Sull'agenda dell'amore di Lietta Tornabuoni

Sull'agenda dell'amore I ragazzi e i sentimenti: convegno e ricerca a Milano sui diari «Smemoranda» Sull'agenda dell'amore Tra fate, prìncipi e ranocchi P MILANO AROLE d'amore adolescente, estatico: «Ho scrìtto il suo nome su un albero morto, il suo no¬ me era così bello che l'albero è risorto». Oppure, con più disincanto: «La ragazza con cui sono stato fino all'ora di colazione non era gran che: Marina, 17 anni, di Brescia, ma almeno non sono rimasto solo come un pirla». Oppure, felice: «Finalmente! Ho trovato il mio lui: è splendido, spagnolo, di Sevilla... Eppure, come si può essere cretine come me? Come si può essere così fuori per uno che sta solo a 3000 km da qui e che al momento potrebbe essere a letto con altre cinque contemporaneamente?». Oppure, sofferente: «Ho pianto ali day, non mi sono mai sentita so male, piango, piango, ma poi cosa ho risolto? La vita per me non ha più senso». «L'amore necessario» si chiama, come il titolo del gran film di Fabio Carpi, un convegno che da oggi al Centro Congressi Cariplo di Milano riflette per tre giorni sull'«amore sociale», sulla solidarietà e sugli affetti quali si manifestano in risposta alla «società degli egoismi» contemporanea, sempre più antagonistica, selettiva, emarginante. Al convegno viene presentata la ricerca «Non c'è io senza te», coordinata da Corinna Cristiani: l'Istituto di Psicologia della facoltà di Lettere dell'Università milanese, la Provincia di Milano e Smemoranda si sono alleati per realizzarla; Gino e Michele, Fulvia Serra, Leila Costa, Massimo Cirri, Riccardo Massa la discutono; il materiale analizzato alla scoperta dell'esperienza amorosa ed erotica dei ragazzi è ricavato dalle agende Smemoranda. Bellissima idea, fenomeno editoriale, linguaggio di gruppo, mezzo d'espressione giovanile: si sa cosa rappresenti questo diario, questa agenda scolastica oppure no, oggetto per ricordare intitolato ironicamente alla perdita di memoria, delle dimensioni d'un quaderno, che esce ogni anno in quattro varianti con una tiratura di circa 600.000 copie a distribuzione nazionale. Quando l'iniziativa nacque, nel 1979, la tiratura era di 2000-2500 copie, la diffusione soltanto milanese: adesso, dice la ricerca, è «una sorta di simbolico collettivo di fratelli», un legame tra uguali con i suoi testi ironici, «un po' come una sorella» oppure «un cane cocker, fedéle» o «uno gnometto alieno che osserva tutto», un luogo creativo. Gli editori hanno visto che le agende venivano completate e trasformate dai ragazzi non soltanto con appunti e testi scritti ma con disegni, colori, ritagli, ricordi, feticci (biglietti di cinema o di treno, cerotti usati per piccole ferite emblematiche, bustine vuote), con fotografie di idoli spettacolari o famigliari, con versi di poesie o parole di canzoni, con rimandi a film [L'attimo fuggente era il più citato): persino le copertine venivano cambiate e manipolate con varii interventi. Hanno allora indetto due anni fa un concorso per la Smemoranda Usata Più Originale, primo premio un viaggio d'una settimana in Tunisia per due persone; hanno messo in mostra e celebrato con una festa le moltissime agende rielaborate dai ragazzi. Poi gli editori si sono accorti che, oltre alla manipolazione artistica, c'erano pure i contenuti: chiesto il permesso, garantito l'anonimato, la ricerca «Non c'è io senza te» ha analizzato, impiegando sette collaboratori guidati da Corinna Cristiani, le annotazioni diaristiche su cose d'amore. Il risultato non ha, naturalmente, valore statistico: l'esame è stato condotto su 130 agende, 106 delle quali compilate da ragazze, e l'età dominante è 16-18 anni. Ma sentimenti, umori, dolori o contentezze dell'amore adolescente sono significativi: essendo autentici, non hanno nulla di quell'estremismo finto, ribaldo e spettacolare prediletto dai media. Si allineano i momenti fatali: «Il primo giorno che l'ho visto è stato un incontro magico che non dimenticherò mai». Le incertezze: «Ora sono qui che scrivo per chiarire un po' la mia situazione. Mi piace un po' Marco, ma niente di particolare. Mi piace anche Carlo, ma anche Franco. E nessuno però mi piace proprio tantissimo. Non mi interessa qualcuno in particolare o meglio mi interessano tutti in modo particolare»; «Ci provavano insieme (due ragazzi)... poi ho scelto F. Non me lo sono fatto, ma lui ha fatto la piovra e poi ci siamo baciati. Stop. Spero che la cosa finisca qui e non girino strane voci». L'impossibilità amorosa: «Ero innamoratissima di R., era un omosessuale, io non avevo problemi perché era così... solo che quando ami una persona, almeno io, sento il bisogno di averla tutta. Era un rapporto poco possibile... allora mi sono detta, proviamo a cambiare di netto questa situazione, a stare con una persona più normale, più borghese e mi sono messa con N... ma una parte di me era sempre legata a R...»; «Stare nella stessa classe con Lucilla è una sofferenza: finché non la vedo, vabbeh, ma poi è un casino perché con la scusa dell'amicizia mi racconta tutto quello che fa con Marco... l'inizio della primavera è deleterio, Lucilla si mette delle mini vertiginose...». Ancora, le paure dell'abbandono: «Lui è una persona fantastica, ha due labbra irresistibili, il solo pensiero che forse in futuro qualcun'altra possa baciarle mi fa letteralmente impazzire... Lui è mio! Ma per quanto? Per molto? Io spero per sempre... ma si stancherà di me presto...». La mancanza d'autostima: «Mi sento orribile, grassa, brutta... che schifo di donna che sono»; «E' un enorme segno di crisi!... Sudo, studio per la matura, ma lui non me lo scordo! Merda!». La volubilità: «Che palle, Luisa mi continua a scriver lettere per capire come mai l'ho mollata. Italiano lo studio con G. ma non è ancora successo niente, nonostante i suoi abiti praticamente estivi...». Le pene, le felicità, gli stadii dell'amore adolescente sembrano quelli classici. Sono invece oggi più intensi e profondi, secondo la ricerca «Non c'è io senza te»: perché, nella società nostra in cui i tempi dell'adolescenza e della gioventù si prolungano molto, il mondo dei sentimenti «diventa lo spazio specifico per portare a termine l'individuazione» ed è la per¬ sona amata a fornire identità sociale adulta, identità sessuale, senso d'appartenenza. «L'amore raccontato nelle agende Smemoranda sembra dover essere inizialmente assoluto, come assoluto viene descritto il vuoto che deve colmare: il partner quindi non è un valore in sé, ma materia di proiezione dei propri desideri. Il crollo del partner taumaturgico e la sofferenza che ne deriva... sembrano preparare l'incontro col partner in carne e ossa... L'amore smette così di essere assoluto/eterno e diventa, nel bene e nel male, scoperta quotidiana. Parlarne sull'agenda sembra essere un modo di governare, col linguaggio scritto, simbolicamente, la turbolenza e le difficoltà di questa scoperta». ; «auolH b, ulo: Già. Le ragazzine diariste di Smemoranda risultano altrettanto ragionevoli: «Certo è un rischio confondere un mascalzone con il principe azzurro»; «Andrà a finire come tutte le altre volte, mi piace questo, mi piace quello, ma alla fine non mi metto insieme a nessuno. Perché? Prima o poi mi dovrò mettere insieme a qualcuno, cavolo!». Lietta Tornabuoni Romanticismo e buonsenso: «Prima o poi mi dovrò mettere insieme a Qualcuno, cavolo!» ZtCH£glW>*£6lO

Persone citate: Corinna Cristiani, Fabio Carpi, Fulvia Serra, Gino E Michele, Leila Costa, Massimo Cirri, Riccardo Massa, Sevilla

Luoghi citati: Brescia, Milano, Smemoranda, Tunisia