«Ecco la mia Africa in casa»

«Ecco la mia Africa in casa» A Roma più di mille persone in coda per denunciare pellicce e animali rari «Ecco la mia Africa in casa» Regnano caos e tensione negli uffici della Forestale C'è chi porta palle da biliardo e tasti di pianoforte ROMA. E' partita nel caos la prima giornata utile per denunciare la proprietà di pelli ed oggetti di animali protetti. Non sarà un censimento facile. Lo si è visto ieri a Roma nella sede centrale del corpo forestale dove, dalle 9,30, si sono affollate circa 1000 persone. Dalla signora preoccupata per la sorte delle sue pellicce al giovane collezionista di pappagalli. Numerosi quelli che di ritorno da un viaggio in Africa hanno riportato una zanna di elefante come souvenir. Ma la scarsa informazione ha portato la gente a denunciare anche le cose più varie: tasti di pianoforte e palle da biliardo in avorio, borse di struzzo, soprammobili, pettini di tartaruga, orchidee, cactus, gufi impagliati. Molti, sgomenti, chiedevano se andavano denunciate anche le pellicce di visone, di volpe e di castoro. I funzionari dell'ufficio forestale si sono affannati a spiegare che le pellicce «vietate» dalla legge sono solo quelle di animali in via di estinzione e comunque protetti. Bisogna quindi autodenunciare solo giaguaro, leopardo, ghepardo, tigre, ocelot lontra (alcuni tipi), morgoy. Molta l'irritazione per questo provvedimento. La gente si è spaventata per le pesanti sanzioni previste e per la possibilità che ci sia una relazione tra questa iniziativa e la dichiarazione dei redditi. L'ingegnere Ugo Mereu, coordinatore in Italia per l'applicazione della Convenzione di Washington, spiega che si è creato un allarmismo ingiustificato. Il provvedimento serve soprattutto a stroncare il mercato clandestino di animali in via di estinzione e non c'è alcun rapporto con l'accertamento dei redditi. La confusione maggiore c'è stata per capire quali sono esattamente gli oggetti da autodenunciare. I funzionari che hanno dovuto fronteggiare la tante domande hanno chiarito un po' la situazione: nessun obbligo di denunciare gli articoli di piccola pelletteria e i monili di avorio e tartaruga. Da un borselli¬ no o da una collana non è possibile infatti identificare le specie di appartenenza. Per i casi dubbi il consiglio è di compilare e consegnare comunque i moduli previsti, sarà poi il corpo forestale competente a dare una risposta. Con poca fatica si può così evitare di incappare nelle pesantissime sanzioni previste. Dai 10 ai 40 milioni per i privati che non hanno comunicato il possesso di singoli oggetti, fino ai 400 milioni previsti per il commercio in specie protette. Per la concreta applicazione della legge - che scatterà il 6 giugno prossimo - mancano ancora 4 decreti attuativi che sono da tempo sul sul tavolo dei ministeri interessati (Ambiente, Agricoltura, Finanze). Uno di questi chiarisce nel dettaglio quali oggetti vanno autocertificati e quali no. Per tutti coloro che entro sabato volessero denunciare pelli, animali o oggetti sono aperti gli uffici del corpo forestale. Qui si trovano affissi gli elenchi completi delle 600 specie protette e si ritirano le domande su moduli già predisposti. Il direttore generale per l'economia montana e le foreste si dimostra rassicurante. «Non c'è nulla da temere - ha detto -,la denuncia non deve spaventare nessuno. E' un atto di civiltà. L'anagrafe dei morti può contribuire a salvaguardare la va- rietà delle specie sulla terra». Nobili parole che non tranquillizzano però del tutto i numerosi italiani amanti di animali e piante esotiche e rare. Molte sono state le critiche. L'Unione consumatori ha definito il provvedimento «la solita norma cervellotica studiata per infastidire i cittadini». Secondo l'associazione di categoria, infatti, le famiglie saranno costrette a fare un «inventario di tutti gli oggetti casalinghi per verificare che non siano fatti con qualche parte del circa migliaio di animali o piante protette». L'associazione italiana pellicceria fa notare che siamo «l'unico Paese in Europa ad avere adottato pene così severe: in Germania sono escluse sanzioni per il consumatore». Il WWF ha accolto con favore la applicazione della convenzione sul traffico degli animali e delle piante protette, ma solllecita un decreto ministeriale che chiarisca meglio alcuni punti della legge. Maria Corbi Il governo deve ancora fare il decreto che spiegherà nei dettagli la normativa A sinistra una delle pellicce che vanno denunciate entro il 6 giugno Gli uffici della Forestale presi d'assalto dai cittadini. Sopra Rino Formica, anche il suo ministero si occuperà della materia ISTRUZIONI PER L'USO DA DENUNCIARE PELLICCE: LEOPARDO, TIGRE, ZEBRA, GATTO SELVATICO, GHEPARDO, GIAGUARO, PUMA, OCELOT, PANTERA NEBULOSA CINTURE, BORSE E PORTAFOGLI: COCCODRILLO, CAIMANO, TARTARUGA, BOA TROFEI: ZANNE D'ELEFANTE, CORNO DI RINOCERONTE DA NON DENUNCIARE AVORIO: COLLANE, BRACCIALI E MONILI A USO PERSONALE PELLICCE: VISONE, VOLPE, CASTORO

Persone citate: Caimano, Leopardo, Maria Corbi, Ocelot, Rino Formica, Ugo Mereu

Luoghi citati: Africa, Europa, Germania, Italia, Roma, Visone, Washington