Senza soldi, rischia il fallimento il tendone alternativo di Mimmo Candito

Va in rosso il vertice dei «nemici» KE I KVSWEnfl E POLITICA Va in rosso il vertice dei «nemici» Senza soldi, rischia il fallimento il tendone alternativo RIO DE JANEIRO DAL NOSTRO INVIATO Con la sua bella faccia tirata di vecchio senza più età, il comandante Cousteau ieri incantava il Popolo Verde. «Son 59 anni ormai che giro il mondo - diceva il marinaio di ogni oceano - e la lezione che ho appreso sull'isola di Pasqua mi accompagna dovunque: l'isola era un vero paradiso in terra, per 8 secoli un piccolo gruppo di profughi polinesiani vi aveva costruito una civiltà serena, equilibrata nella sua crescita, che ha retto indenne il passare del tempo finché la popolazione locale non è stata troppo numerosa; ma quando i marinai olandesi sbarcarono sulle sue spiagge, era ormai il 1600, l'isola felice si era trasformata in una landa desolata di poche centinaia di cannibali che si ammazzavano disperati in guerre fratricide». Il Popolo Verde ascolta affascinato la lezione del vecchio navigante sulla tragedia che minaccia il mondo oggi, e l'intero pianeta diventa l'inferno dannato che fu l'isola perduta nel Pacifico. La popolazione della Terra cresce troppo rapidamente, dice Cousteau, le risorse non bastano più; il problema dello sviluppo è soprattutto quello del controllo demografico. Molti applaudono, qualcuno fischia, ci sono mormorii che si allargano per l'intera sala del Villaggio Verde. Rio in questi giorni è diventata la capitale del mondo. Il Vertice della Terra dibatte il nostro futuro comune, lo disegna, lo prepara, lo anticipa anche, nelle lunghe sedute di lavoro che ministri e diplomatici consumano chiusi dentro la cittadella del Riocentro; ma addosso a quel vertice esclusivo, riservato, che delega le sorti del pianeta a un consesso scelto di funzionari, preme poi da fuori tutto il mondo della gente comune, «della società che vorrebbe avere parte diretta nelle scelte del proprio destino», dice Tony Gros. E poiché la Cittadella ufficiale è imprendibile, la «società civile» si è costruita allora un suo Controvertice, un enorme villaggio di tende, di capanni, di stanavariegati che si allargano dentro i giardini del Parco Flamengo, affollati da un universo affascinante, pittoresco, di ecologisti in servizio permanente. «Ci sono rappresentate 2300 organizzazioni di 140 Paesi, dice Gros, che guida con qualche comprensibile affanno questo immane casino rumoroso che va sotto il nome di Global Forum, e i participanti ufficiali sono più di 14 mila». Gros ne parla con voce ormai assuefatta, ma il firmamento che i suoi numeri raccontano è un mondo inquietante e misterioso, dove s'incontra di tutto, le grandi organizzazioni ambientaliste come il Wwf, Greenpeace, la Lega, i Friends of Earth, ma poi anche la Fratellanza Bianca che canta inni al Signore degli alberi, i seguaci di un Babà indiano che ballano scatenati, i Baha'i silenziosi, lo stand dei registi del Kazakhstan, quello dell'Ospedale awentista, la Legione della buona volontà, il Movimento dei cittadini e popoli del mondo, e un'infinita varietà di altre legittime ma sconosciute ambizioni ecumeniche, molte delle quali segnate da un obsoleto risentimento antiamericano. Il Controvertice, comunque, è un'impresa molto seria e ambiziosa, dove gli spazi concessi liberamente alle pratiche del buddismo, ai figli del sole, alle prediche dei fratelli della luce, alle mille sette che inondano le terre della spiritualità e del pressappochismo, nulla tolgono alla serietà dei dibattiti e delle azioni degli organismi ambientalisti, che dalle tende e dai baracconi del villaggio marcano stretto l'andamento dei lavori della cittadella del potere. Cousteau vi parlava ieri pomeriggio, al mat¬ tino c'era passato il Dalai Lama, nei giorni scorsi erano venuti a incontrarvi il Popolo Verde la signora Gruntland, Bianca Jagger, un ministro francese, e tutti coloro che vogliono comunque confermare pubblicamente una professione di fede ecologista. Il villaggio anzi ha finito per crescere al di là delle sue stesse illusioni, è diventato un ammasso affollato e tendenzialmente incontrollabile di proposte d'ogni genere, rischiando di naufragare nel marasma dello spontaneismo: accanto a bramini e monaci tibetani o francescani, vi hanno trovato incomprensibilmente spazio gli occhiali RayBan, la Confindustria brasiliana, alcune agenzie di turismo, la società statale di idrocarburi (!) Petrobras, perfino la compagnia della Valle del Rio Dolce che è specializzata nello sfruttamento minerario in Amazzonia. E il costo della gestione è arrivato ali milioni di dollari, dei quali ce ne sono però in cassa soltanto 8 milioni e mezzo e i fornitori minacciano ora di tagliare ogni servizio. «Potremmo essere costretti a chiudere anche domani», ha detto Lindner, però gli ecologisti sono certi che la buona causa trionferà. Mimmo Candito Il Dalai Lama ringrazia per l'accoglienza gli indlos

Persone citate: Bianca Jagger, Cousteau, Dalai Lama, Gros, Lindner, Tony Gros