Napoli rebus nell'urna

Napoli, rebus nell'urna OGGI SI VOTA IN 157 COMUNI 11 rischio assenteismo: ai seggi, 5 anni fa, il 74% degli elettori Napoli, rebus nell'urna I missini puntano su Alessandra Mussolini e cercano il voto di protèsta Duecento i candidati con precedenti penali: un altro segno del degrado NAPOLI. Nel carro funebre, al posto della bara, c'è una cartina dell'Italia. Dietro sfila una pattuglia di giovanotti con il volto coperto da maschere che rappresentano gli uomini di governo. Il finto funerale blocca per un'ora il traffico di via Toledo, fino a quando non intervengono gli agenti della Digos. Il corteo non è autorizzato, ma Giuseppe Brusco, 38 anni, all'undicesimo posto nella lista del pli, è riuscito a farsi notare. Ai napoletani che l'altra mattina hanno assistito al suo show ha chiesto il voto, presentandosi semplicemente come «un candidato non pregiudicato», costretto dalle scarse finanze a un eccentrico espediente propagandistico. Una prerogativa da far pesare in questa campagna elettorale che vede 200 nomi inseriti nelle liste consegnate da carabinieri e polizia al prefetto per segnalare gli aspiranti consiglieri comunali «macchiati» da precedenti penali. Roba di poco conto, per lo più, ma anche reati non proprio irrilevanti: nulla, tuttavia, che a norma di legge possa impedire la corsa a Palazzo San Giacomo. I partiti si danno battaglia sui muri degli edifici tappezzati di manifesti, ma è una città quasi indifferente ad una competizione elettorale fatta di feste, cene, promesse e regali, quella che si prepara al voto di oggi. Sono 886 mila i cittadini chiamati alle urne per eleggere gli 80 consiglieri comunali e i 420 rappresentanti delle 21 circoscrizioni. In lizza ci sono 12 liste e 923 candidati, tutti certi di salvare una metropoli di cui si avverte, palpabile, il degrado. Il pentapartito che ha governato finora Napoli, estranea al «vento nuovo» delle elezioni del 5 aprile, è dato vincente dai sondaggi, nonostante la paralisi della macchina amministrativa, i progetti affossati dall'assenteismo dei consiglieri di maggioranza, gli scandali che hanno costretto alle dimissioni un paio di assessori, le inchieste su un folto numero di amministratori. L'unica incognita in una città rassegnata sembra essere il rischio astensioni: nell'87 votò il 78,4 per cento degli elettori e le previsioni sono oggi tutt'altro che ottimistiche. Ma ai grandi partiti si affiancano le nuove formazioni che dovrebbero fare il loro primo ingresso nella Sala dei Ba- roni: la Rete di Leoluca Orlando, che affida al neodeputato Giuseppe Gambale il ruolo di capolista; Rifondazione comunista, con in testa l'ex demoproletaria Vera Lombardi, 82 anni ed un passato di partigiana; i Verdi guidati da un altro esordiente a Montecitorio, Alfonso Pecoraro Scanio. E potrebbero conquistare qualche posto in Consiglio anche le liste della protesta meridionalista: Lega d'azione meridionale e Fronte del Sud, divisi alle politiche, alleati alle comunali sotto la guida dell'ex deputato missino Angelo Manna. Le altre forze tradizionali si presentano agli elettori tentando la carta del rinnovamento. La de, che ha faticato non poco a trovare un capolista di prestigio, scegliendo l'ex senatore Francesco Tagliamonte, ha confermato soltanto 10 dei 26 consiglieri uscenti. I democristiani sperano di bissare il successo delle precedenti elezioni municipali (il 30,4 per cento dei suffragi) o delle consultazioni di aprile (31,6 per cento). Volti nuovi rappresentano la metà della pattuglia del pds, che assegna all'ex senatore della Sinistra indipendente, il professor Aldo Masullo, il compito di far da ponte verso la schiera di intellettuali che ha cercato - ma non è riuscita a formare una lista civica per Napoli. L'esperimento è fallito, mentre fioriscono i «pazzi» tra candidati referendari e non. Punta alla conferma dell'incarico il sindaco uscente, Nello Polese, capolista per il psi che ha escluso soltanto l'ex primo cittadino, Pietro Lezzi. Candidato alla guida della città è anche il ministro della Sanità, Francesco De Lorenzo, numero 1 della lista liberale, mentre il pri schiera al primo posto Giuseppe Galasso e il psdi un altro ex sindaco, Franco Picardi. Il msi gioca invece la sua «carta vincente»: l'onorevole Alessandra Mussolini, forte delle 56 mila preferenze raccolte a Napoli alle politiche, dovrebbe catalizzare il malcontento, il tradizionale voto di protesta. E si riaffaccia sulla scena partenopea anche Marco Pannella, leader della sua lista, seguito dal parlamentare europeo Marco Taradash. Mariella Cirillo COSS' NELL'87 elezi0ni comunau del 1987 elezi0ni p0litiche del 1992 [v0tanti: 78,4%] [v0tanti: 78,3%] LISTE % SEGGI LISTE % dc 30,4 26 dc 31,6 pci "3 0 10 PDS 16,6 ' rif0nd. c0munista 5,2 psi 15,3 13 psi 15,9 msi-dn 10,1 8 msi-dh 9,5 pr) 5,5 4 phi 4,1 pli 2,6 2 pli 4,4 psdi 6,5 5 psdi 3,3 PiuniCAir "fi - lista pahnella 1,5 p.radicale 2,8 2 usta referendum 1,1 lista verde 0,9 — „„ „„ , „ ,..„„„. irz fed. dei verdi 3,5 p. verde ver. eur0pa 0,7 — leqa l0mbarda 0,1 liga ven.-lega merid. 0,3 — lega delle leghe 0,4 lega d'azione merid. 0,6 la rete-m0v. dem. 1,4 dem. pr0letaria 1,5 1 federalismo-pens. uv. 0,4 cpa 0,4 all. p0p0lare 0,1 — all. umanista 0,1 — p. naz. inquilini 0,2 —

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