La frusta di Groucho di Masolino D'amico

La frusta di Groucho Il comico attraverso le lettere La frusta di Groucho ERA ora che qualcuno parlasse chiaro riguardo a Freud e ai suoi discepoli», scrisse Groucho Marx a un amico giornalista nel I960. «Non ne posso più di queste idiozie. Mi spiego: a) I genitori sono responsabili per tutti i figli fuorviati, i quali odiavano la madre, il padre, o entrambi, b) Tutto il mondo dello spettacolo ha avuto un'infanzia infelice e ha scelto il palcoscenico come forma di compensazione». «Prendi il mio caso, per esempio», continuava. «Io volevo bene a mia madre e a mio padre, erano due persone meravigliose e ci divertivamo molto insieme. Ho cominciato a fare questo lavoro perché il fratello di mia madre, Al Shean, guadagnava 250 dollari alla settimana (sans taxes). Decisi rapidamente che se nel mondo dello spettacolo circolavano tutti questi soldi, una fettina me la sarei presa anch'io». Col suo tono di buonsenso, sia pure spiritoso, la missiva è caratteristica del volume Le lettere di Groucho Marx, uscite in origine nel 1967 e ora prestigiosamente tradotte per Adelphi da Davide Tortorella. Dicendolo mi rendo conto di poter scoraggiare i fans di uno dei comici più surreali del secolo, uno cui è stato tributato l'onore, qui segnalato nientemeno che da Thornton Wilder, di essere citato da Joyce in Finnegans Wake, sotto forma di verbo. , «Ho inventato il telecomando» La frase, che può essere riprodotta ma non veramente tradotta, per la cronaca è «This is the three lipoleum Coyne Grouching down in the living detch». Il fatto è che nella stragrande maggioranza delle lettere Groucho è anziano, appagato, relativamente inattivo opera quasi solo per la tv, medium che comprensibilmente non ama, preferibilmente in shorts pubblicitari - e ormai artisticamente reazionario. Una visita a Le balco» di Genet (1961), per esempio, lo riempie di uno sdegno che coinvolge retrospettivamente anche Beckett. «Me ne sono andato alla fine del primo atto, ma mi hanno detto che nel secondo la maitresse diventa conducente d'autobus. La maitresse avrà anche avuto qualcosa di interessante da dire, ma se ne stava sdraiata sul letto con una delle sue ragazze (credo la si possa chiamare anche "impiegata") e sono andate avanti per una ventina di minuti a sussurrarsi parole che non giungevano fino alla quarta fila - cioè dov'ero ibernato io... Questa commedia è giunta al suo secondo anno off Broadway, e sarebbe assurdo se dicessi che non vale una cicca. Per quel che ne so potrebbe essere la più grande pièce mai scritta, ma io non l'ho capita, così come non ho capito Krapp's Last Tape ... Io sono un tipo all'antica, e mi piacciono Bye Bye Birdie e My Fair Lady*.». Senza dubbio conoscendo il suo pollo l'aiuico sceneggiatole e regista Nunnally Johnson gli aveva manifestato poco prima da Londra la propria perplessità davanti al Guardiano di Pinter. «Pinter dice alla moglie: "Ho qui un po' di scene mica male, ma sono tutte slegate, e non so che pesci pigliare". E lei risponde: "Ma sei scemo? Appiccicale insieme e fai diventare tutti barboni: saranno i critici a dirti che cos'avevi in mente". Ha funzionato a meraviglia. Il sig. Pinter è inca pace di scrivere una sola parola che i critici non capiscano perfettamente:..». A parte pochi, rari familiari, qualche datore di lavoro e qualche giornale cui rivolgersi pubblicamente, quasi tutti gli interlocutori del vecchio clown sono suoi amici dello show-business, da intrattenere piacevolmente con qualche battuta brillante e con cui commentare i tempi che cambiano, di solito non in meglio. Ad essi egli comunica, anche," certi suoi piccoli stratagemmi onde migliorare la qualità della vita. Alle volte per la verità egli appare all'avanguardia rispetto all'epoca; già nel 1954 scrive al presidente della Chrysler per esortarlo a trovare un dispositivo che elimini la fuoruscita del monossido di carbonio. E nel 1950 descrive un proprio marchingegno in seguito diventato indispensabile a tutti: «Ho risolto il problema della tivù facendo collegare un telecomando all'orrida scatoletta. Appena echeggia la prima parola della pubblicità, tac, cala il dito sul pulsante e lo stolido imbonitore che abbaia le virtù di Odorono, del dentifricio Lifeguard, dei tappeti Mohawk e dello shampoo Halo è ridotto ad istantaneo, oblioso silenzio». Dieci anni dopo non vedeva ragione di rivedére le sue posizioni in materia. «Il cervello di un ragazzo non può non marcire, a forza di assistere sera dopo sera a questa spaventosa processione di sciocchezze, e temo che éntro dieci anni avremo una popolazione composta interamente di imbecilli», scrive ra<S contando la teledipendenza della giovane figlia. «Quando ero piccolo, noi leggevamo. Continuo a buttare libri nella camera di Melinda e lei continua a ributtarli fuori. Ieri sera ha buttato fuori anche me. Secondo me, l'unica cosa buona della tivù è avermi permesso di guadagnare molto più di quanto non meriti». La raccolta insomma si lascia sfogliare, ma contiene poche sorprese; da vero professionista, Groucho investiva il meglio del suo talento nel lavoro. In qualche scherzo comunque ci si imbatte, magari d'annata. Al quasi coevo Eddie Cantor che nel 1964 gli chiede quali fossero state le risate più fragorose ricevute nella sua carriera Groucho cita due facezie entrambe dallo spettacolo Ritorno a casa (1914): «Una era quando Zeppo usciva dalle quinte annunciando: "Pa', è arrivato l'uomo della spazzatura", e io rispondevo: "Digli che non ne vogliamo". «Amo una donna e lei anche» L'altra, quando Chico mi stringeva la mano dicendo: "Vorrei congedarmi da tua moglie", e io: "Chi non vorrebbe?"». Non che non ci sia ogni tanto la zampata del leone. Chi malgrado tutto vuole l'assurdità ad ogni costo può, cercando bene, imbattersi in brani come questo del 1955, al commediografo Harry Kurnitz: «Ormai avrai cominciato a sospettailu. come corrispondente non sono all'altezza di Emily Di ckinson, ma lei era una donna e io sono un uomo, e le donne hanno più tempo per scrivere lettere perché non sono occupate a dar la caccia alle donne a meno che, s'intende, non siano lesbiche. (Molti anni fa diedi la caccia a una donna per quasi due anni, finché scoprii che i suoi gusti erano identici ai miei: entrambi andavamo matti per le ragazze)». Masolino d'Amico

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