Crack da 57 miliardi In nove a giudìzio
Crack da 57 miliardi In nove a giudìzio Bancarotta fraudolenta per la Tecnofìduciaria Crack da 57 miliardi In nove a giudìzio Si avvicina la resa dei conti per i responsabili del crack da 57 miliardi della Tecnofiduciaria, dichiarata insolvente dal tribunale fallimentare nell'estate dell'88. Il pm De Crescienzo ha chiesto la citazione a giudizio di nove persone: l'amministratore delegato Roberto Alladio, 35 anni, il successore Mauro Soma, 33 anni, il presidente del consiglio d'amministrazione Giuseppe Sola, i consiglieri Antonia Guasti, Ugo Malvagna, i membri del collegio sindacale Armando De Maria, Livio Pairona, Maurizio Caramellino e Agostino Angeleri. Alladio e Sola sono accusati di bancarotta fraudolenta, gli altri imputati rispondono di falso in bilancio. Il meccanismo che ha provocato il dissesto è quello ben collaudato da altri spregiudicati finanzieri torinesi. Alladio, originario di Cuneo, un solido patrimonio di famiglia alle spalle, dopo aver costituito due società di leasing, diventa azionista della Tecnofiduciaria di Cremona, trasferisce la società a Torino, e crea una vasta rete di procacciatori d'affari che invogliano la gente a investire i loro risparmi in obbligazioni e titoli del debito pubblico. Stando agli accertamenti del commissario liquidatore Alberto Jorio, i titoli sarebbero stati utilizzati per ottenere aperture di credito dalle banche e finanziare illecitamente le società del gruppo. Il professor Jorio ha finora recuperato una decina di miliardi vendendo gli immobili delle società del gruppo.
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