Pedalata al veleno tra i campi di Oreste Del Buono
Pedalata al veleno tra i campi RISPONDE O.d.B. Pedalata al veleno tra i campi Gent.mo sig. Del Buono, è con somma gioia che Le comunico che almeno per quest'anno non sarò infestato da pidocchi o altri parassiti di vario genere: sono stato, infatti, appena «trattato» con qualche diabolico veleno che uno zelante coltivatore stava spruzzando sui meli proprio in prossimità della strada che il fortunato sottoscritto stava percorrendo in bicicletta. Dopo l'euforia iniziale, mi è però sorto un dubbio, anzi più di uno... Marco Craveri Verzuolo (Cuneo) GENTILE signor Craveri, La ringrazio perché arricchisce questa rubrica di un argomento ancora non trattato e per di più Io porge con educata ironia. Non rassegnazione, perché il suo risentimento è civile, ma c'è, ed è perfettamente giustificato. Ma, prima di commentare ulteriormente il fatto, voglio trascrivere qui i suoi dubbi: a) «Oltre a "disinfettarmi" non avrà effetti collaterali nocivi la spruzzatura ricevuta? b) perché fa tanto scalpore la notizia di vitelli "estrogenati" e poi si mangia tranquillamente la mela o l'insalata avvelenata? c) come può difendersi un ignaro passante come me? d) con quale diritto il mio simpatico coltivatore avvelena me, chi mangia la sua frutta e chi beve l'acqua che, forse, scorre sotto il suo terreno? e) e gli insetti utili che passavano di là per caso? Pedal vetra i c poveracci anche loro! f) chi può rispondere alle mie domande?». lata eno ampi Io no, di sicuro, lo so (che non lo so) per esperienza perché tanti dubbi analoghi mi vengono continuamente in mente, e puntualmente restano insoluti. Un tempo, la vita in città come in campagna ubbidiva a un certo numero di regole elementari in grado di mantenere un minimo ordine, coltivare una minima razionalità e assicurare una minima possibilità di sopravvivenza. Naturalmente, queste regole avevano effetto perché c'era qualcuno che curava la loro applicazione. La grande crisi che attraversiamo è provocata dall'assenza di questi tutori del quieto vivere. «Assenza» non è il termine giusto, apparentemente i tutori ci sono tutti, anzi sono molto aumentati, ma considerano esaurito il loro compito con l'ostentazione della loro presenza. Illudersi che al loro aspetto corrisponda una vera attività espone alle peggiori sorprese. Tutti sono liberi di fare il peggio possibile e impossibile agli altri e anche a se stessi. L'unica regola sussistente è la sregolatezza. E' già molto se il suo zelante coltivatore non le ha chiesto un risarcimento per il veleno sprecato su di Lei. Oreste del Buono
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