«Tra Popov e Boris rottura consumata»

«Tra Popov e Boris rottura consumata» Il vice succede al sindaco di Mosca «Tra Popov e Boris rottura consumata» MOSCA. Il presidente Boris Eltsin ha accettato le dimissioni di Gavriil Popov dalla carica di sindaco di Mosca e ha nominato al suo posto il vicesindaco Iuri Luzhkov. Era stato lo stesso Popov a proporre Luzhkov come suo successore rilevando che questi «si è messo in luce per la capacità e la competenza di cui ha dato ampia prova durante e dopo il tentativo di colpo di Stato dell'agosto scorso». Popov aveva spiegato di aver deciso di lasciare la guida di Mosca per dedicarsi completamente all'attività politica nella sua veste di presidente del Movimento per le riforme diplomatiche. Popov aveva rilevato che la legge vieta ai sindaci di cumulare la loro carica con la presidenza di partiti o movimenti politici. Questa versione viene però messa in dubbio oggi da un esponente della giunta municipale, Vasili Sciakhnovski, che è stato uno dei principali collaboratori del sindaco dimissionario. Sciakhnovski ha dichiarato al quotidiano «Niezavisimaia gazieta» che i moti¬ vi delle dimissioni possono essere diversi: da un lato «l'impossibilità per Popov di realizzare i suoi obiettivi politico-economici nella situazione odierna», dall'altro «la sensazione di non godere più dell'appoggio del presidente e del governo». Circa sei mesi fa, Popov aveva presentato le dimissioni affermando che la sua politica di riforme veniva ostacolata ma Eltsin lo aveva convinto a ritirarle assicurandogli tutto il suo appoggio. Per Niezavisimaia gazieta, le dimissioni sono dovute al fatto che tra Eltsin e Popov si è creato un profondo disaccordo sulla linea da seguire nei confronti del sistema dei Soviet. Il presidente, afferma il giornale, segue a tale proposito una politica di compromesso, mentre Popov vuole la fine di questa struttura sostenendo invece la necessità di introdurre una repubblica presidenziale. «Popov si è reso conto che l'essere sindaco di Mosca rappresenta un pericolo sempre più grande per un politico». [Ansa]

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