Inchiesta sulle garze «riciclate»

Inchiesta sulle garze «riciclate» Usi di Mantova Inchiesta sulle garze «riciclate» MANTOVA. Due informazioni di garanzia hanno sconvolto la tranquilla routine dell'ospedale di Asola (Ussl 45). Le ha inviate il pretore di Mantova Gennaro Varone, ma per ora non sono stati resi noti i nomi dei destinatari. L'inchiesta giudiziaria ha preso le mosse da una lettera anonima - giunta una ventina di giorni fa alla procura della Repubblica presso la pretura in cui si accusavano i responsabili del nosocomio di riciclare garze e tamponi utilizzati in sala operatoria. Dieci gorni dopo, la magistratura ha disposto un blitz e carabinieri e agenti della Finanza in borghese si sono presentati in ospedale, proprio nel momento in cui personale della lavanderia esterna scaricava sacchi di biancheria pulita: tra camici, telini e lenzuola, ecco comparire anche il materiale in questione. Le disposizioni vigenti, fissate da una legge che risale a otto anni fa, prevedono che materiale di questo tipo venga subito distrutto, dopo essere stato usato. Ma ad Asola, a quanto pare, le cose andavano diversamente. «Del resto - commentano dall'ospedale -, negli ultimi tempi si parla sempre di più degli sprechi nella sanità e dalle autorità regionali si ricevono continui inviti al risparmio». Così garze e tamponi intrisi di sangue invece di finire nell'inceneritore, etichettati come «rifiuti speciali», venivano accuratamente raccolti in sacchetti di plastica e spediti al lavaggio. E adesso c'è chi mormora che la soffiata alla magistratura sia frutto di rivalità: l'ospedale di Asola è in concorrenza con quello di Gastelgoffredo; per non parlare delle lotte negli appalti di servizi quali, appunto, la lavanderia.

Persone citate: Gennaro Varone

Luoghi citati: Asola, Mantova