Boia di Treblinka un sosia al patibolo

Boia di Treblinka, un sosia al patibolo Gli archivi sovietici scagionerebbero Demjanjuk, condannato a morte a Gerusalemme Boia di Treblinka, un sosia al patibolo Gli Usa rifanno il processo d'estradizione in Israele NEW YORK NOSTRO SERVIZIO E' proprio John Demjanjuk il boia di Treblinka? Improvvisamente, a sei anni di distanza da quando decise di estradarlo in Israele, la giustizia americana ha riaperto il caso di quest'uomo, già condannato a morte dal tribunale israeliano e in attesa della sentenza d'appello. Se anche quella gli sarà sfavorevole, Demjanjuk sarà la prima persona giustiziata in Israele dopo l'esecuzione di Adolf Eichmann nel 1962. Ma quello che è successo ieri a Cincinnati, la città in cui Demjanjuk, venuto dall'Ucraina dopo la guerra, ha vissuto per tanti anni, sembra destinato a rimettere in discussione ogni cosa. Senza che né il suo avvocato né i suoi familiari lo abbiano chiesto, la Corte d'Appello di quella città dell'Ohio ha stabilito che il processo del 1986 che si concluse con la sentenza di estradizione di Demjanjuk deve essere rifatto, e ha ordinato al dipartimento della Giustizia di fornire tutta la documentazione. Lo scopo è accertare se davvero Demjanjuk e l'uomo di Treblinka, all'epoca soprannominato «Ivan il terribile» (usava infierire sui reclusi destinati alle camere a gas, mutilandoli e infliggendo atroci sofferenze per «studiare la resistenza umana al dolore»), sono la stessa persona. Il suo riconoscimento fu fatto i a suo tempo da cinque ex dete-, nuti in quel campo di stermi-j nio, ma da ulteriori documenti] ottenuti dall'apertura degli ar-i chivi sovietici (il campo di Tre-, blinka, in Polonia, fu raggiunto nel 1945 dall'Armata Rossa), risulta che il vero «Ivan il terribi- j le» sarebbe un tale Ivan Mar-! cenko, anche lui ucraino ma di nove anni più vecchio, di cui si sono perse le tracce. Uno degli altri aguzzini di Treblinka, giustiziato dai sovietici nel 1952, disse nell'interrogatorio cui fu sottoposto che l'ultima cosa' che aveva saputo di Marcenko era stato il suo trasferimento in Italia. Il problema che la deci¬ sione della Corte d'Appello di Cincinnati solleva, però, non è solo questo. Il dipartimento della Giustizia americano infatti fu accusato a suo tempo di avere deliberatamente nascosto delle prove che, se fornite, avrebbero scagionato Demjanjuk già nel 1986, evitandogli l'estradizione. E l'ordine impartito dalla Corte d'Appello al dipartimento medesimo di consegnare tutta la sua documentazione suona come una tendenza a credere a quelle accuse. «Stiamo studiando l'ordine ricevuto e lo rispetteremo completamente», ha detto un portavoce del dipartimento della Giustizia, rifiutandosi di entra¬ re nel merito del possibile «dolo». La scadenza stabilita dalla Corte per la consegna del materiale è il 15 luglio, e nel frattempo anche l'avvocato che sei anni fa difese Demjanjuk è stato invitato a fornire tutte le prove che possono scagionare il suo cliente di allora. La prima udienza del nuovo processo è stata fissata per 1' 11 agosto. Ma c'è il rischio del tempo. La seconda sentenza israeliana, infatti, è prevista entro poche settimane e potrebbe confermare la condanna a morte di Demjanjuk prima che a Cincinnati si arrivi a scagionarlo. Franco Patita redi

Persone citate: Adolf Eichmann, Demjanjuk, John Demjanjuk