Bettino non rinuncia a Palazzo Chigi

Bettino non rinuncia a Palazzo Chigi Il segretario del psi parla di complotto: «Sono nel mirino del partito trasversale» Bettino non rinuncia a Palazzo Chigi «Mascalzonate contro la mia famiglia» ROMA. Se fosse un romanzo avrebbe titoli del tipo «l'ultima partita», «l'ultima spiaggia», «l'ultimo duello», o giù di lì. Almeno il protagonista, Bettino Craxi, quasi certamente, ne sceglierebbe uno del genere. La storio poi sarebbe questa: il segretario del psi, sconfitto alle elezioni e nel mirino per lo scandalo milanese, prepara puntigliosamente un piano per tornare a Palazzo Chigi, ma alla vigilia della nomina escono fuori i verbali dell'interrogatorio dell'imputato principale che lo chiama direttamente in causa. E lui che fa? Si arrende? Nemmeno per sogno, tenta il tutto per tutto per diventare lo stesso presidente del Consiglio. Sì, colpito duramente, com'è nel suo carattere, Craxi reagisce facendo la voce grossa e contrattaccando. Ieri a tutti quelli che sono andati a trovarlo in quel «fort Alamo» che è diventato il palazzo della direzione del psi a via del Corso, il segretario del psi ha detto la stessa cosa: «Io il governo tento di farlo lo stesso». Lo ha comunicato al liberale Renato Altissimo e al socialdemocratico Carlo Vizzini, a Claudio Martelli e all'amico Massimo Pini. «Ci vuole proprio provare - ha spiegato subito dopo averlo visto Aldo Aniasi - mi ha detto: "A quei cialtroni che vogliono colpire me e la mia famiglia gli rispondo come meritano, mentre a Scalfaro avanzerò la mia candidatura per il governo". Io - ha continuato Aniasi -, da parte mia, gli ho solo ricordato che da mesi tutta que- sta storia aveva tutta l'aria di essere un piano ben organizzato contro di lui». Proprio l'atmosfera dell'ultima sfida: nel psi si respira dovunque. Tra i fedelissimi del segretario, che serrano i ranghi e ci credono nascondendo i loro dubbi. Come tra gli avversari, che si godono lo spettacolo sperando nel fallimento. «A rigor di logica è la tesi di Claudio Signorile Bettino dovrebbe star lontano in questo momento da Palazzo Chigi come dal veleno. Ma lui è consapevole che si tratta dell'ultima occasione e allora diventa quasi violento nella richiesta di fare il governo». Quella di ieri è stata proprio la giornata della controffensiva socialista. Craxi è sceso in campo in prima persona e ha parlato di «aggressioni e mascalzonate» contro di lui e la sua famiglia, ha criticato anche l'operato del giudice Di Pietro e ha chiesto la «testa» del parlamentare che ha diffuso quella parte dell'interrogatorio di Chiesa che lo chiama in causa. Dietro al segretario, a chiedere la punizione per il «mascalzone», sono scesi in campo il capogruppo dei deputati del psi, Salvo Andò (che ha posto il problema al presidente della Camera, Giorgio Napolitano), e l'Avantil Ma non è finita, Craxi ha dato l'«ok» anche ad un'iniziativa clamorosa annunciata da tempo ma non ancora messa in pratica: ieri sera il commissario del psi a Milano, Giuliano Amato, ha chiesto a tutti gli amministratori sociali¬ sti degli enti pubblici della Provincia di rimettere il loro mandato. Un'iniziativa «dimostrativa» nel tentativo di riconquistare un po' di credito nell'opinione pubblica. In privato Craxi ha ripetuto la teoria del «complotto»: lui è nel mirino del «partito trasversale» (cioè Eugenio Scalfari, una parte del pds, il pri, le lobbies e via dicendo) che punta a distruggerlo perché lo considera l'ultimò baluardo a difesa del «sistema dei partiti». E quello dell'altro ieri è stato l'ultimo tentativo per assestare «il colpo mortale» e i tempi stanno a dimostrarlo: non appena si è fatta strada l'ipotesi che Scalfaro avrebbe potuto'affidare a Craxi il compito di formare «un governo del Presidente», è scattata l'imboscata. I fedelissimi del segretario hanno ripetuto l'ipotesi della congiura ai quattro venti. «Tutti sapevano - ha raccontato Giusy La Ganga - che una volta che Scalfaro avesse affidato l'incarico a Craxi difficilmente qualcuno avrebbe potuto fermarlo. Per questo i suoi nemici hanno tentato di stopparlo adesso. Abbiamo ricostruito che è stato un deputato verde a fotocopiare la pagina dell'interrogatorio di Chiesa riguardante Craxi per darla ai giornali». Ed ancora: «Le vicende milanesi mettono a nudo problemi che riguardano tutti i partiti, nessuno escluso. Solo che mentre Bettino affronta la questione, Spadolini fa finta di non conoscere Del Pennino e Cicchetto fa la stessa cosa con Cervetti». Insomma, tutti ripetono che si è trattato di una «mascalzonata», di una «speculazione» per tentare di silurare il nascituro «governo Craxi». Ma Scalfaro darà l'incarico a Craxi? E lui riuscirà a formare il governo? Malgrado La Malfa, la Rete e i Verdi gli sparino addosso e gli avversari dicano che il Capo dello Stato lo abbia già cancellato dall'elenco dei candidati alla presidenza del Consiglio, il segretario del psi recita la parte dell'ottimista e i suoi collaboratori scommettono che ce la farà. «Dai dorotei - ha detto ieri La Ganga abbiamo saputo che Craxi ha il via Ubera della de. Né preoccupa la fronda interna visto che la fiducia al governo è a voto palese». E ricevuta la nomina dal Capo dello Stato, il segretario socialista è sicuro di portare in Parlamento un governo a cui difficilmente i partiti potranno dire di «no»: un esecutivo con al massimo 20 ministri e 20 sottosegretari, con tecnici come Ciampi e un programma di rigoroso risanamento economico. Sono solo i sogni di una persona che ha perso e non ammette la sconfìtta o una possibilità del genere esiste davvero? Claudio Signorile, che pure è un avversario, gli dà il 50% di possibilità di riuscita, ma avverte: «Per Craxi, in queste condizioni, più che arrivare a Palazzo Chigi, sarà diffìcile sopravviverci». Augusto Minzolini Bettino Craxi (foto grande) Qui accanto dall'alto Claudio Martelli, Claudio Signorile e Giusi La Ganga mia famiglia» no» perto» Lino Rizzi, direttore dell'Avvenire, giudica «obiettivamente infame l'episodio della fuga di notizie su Craxi». Il psi, comunque, è Bettino Craxi (foto grande) Qui accanto dall'alto Claudio Martelli, Claudio Signorile e Giusi La Ganga Curzi, Rocca, Rizzi Sansonetti e Feltri «votano» l'uomo dei referendum Damato e Fede sono per il leader del garofano ma con le spaile coperte dai partiti, altrimenti non riesce ad approvare nulla. Sono ottimista: io credo che nei partiti ci siano mol

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