In palio la piccola Europa

Sacchi in cerca di attaccanti per curare il mal di golNAZIONALE Il citi reagisce alle critiche sull'Italia avara di gioco ricordando: «Le mie squadre hanno sempre regalato spettacolo» Sacchi in cerca di attaccanti per curare il mal di gol attende Lentini PROVIDENCE DAL NOSTRO INVIATO Sacchi l'ha definito «un processo di Norimberga». Paragone un po' forte per le quattro accuse che sono piovute sulla Nazionale dopo il malinconico pareggio con i portoghesi. Ma è certo che per l'Arrigo il momento è delicato: c'è il rischio che di esagerazione in esagerazione si finisca per considerare le sue promesse di spettacolo un bluff, o almeno un irraggiungibile Nirvana. Ieri il citi ha riesibito i muscoli: «In diciassette anni da allenatore - ha detto, in un excursus dal Belluria alle glorie milaniste - ho sempre riempito gli stadi: non è un caso se le mie squadre non si sono mai esibite davanti a spalti vuoti. Il pubblico mi capisce e mi segue, tranne quelli che non vogliono capire e che non capiranno mai». Un manifesto chiaro, com'è lucida la certezza che basti essere al meglio il 14 ottobre, quando gli azzurri affronteranno la Svizzera. «Per quel giorno saremo pronti», ha garantito l'Arrigo. Ora, però, è da vedere con quali alchimie Sacchi trasformerà la Nazionale che segna al risparmio in una squadra capace di costruire più palle gol in una partita. Perché il problema si riduce a questo: con l'eccezione di Cipro e S. Marino, i materassi d'Europa, in tre partite l'Italia della riforma ha segnato due reti striminzite, una delle quali su rigore. «Proprio come ai miei tempi, quando si vinceva giocando un calcio più brutto - osserva Gigi Piva -. Il gol non è mai facile, soltanto chi possiede i fuoriclasse assoluti come sono stati Pelé o Platini o Maradona non fatica a segnare. L'importante è costruire una buona squadra, e questa lo è già, sperando che per l'estate 1994 qualcuno s'inventi fenomeno». Un riferimento piuttosto esplicito a Baggio, che rimane la grande variabile di questa squadra. Se il Divin Codino prende quota al fianco di Vialli Sacchi potrà recuperare una buona coppia d'attacco e l'allegria. Altrimenti dovranno crescere le alternative. Casiraghi potrebbe essere la più immediata. «L'ho sempre convocato, benché non stia giocando bene nella Juve», ha ribadito il citi, dimostrando di credere nel recupero dell'unico attaccante che può esaltare una Na¬ zionale molto votata ai cross. Ma il Casiraghi attuale è impresentabile, tanto che il citi esita a lanciarlo domani contro l'Eire. «Non credo che adotteremo il 4-3-3», ha annunciato l'Arrigo, pensando agli irlandesi. Eppure, con l'infortunio di Di Chiara e la squalifica di Donadoni per l'espulsione rimediata contro il Portogallo, ci sarebbe spazio per un'altra punta. Di volti nuovi o riciclati per il momento non si parla. L'unica eccezione è Lentini, che Sacchi ora giudica benissimo perché gli può risolvere il problema del tornante su tutte e due le fasce. E poi si può adattare a far la punta, come gli è riuscito quest'anno nel Toro. Degli altri: Schillaci è definitivamente bocciato («ha giocato un grande Mondiale, ora è in flessione»); Signori è un ragazzo di passaggio, come lo è stato l'altro foggiano, Baiano; Mancini è nel gruppo, però è giudicato un ricambio di Baggio e non di più; Melli e Buso si propongono dall'Under, ma sono proposte troppo futuribili. Insomma la strada del gol rimane lastricata di ciottoli scivolosi. E Sacchi potrebbe chiedere aiuto ai vecchi colonnelli che lo soccorsero nel Milan: gente come Evani, quando ci sarà, oppure Maldini e Donadoni. Uomini che sanno arrivare in porta, senza essere professionisti del gol. Maldini ci ha provato un paio di volte con il Portogallo. Berlusconi sostiene che sarebbe un grandissimo centravanti: lui, fininvestianamente, conferma che «il Dottore ha sempre ragione». «Con il mio fisico posso sfruttare certe situazioni sui calci d'angolo o sulle punizioni: ho il senso della porta, anche se in Nazionale non ho mai segnato. Prima o poi mi riuscirà», ha spiegato il figliolo del Cesarone, disposto a regalare a Sacchi più gioie di quante non gli abbia dato il padre con le ultime dichiarazioni. «Oggi fatichiamo a segnare perché siamo troppo legati agli schemi e non ci esprimiamo con fantasia: quando saremo più sciolti andrà meglio anche per Vialli e Baggio. Sono loro gli uominigol, hanno la classe per ripetere quello che fanno gli stranieri nel Milan. Io darò una mano, di tanto in tanto». In tempi di vacche magre può bastare. Marco Ansaldo li et Sacchi, alla ricerca di uomini gol, ha bocciato definitivamente Schillaci