Un siriano riapre il caso Lockerbie di Gianni Bisio

Un siriano riapre il caso Lockerbie TERRORISMO E' sospettato di aver collaborato con il Fronte palestinese per l'attentato Pan Am Un siriano riapre il caso Lockerbie In manette il trafficante Al Kassar, amico diMenem MADRID. Terrorismo, documenti falsi, traffico di auto rubate: con queste accuse è stato arrestato mercoledì, a Madrid, Mozer Al Kassar, 44 anni, trafficante d'armi e di droga siriano, l'uomo chiave della «pista siriana» nelle indagini per l'attentato al «B-747» della Pan Am a Lockerbie, in Scozia, il 21 dicembre 1988 (270 vittime). Al Kassar è stato fermato dagli uomini del controspionaggio spagnolo all'aeroporto di Madrid dove stava transitando: arrivava da Vienna ed era diretto a Marbella, ma ha presentato un passaporto argentino contraffatto. Di lui si occuperà lunedì il giudice Baltasar Garzón, un magistrato che è considerato il Falcone della Spagna, specializzato in inchieste su terrorismo e droga. Mentre si esclude che il fermo sia in relazione al caso Lockerbie o alla bomba all'ambasciata israeliana a Buenos Aires, l'accusa potrebbe invece riguardare un attentato dell'84 in cui rimase paralizzato un agente del servizio segreto libanese. Il nome di Mozer Al Kassar venne fuori nell'ottobre dell'89 da un rapporto presentato al tribunale di Washington dalla compagnia aerea Pan Am, che aveva citato in giudizio i servizi segreti americani per l'esplosione del «B-747». A lui era arrivato Juval Aviv, 52 anni, ex agente del Mossad, il servizio segreto israeliano, oggi presidente della Interior, una delle più importanti agenzie di investigazioni private d'America. La sua indagine smontava la cosiddetta «pista libica», sostenuta dagli investigatori statunitensi, e ricostruiva i fatti in modo del tutto diverso, imbarazzando non poco la Cia. Secondo Juval Aviv, Al Kassar, uomo dai molti passaporti e ricco di relazioni pericolose, in cambio di una sorta di immunità sui suoi traffici di armi e droga, avrebbe aiutato i francesi nel rilascio degli ostaggi in Libano. La Cia lo avvicinò per avere, alle stesse condizioni, il rilascio degli americani. D'altra parte, Al Kassar era già noto da tempo agli uomini dei servizi- segreti Usa, coinvolto nell'affare Iran-Contras per una fornitura d'armi di un milione e mezzo di dollari, somma pagata dal colonnello Oliver North. Il siriano ebbe così via libera per le valigie di droga (tutte Samsonyte marroni) grazie alla collaborazione della Cia. A questo punto, secondo la ricostruzione dell'ex agente del Mossad, recentemente pubblicata da «Time», nella storia si sarebbe inserito Ahmed Jibril, capo del «Fronte popolare per la liberazione della Palestina-Comando generale», incaricato dagli iraniani di vendicare l'abbattimento del loro Airbus, nell'86, da parte dell'incrociatore americano Vincennes. Jibril avrebbe convinto il riluttante Al Kassar a collaborare e nella Samsonyte caricata a bordo del volo 103 della Pan Am, il 21 dicembre '88, invece di droga sarebbe stato messo un falso radioregistratore con esplosivo e un sofisticato detonatore. Un'ipotesi del genere era già stata avanzata dall'Fbi e dalla Dea iiell'89. Il cambio nei rapporti tra Usa e Siria (per la collaborazione nella Guerra del Golfo) ha però fatto propendere per la pista libica. Mozer Al Kassar ha molti passaporti e diverse identità. Suo cognato, Ali Issa Duba, è il capo-del servizio segreto siriano, sua moglie, Raghda, è imparentata col presidente Hafez Assad. Il trafficante gode di buone relazioni in America Latina, dove nel '90 aveva ottenuto la cittadinanza argentina. Solo una quindicina di giorni fa, l'ex moglie del presidente Carlos Menem ha mostrato il filmato di un incontro, a Damasco nell'89, tra il cognato Munir Menem, ex ambasciatore in Siria, e Mozer Al Kassar. Il passaporto argentino che ha provocato l'arresto del siriano a Madrid è stato ottenuto proprio grazie alle sue relazioni con Menem. Il fratello di Mozer Al Kassar, Haissan, è stato espulso il 19 maggio scorso dall'Argentina per aver esibito un passaporto brasiliano contraffatto. Gianni Bisio