto ai capricci rococò dei suoi predecessori. Per un momento già s'intravedono le sedie-feticcio che caratterizzeranno, di lì a quattro anni, «Café Mùller» e diverranno quasi un luogo comune del teatrodanza contemporaneo. Per il resto ima ferrigna e squadrata scatola scenica finge semplicemente tempio e prigione e pochi simboli secondano la narrazione: la citata vasca per il sanguinoso flash-back che ricorda l'uccisione di Agamennone e una scala che simboleggia la cattività di Pilade e Oreste e l'ascesa di quest'ultimo come vittima sacrificale al barbaro rito scita. L'atemporalità di scene e costumi è infranta dalla presenza di Toante, una sorta di personaggio vampiro, a metà tra Dracula e un boia nazista. Felix Ruckert, tra i nuovi interpreti del personaggio, è stato all'altezza dei suoi celebrati predecessori. Ma la figura dominan¬ te e indimenticabile della rappresentazione è sicuramente la protagonista Malou Airaudo, la stessa della creazione nel 1974. La sua Ifigenia possiede veramente quello che un famoso critico nella medesima opera di Gluck del 1975, edizione di Luchino Visconti alla Scala, definiva della Callas come «il fiato tragico». Dolce e disperata, maestosa e sottomessa, con eloquenti «port de bras», racconta con incredibile efficacia uno dei maggiori personaggi creati dal genio di Euripide senza l'aiuto della parola, anche se il canto incisivo di Malina Pawlova, nascosta nell'oscurità di un palco di proscenio, commenta i momenti più intensi del dramma. La musica avvolgente governata dal direttore Peter.Gùlke a capo dei complessi orchestrali e corali di Wuppertal, ha contribuito in misura decisiva al successo della serata e in palcoscenico, accanto ai forti danzatori, sono apparsi anche i cantanti a raccogliere i calorosissimi applausi. Luigi Rossi Nella foto grande un momento di «Ifigenia in Tauride» con la coreografia di Pina Bausch (foto piccola)
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