I serbi devastano l'ospedale di Sarajevo

I serbi devastano l'ospedale di Sarajevo JUGOSLAVIA I serbi devastano l'ospedale di Sarajevo BELGRADO. I combattimenti sono ripresi con violenza a Sarajevo, nonostante due avvenimenti che avevano lasciato sperare in una svolta positiva: il ritiro dei soldati federali dalla caserma Maresciallo Tito e l'accordo di massima - mediato dall'Onu - sulla riapertura dell'aeroporto cittadino. Nel pomeriggio di ieri una pioggia di fuoco si è abbattuta nuovamente sulla capitale bosniaca. Gli irregolari serbi hanno colpito l'ospedale principale, ferendo cinque pazienti e un'infermiera. Un giornalista di «Radio Sarajevo», Zoran Pirolic, ha rivelato che le forze serbe hanno devastato il pronto soccorso, la principale centrale telefonica e la stazione ferroviaria. Secondo la radio, gli irregolari serbi hanno preso di mira con particolare accanimento la caserma Maresciallo Tito: un proiettile ha centrato un taxi che si trovava nei pressi, uccidendo tre pas¬ seggeri. Intanto, si combatte nei dintorni di Tuzla, a Nord, a Goradze, a Est, e a Trebinje, a Sud, in Erzegovina. La guerra è arrivata anche a Zenice, nel centro della Repubblica. A Goradze, vicino al confine con la Serbia, i musulmani hanno dato alle fiamme le case dei serbi. L'abitato di Trebinje, nell'Erzegovina centrale, è stato bombardato dai croati. Inoltre si continua a combattere anche a Dubrovnik, in Croazia, dove gli scontri si sono attenuati, ma non sono mai cessati del tutto dopo l'arrivo dei caschi blu. Anche sui fronti della Croazia la guerra non si ferma. Secondo «Radio Zagabria», scontri isolati e «provocazioni» continuano ad avvenire in diverse parti della Repubblica. In Slavonia, Osijek è sotto il fuoco delle unità serbe, mentre Dubrovnik è sempre senza acqua ed elettricità. [Ansa]

Luoghi citati: Belgrado, Croazia, Goradze, Jugoslavia, Sarajevo, Serbia, Zagabria