Governo, Scalfaro pensa a Craxi

Governo, Scalfaro pensa a Craxi Verso un esecutivo formato da tecnici di chiara fama, «anche vicini al pds» Governo, Scalfaro pensa a Craxi E il leader socialista pronto a dire di sì ROMA. Un salto di primo mattino a Montecitorio per fare quattro chiacchiere con un amico: fin qui quello di ieri per Oscar Luigi Scalfaro è stato solo un piccolo strappo ad una regola scritta negli anni che vede il Presidente della Repubblica chiuso nel suo eremo del Quirinale, lontano dal Parlamento. Ben maggiore risulta, invece, la novità se si viene a sapere che in quelle quattro chiacchiere Scalfaro ha già detto chi è il suo preferito per la presidenza del Consiglio e il personaggio in questione è Bettino Craxi, cioè il «candidato annunciato» che, per tanti motivi, si era perso nel tempo. Solo un «ballon d'essai»? Non proprio: se Scalfaro ha intenzione di dare l'incarico al segretario socialista, se non addirittura nominarlo come recita letteralmente la Carta Costituzionale, anche il candidato, Craxi, ha tanta voglia di gettarsi a capofitto in questa avventura, anzi da più di una settimana la sta preparando con cura. L'idea è quella del «governo del Presidente», che va in Parlamento e tenta di raccogliere la maggioranza, contando su un programma efficace di risanamento economico e di riforme istituzionali e, soprattutto, su una compagine di ministri autorevole sia sul piano tecnico che su quello politico. Craxi sembra pronto a correre un rischio del genere che per molte ragioni può rivelarsi un rischio calcolato: se riuscisse nell'impresa, infatti, rilancerebbe la sua immagine che per molti era al tramonto dopo la sconfitta nelle elezioni e lo scandalo milanese; se fallisse, in ogni caso, cadrebbe in piedi nel tentativo di imprimere una svolta alle vecchie logiche della politica.. Il «piano» probabilmente era nelta testa del segretario del psi da diverso tempo ma per camminare''avé^a bisógno'fche si creassero alcune condizioni. Innazitutto, un Presidente della Repubblica non ostile, e.con l'elezione di Scalfaro questo obiettivo Craxi lo ha raggiunto. Tra il segretario psi e il Presidente della Repubblica, infatti, c'è da sempre un «entente cordiale»: prima che cominciasse il grande scontro per il Quirinale i due ebbero un incontro e Craxi disse al futuro Presidente: «Se c'è uno spiraglio per te, ti aiuto»; poi, a Claudio Martelli che aveva qualche dubbio sul nome di Scalfaro il segretario del psi più di una volta ha risposto: «E' stato il mio ministro dell'Interno». Seconda condizione: un presidente della Camera «amico», meglio se pidiessino. Se oggi sarà eletto Giorgio Napolitano anche questo obiettivo sarà raggiunto e tra l'altro avrà una serie di implicazioni: prima fra tutte l'assenza di un socialista al vertice di tutte le alte cariche dello Stato (al Quirinale c'è un de, al Senato un laico, alla Camera un pidiessino) che rende forte la candidatura di Craxi. Fatti i due primi passi, adesso c'è il terzo, il più difficile. Nel psi tutti confermano che l'intenzione del segretario è quella di andare a Palazzo Chigi fin da adesso. E anche fuori più di qualcuno lo ha capito. L'altro ieri, ad esempio, discutendo al telefono con il segretario psdi, Carlo Vizzini, Craxi ha fatto un breve inciso sul governo: «Questa storia che stanno mettendo in giro di Spadolini a Palazzo Chigi se la possono anche togliere dalla testa...». E' bastato questo a far capire a Vizzini che per quel posto il candidato già c'era. Con gli intimi Craxi è stato ancora più esplicito. la scorsa settimana, addirittura, ha dissertato con Martelli e qualche altro fedelissimo sulla struttura del nuovo governo. L'esecutivo dovrebbe essere formato, soprattutto, da tecnici di chiara fama (almeno la metà). Craxi, ad esempio, ha in mente di offrire al governatore della Banca d'Italia, Carlo Azeglio Ciampi, la guida della politica economica. Poi, potrebbero essere inseriti anche «ministri tecnici» vicini al pds. «Basta che a Botteghe Oscure lo vogliano» ammette Giusy La Ganga. E i politici? Il segretario del psi conta di mettere insieme un esecutivo forte: dentro vorrebbe de del calibro di Arnaldo Forlani e Ciriaco De Mita e se la rappacificazione con il pri andasse in porto, lo stesso Giorgio La Malfa. Ci sarebbe un ruolo anche per Marco Pannella. Comunque, al governo andrebbero tutti politici di primo piano, per garantire al governo un certo seguito in Parlamento. Si tratta solo di ambizioni e di speranze malriposte? Forse, ma nel psi «l'operazione governo Craxi» è presa sul serio, eccome. «Vedrete - è arrivato a dire La Ganga ieri nel Transatlantico che sabato Craxiriceverà l'incarico di formare un governo del presidente». E come lui la pensano personaggi diversi come Claudio Martella e GianrfFDe Michelis. Ha annusato un'ipotesi del genere anche qualche de dall'olfatto sensibile, come Vittorio Sbardella: «Credo - è sua la previsione - che a Palazzo Chigi ci andrà Craxi e la de non potrà non appoggiarlo. E forse tra noi l'unico spiazzato sarà De Mita che aveva in mente altre cose». Lui, il candidato ritrovato, anche se non svela i suoi piani già si comporta da presidente del Consiglio. Anche troppo, quasi da suscitare un po' d'ironia. Ieri, davanti alla tomba di Giuseppe Garibaldi a Caprera, il possibile presidente del Consiglio ha detto: «Speriamo che la grande anima del generale aiuti gli italiani a superare le difficoltà di oggi, che sono grandi ma infinitamente meno di quelle che incontrarono gli uomini della sua generazione». Poi, tradendo la nostalgia per quei quattro anni trascorsi a Palazzo Chigi, Craxi è tornato a calarsi nei panni del «decisionista»: «Garibaldi non frequentava il Parlamento per le molte chiacchiere che si facevano». Augusto Zinzolini Ciriaco De Mita e Arnaldo Forlani qui accanto A destra, il segretario del psi Bettino Craxi durante la visita a Caprera In alto, il Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro

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