Per la bella pizzaiola chiesti 11 anni

Per la bella pizzaiola chiesti 11 anni Processo bis alla ragazza e all'amico che tentarono di uccidere l'ex fidanzato Per la bella pizzaiola chiesti 11 anni E per la prima volta trema e piange Giovanna Leanza, la bella e bionda contitolare della pizzeria La Mimosa di Moncalieri, accusata assieme a Vincenzo Triscali, il suo ultimo spasimante, di aver teso nell'aprile '90 un agguato alla sua vecchia fiamma, Roberto Taretto, ha vissuto ieri una giornata drammatica. In apertura d'udienza davanti alla corte d'appello, il presunto complice Triscali ha chiesto di patteggiare una pena di 8 anni e uscire così subito dal processo. Lei, presa alla sprovvista, è rimasta per oltre due ore attanagliata dal dubbio: patteggiare una pena più mite e finire però quasi subito in carcere o scegliere il giudizio ordinario per sperare in un'assoluzione? Cosa fare? Tesa e pallida è rimasta a torturarsi nel corridoio della corte, incapace di decidere. Forse per la prima volta la bella ragazza s'è resa conto che quella sciocca vendetta contro l'ex fidanzato, colpevole di averla lasciata per un'altra, l'avrebbe portata in una cella delle Nuove. E, per la prima volta, s'è mostrata per quella che è: una giovane donna, con una personalità narcisistica, un po' infantile, vendicativa. La mani tremanti, gli occhi lucidi è rientrata in aula e s'è seduta vicino alla gabbia nella quale c'era Vincenzo Triscali. Deluso anche lui perché la corte (presidente Sacchi) ha ritenuto troppo mite la pena di 8 anni concordata tra i difensori Foti e Zancan e il pg Notarbartolo. Ci sarà il giudizio ordinario per entrambi. Il processo è continuato con la relazione del giudice a latere Nattero e la requisitoria del pg Notarbartolo che ha chiesto una condanna per entrambi ali anni di carcere, uno in meno rispetto alla sentenza del tribunale del maggio '91. Roberto Taretto, il giovane che la sera del 2 aprile '90 a Moncalieri scampò per miracolo alla morte ma perse l'occhio sinistro ha seguito con tensione l'udienza accanto agli avvocati di parte civile Santoni e Chiara Donat-Cattin. Taretto è rappresentante di articoli d'abbigliamento e spera di aprire un negozio a Monca¬ lieri. Spera soprattutto di vivere una vita normale dopo la paura degli ultimi due anni. Per lui Giovanna, il suo ex amore che avrebbe istigato il suo ultimo spasimante, il pizzaiolo semianalfabeta Vincenzo Triscali a sparargli, è rimasta un incubo. E anche ieri ha fatto di tutto per evitare lo sguardo della ragazza. Il tribunale ha assegnato a Taretto una provvisionale di 200 milioni, ma finora il giovane non ha visto una li- Giovanna Leanza, contitolare di una pizzeria a Moncalieri, è accusata per l'agguato in cui l'ex amico Roberto Taretto ha perso un occhio ra. Giovanna è proprietaria di una quota della pizzeria di Moncalieri che è stata sequestrata. Non ha altro. I genitori non possono essere chiamati a rispondere civilmente perché lei è maggiorenne. Giovanna, assistita dai difensori Mauro Vergano e Gigi Chiapperò per lo studio Chiusano, ha seguito l'udienza con aria preoccupata, tanto diversa dalla sorridente e spesso irridente ragazza del primo processo.

Luoghi citati: Moncalieri