«Avevo gambe di legno»

Grande Indurain o piccola Italia? Sul Terminillo il «gran burattinaio» del Giro stacca Chiappucci, affonda Chioccioli e Lelli Grande Indurain o piccola Italia? Ok Conti e Giovannetti TERMINILLO DAL NOSTRO INVIATO Come lo voghamo chiamare, il massacro del Terminillo o lo spezzatino delle alternative? Il ciclismo italiano aveva appunto, se ancora ve ne ricordate, tre alternative da opporre a Miguel Indurain: Chiappucci, Chioccioli e Lelli. Agendo come un frantoio che ti asciuga fino.alle sanse, la maglia rosa le ha ridotte a cenci. Chiappucci, perse le energie per attaccare, ha perso anche quelle per resistere; Chioccioli s'è liquefatto; Lelli si è impigliato nelle retrovie; Furlan è sparito dalla circolazione. Dice che la salita era pedalabile. Per Indurain senz'altro. E adesso chi ci libera da un tale spagnolo? I trenta secondi ceduti da Chiappucci non costituiscono, nel freddo calcolo dei tempi, un disastro. Sono però l'altrettanto fredda rivelazione che l'attaccante numero uno sulla prima montagna del Giro non solo non attacca; ma perde le ruote, costituiscono un invito a riflettere. Lelli ha riassunto le proporzioni di giovane in attesa di maturazione; gli oltre tre minuti di Chioccioli valgono l'annuncio di una resa o consentono la speranza di un dolomitico recupero? Non vogliamo intristirci. Decidete voi. Furlan, ci scusi, non possiamo più prenderlo in esame. Per i complimenti di circostanza, disponiamo, qui al Terminillo, di Roberto Conti, che non ha mai vinto una corsa in vita sua, e di Marco Giovannetti che nei lieti giorni della vigilia era esclusivamente una brava spalla di Fignon. E basta. Ci libereranno Conti e Giovannetti da un tale Indurain? Il connotato essenziale del fluido passista-scalatore che, a cronometro o in salita, sta prendendoci a mazzate, è la capacità d'una sistematica demolizione d'ogni tentativo di toglierselo dai piedi. Coraggio, guardiamo. Abolita la fuga a lungo metraggio dell'australiano Peiper, lo spagnolo Arrieta, il lettone Ugrumov e Conti inaugurano i giochi di alta quota. Indurain ha una sua lista di buoni e cattivi: questo lo lascio andare in ricreazione e quest'altro lo castigo. Conti dev'essergli simpatico. Vai. Ugrumov s'avanza. A Conti e ad Arrieta si uniscono Faresin e nientemeno che Fignon in folle progressione per pochi ma spettacolari chilometri. Furlan si estingue, Lelli e Chioccioli non ce la fanno più. Chiappucci segue le ruote di Indurain con la stessa dismvoltura con la quale si seguono, in bicicletta, le ruote di un Tir. Scatta Herrera e Indurain non fa una grinza. Scatta Giovannetti e Indurain, continuando a mulinare senza eccitarsi i due pah del telegrafo che si ritrova al posto delle gambe, lo succhia. Scatta l'americano Hampsten e gli tocca un uguale trattamento. Riscatta Giovannetti e Miguel non cambia il tema d'una virgola. Hampsten e Giovannetti deside- rano una definitiva prova della forza di Miguel e replicano l'affondo. Lo spagnolo li convince a desistere e siccome nemmeno un navarro come lui è di legno, si scoccia e decide di esibirsi in un finale chiarificatore. Che scena. Si mette in testa e son dolori. Chiappucci scoppia. Conti dice mamma mia, anche oggi mi va male. E gli va male. A duecento metri dal traguardo, quando ormai sembra che Indurain si accinga a concludere vittoriosamente la giornata, rompe gli argini un tipo secco, duro e vagamente lugubre, l'arrampicatore Luis Herrera, trentadue anni, colombiano di Fusagasuga. La tappa è sua. Non è intervenuto alla festa del Terminillo il danese Kim Andersen. Risultato positivo all'analisi antidoping è stato messo alla porta del Giro e licenziato in tronco da chi ancora lo pagava, la squadra francese «Z». A 34 anni, Andersen s'era ormai coniugato con il doping. Pescato 4 volte in fallo nella sua bombardata carriera, lo avevano radiato (1988) e in seguito riammesso alle bevande per intercessione dei danesi. Che cosa gli succederà? Essendo trascorsi più di due anni dall'ultimo controllo, se la caverà con tre mesi di squalifica, la condizionale e mille franchi svizzeri di multa. Che regole. Provaci ancora, Kim. Gianni Ranieri in due immagini la sintesi della tappa di ieri sul Terminillo; lo spagnolo Indurain (a sinistra) sorridente sul palco, Chiappucci (a fianco) distrutto dalla fatica

Luoghi citati: Conti, Italia