L'ombra dell'Aids sul primo trapiantato

L'ombra dell'Aids sul primo trapiantato Ilario Lazzari ha la polmonite, non reagisce alle cure. Sotto accusa anche i farmaci emoderivati L'ombra dell'Aids sul primo trapiantato Trasfusioni sospette, è grave l'uomo operato al cuore a Padova PADOVA. Il rischio dell'Aids sul primo uomo dal cuore nuovo. Ilario Lazzari, il paziente di Vigonovo, operato da Vincenzo Gallucci il 14 novembre dell'85, si trova adesso nel reparto rianimazione dello stesso centro cardiochirurgico di Padova nel quale era stato eseguito il trapianto: forse è sieropositivo. E' intubato, afflitto da una grave forma di polmonite: il suo fisico non reagisce alle infezioni, proprio come si comportano i maIati di Aids. Le sue condizioni si sono aggravate nelle ultime ore. I medici escludono tuttavia, quasi con assoluta certezza, che la contaminazione possa essere arrivata dalle sacche di globuli rossi e di plasma trasfusi all'epoca del trapianto: dieci unità di globuli rossi e dieci di plasma, provenienti dalla banca del Centro universitario, ulteriormente filtrati per ridurre la quantità di globuli bianchi; a queste, si erano aggiunte altre otto unità provenienti da altri ospedali; ma Lazzari, in seguito, si era sottoposto a nuove trasfusioni. E quando i medici escludono la responsabilità del sangue, lasciano intendere che potrebbe esserci, invece, una responsabilità di farmaci emoderivati. «Ilario Lazzari è un ammalato grave - dice il direttore sanitario Luigi Diana -, con un'importante insufficienza respiratoria e varie infezioni generalizzate, che richiedono particolare attenzione e controllo». Secondo il responsabile del nosocomio padovano, tra l'agosto dell'85 e il marzo dell'86, era stato eseguito il test di ricerca del virus Hiv sul 60-70 per cento dei casi. Soltanto a partire da quest'ultima data il controllo era stato esteso alla totalità dei donatori. «Nell'85 il nostro Centro ha effettuato comunque 3400 test, nell'anno successivo 21 mila», conferma il primario di immunoematologia e del Centro trasfusionale Giuseppe Ongaro. Occorreranno ulteriori indagini per arrivare a maggiori certezze. Dal Centro Trapianti, in queste ore così delicate, i chirurghi seguono con apprensione le sorti del loro più illustre paziente. Lazzari è il fiore all'occhiello di questo Centro, voluto da Gallucci e ormai una realtà solida in campo internazionale. Il primario è morto in un incidente d'auto, sull'autostrada tra Verona e Vicenza, il 10 gennaio dell'anno scorso. Il giorno dei funerali, Lazzari piange: adesso è rimasto lui il simbolo di tutto quel lavoro. Partecipa il 20 aprile all'inaugurazione del Centro. Il 10 maggio, invece, diserta la prima assemblea: da due giorni è ricoverato per polmonite. Mario Lollo Ilario Lazzari

Luoghi citati: Padova, Verona, Vicenza, Vigonovo