«Cromoplastici» fascino segreto

«Cromoplastici» fascino segreto Forme e colori di Piemonti da Berman «Cromoplastici» fascino segreto Il nome stesso, «cromoplastici», dato da Lorenzo Piemonti (Carati; Brianza, Milano, 1935) alla serie di opere recenti presentate alla Berman (Galleria Tirrena, fino al 20 giugno) chiama in causa tanto il colore della Pittura quanto il plasticismo tridimensionale della Scultura. In realtà di tratta di realizzazioni in colori acrilici su tavole telate con rilievi in legno che spesso si sovrappongono loro attraversandole diagonalmente. Ne derivano quegli effetti dinamici che le caratterizzano, nell'ambito d'una ricerca, o di un'arte, concretamente progettuale e strutturata nelle geometriche sue scansióni. A volte sono opere definite «Ma-dì» (da materialismo dia¬ lettico): un'abbreviazione usata fin dal 1946 dall'argentino Carmelo Arden-Quin e di recente ripresa da un gruppo di artisti italiani, Piemonti compreso, portati - all'opposto d'ogni manifestazione «informale» - verso lo spirito di un'avanguardia costruttivista. Nella trentina di pezzi esposti, datati tra il 1988 e il '92, Martina Corgnati tende a mettere in evidenza «l'intima e profonda coerenza» dell'autore nella predilezione per i colori forti, puri, saturi, addirittura provocatori, come li ha definiti Bruno Munari. Tra forma e colore si sviluppa così una «tensione» che costituisce l'elemento segreto, fascinoso e affascinante. . [an. dra.J

Persone citate: Berman, Bruno Munari, Lorenzo Piemonti, Martina Corgnati, Piemonti

Luoghi citati: Milano