Altri imprenditori vuotano il sacco di Susanna Marzolla

Altri imprenditori vuotano il sacco Milano, gli ex sindaci Pillitteri e Tognoli negano tutte le accuse per le tangenti Cogefar Altri imprenditori vuotano il sacco Il giudice: così si dividevano le mazzette MILANO. Ma quanti miliardi di tangenti sono stati pagati? Ieri, stando alle indiscrezioni, si davano davvero i numeri: 16 miliardi, 13 miliardi... Sedici avrebbe detto di averli pagati Ivo Braglia, responsabile del settore trasporti della Abb italiana. L'azienda fa parte della multinazionale Abb e ha fornito i motori delle carrozze ferroviarie per la linea 3 della metropolitana milanese. Davvero per questa fornitura ha pagato una simile cifra? Nessuna conferma ma neppure nessuna smentita. «Segreto istruttorio», si dice. L'unica cosa che Ivo Braglia fa sapere è che si è presentato spontaneamente dal magistrato e che non ha ricevuto alcuna incriminazione. Tredici miliardi, invece, li avrebbe pagati un altro imprenditore, per il momento anonimo. Forse qualcuno dei non meglio precisati «amministratori delegati o presidenti di società» che sono stati interrogati ieri in procura? Di queste società è trapelato anche un elenco di nomi: Breda Ferroviaria, Marelli Stanga, Fiat Iveco, Socimi. Ma all'Iveco, ad esempio, si smentisce. Vero o falso, dunque? Difficile rispondere in un turbinio di voci sempre più incontrollabili (o forse rigidamente controllate). Per restare alla Fiat, prendiamo di nuovo il caso di Enzo Papi, l'amministratore delegato di Cogefar Impresit in carcere da quasi un mese. Dopodomani il Tribunale della libertà deve decidere sull'istanza dell'avvocato Chiusano contro il secondo ordine di cattura. E ieri è comparsa l'ordinanza, emessa dieci giorni fa, con cui il tribunale respingeva la precedente istanza. Solo una parte del documento però: dove si tratta della questione giuridica (se sia-cioè la Mm un ente pubblico: sì, rispondono i giudici) e dove (sorpresa! ) compaiono- i-nojpi degli ex sìhaaci" socialisti darlo Tognoli e Paolo Pillitteri. Si legge infatti che, secondo il pubblico ministero, proprio loro «avrebbero percepito le erogazioni del Papi per gli atti che il Comune di Milano ha posto in essere in relazione alla costruzione del passante e dell'intero servizio Mm». Secondo quanto il sostituto Di Pietro ha dichiarato «in sede camerale» (e cioè a voce, davanti al Tribunale della libertà; non nelle imputazioni scritte contro Papi) l'amministratore di Cogefar-Impresit sarebbe comunque colpevole di corruzione perché destinatario di presunte tangenti non sarebbe stato solo il vertice della Mm, nella persona dell'ex vicepresidente Luigi Carnevale (pds), bensì anche i sindaci, indubitabilmente pub- blici ufficiali. La notizia è ghiotta e fin dal primo pomeriggio viene diramata da un'agenzia di stampa. Subito dopo arriva però anche la precisazione dell'avvocato Chiusano: «Sono indiscrezioni false e tendenziose - dice - sono stati mescolati fatti veri e gravi omissioni in modo da nascondere la verità». E spiega: «E' vero che il dottor Di Pietro nella discussione davanti al Tribunale della libertà ha fatto i nomi dei due sindaci. Però ci si dimentica che questa tesi non è stata accolta dalla corte che ha definito come assolutamente non provata l'ipotesi di una dazione di denaro da parte di Enzo Papi ai due ex sindaci». Secondo i giudici, infatti, bisognava che la procura dimostrasse che Tognoli e Pillitteri avevano ricevuto somme dall'amministratore di Cogefar. Mentre, osservano, ciò non è avvenuto: «La prova non può dirsi raggiunta». Questa parte dell'ordinanza, però, è rimasta ben celata dal segreto istruttorio. Commenta Chiusano: «Resto sconcertato di fronte a queste continue fughe di notizie. E mi domando fino a che punto si voglia perseguire un'informazione obbiettiva». Gli fa eco Alberto Moro Visconti, anche lui difensore di Papi nonché di altri imputati: «Trovo scandaloso quanto sta avvenendo. Trovo incivile che al momento di un arresto, ci siano decine di telecamere e fotografi: proprio lì, in quel luogo e in quel momento». Smentite anche dagli ex sindaci tirati in causa. Tognoli: «Mai avuto rapporti con la Cogefar. E' in atto una campagna denigratoria nei miei confronti». Pillitteri: «Mai avuto versamenti di qualsiasi tipo dalla Cogefar. Vedo che continua una campagna intimidatoria dai toni martellanti». Smentite e minacce di querela. ss ^ 4 Conferme', invece, per quanto riguarda Salvatore Ligresti. L'avvocato Guido Viola, difensore di Matteo Carriera, ex presidente dell'Ipab, ha detto che effettivamente il suo cliente ha fatto il nome del costruttore. In particolare ha raccontato che Bruno Cremascoli, consigliere dell'ente, un giorno gli fece avere dei soldi (un centinaio di milioni), dicendo: «Li manda Ligresti per quell'affare» (vendita di terreni dell'Ipab). Secondo Viola anche Cremascoli, durante un confronto, avrebbe confermato il racconto. Ma al momento, nell'inchiesta-tangenti il nome di Ligresti compare soltanto in queste indiscrezioni, non in un provvedimento giudiziario. Susanna Marzolla Il procuratore capo di Milano, Saverio Borrelli 4

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