«Le Tremiti annesse alla Libia» di Anna Langone

«Le Tremiti annesse alla Libia» La richiesta del sindaco de: riunirò il Consiglio perché Roma ci ha traditi «Le Tremiti annesse alla Libia» Fogne, trasporti, depuratore fermi «Con i soldi del governo non si vive» FOGGIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Le isole Tremiti passeranno alla Libia? La richiesta non è dell'imprevedibile Gheddafi, ma del primo cittadino dell'arcipelago pugliese, il de Giuseppe Calabrese: «Riuniremo il Consiglio per chiedere la annessione alla Libia - dichiara - e poi prenderemo contatti con l'ambasciatore libico a Roma». La notizia è destinata a sollevare commenti tra l'incredulo e il divertito, ma nelle Diomedee sono pronti a tutto, anche a diventare africani. I motivi? Le isole hanno il depuratore, ma l'impianto rischia di marcire perché mancano i soldi per completarlo; vi è un servizio di trasporto rifiuti sulla terraferma, ma il decreto legge di quest'anno l'ha messo fuorilegge. Risultato? «Da due giorni i rifiuti non vengono raccolti e l'intera San Domino è una pattumiera. L'ennesima prova di come lo Stato non ci pensi: anzi, a Roma hanno saputo che esistiamo solo da quando Gheddafi rivendicò la proprietà dell'arcipelago». Gennaro Carducci, vicesindaco e assessore al Commercio del monocolore de, riassume gli annosi problemi di questa terra, dove personaggi famosi, dai capitani dell'industria ai cantanti Dalla e Ron, cercano rifugio dalle fatiche. Un paradiso che rischia di chiudere: già anni fa il Comune (de e Lista civica), sempre per depuratore e rifiuti, aveva minacciato di vietare l'approdo ai turisti. Ora la chiusura delle isole diventa una necessità. Le Tremiti, 300 residenti, d'estate raggiungono presenze in camping ed alberghi di 2000 persone, soltanto una parte di quelle che, come pendolari, a bordo delle flottiglie, si riversano ogni giorno sulle spiagge di San Domino e nelle calette vicino alle grotte. Un mare di gente che fa aumentare la quota di 250 quintali di rifiuti che, la settimana, raggiungono la terraferma. Un sistema adottato da tre anni e che avrebbe dovuto avvalersi di un finanziamento della Protezione civile di 725 milioni annui «invece ci hanno dato 600 milioni in tutto - spiega il vicesindaco - e la ditta non vuol saperne più di farci credito. Con i trasferimenti statali non riusciamo a garantire l'essenziale: per pagare i dipendenti abbiamo dovuto gonfiare il bilancio ed applicare la tariffa massima per la tassa rifiuti. Ma ora basta». A settembre, per i vincoli paesaggistici che ingabbiano San Domino, San Nicola e Capraia, la stazione di trasferimento, cioè il sito di stoccaggio dei rifiuti, dovrà sloggiare: verrà meno così anche l'unica, minima alternativa al trasporto via mare, vietato per decreto. E la rabbia sulle isole cresce, come la polvere che circonda le poche auto in transito sulle stradine, eterne mulattiere per mancanza di fondi. Emblematica della perenne emergenza la sistemazione del municipio: è in un vecchio maniero, in cima ad una salita ciottolosa a San Nicola. La nuova sede, dopo proteste, è stata completata, ma mancano 80 milioni per gli arredi. «E' così per tutto dicono gli isolani -; anche per completare le fogne occorrono pochi milioni, mica miliardi». Ma la Regione e la Provincia rimangono sorde alle richieste dei tremitesi che, spingendo sull'acceleratore, hanno voluto investire della protesta anche il presidente Scalfaro. Anna Langone Il leader libico Gheddafi, a lui fa appello il sindaco delle Tremiti In polemica con lo Stato italiano

Persone citate: Gennaro Carducci, Gheddafi, Giuseppe Calabrese, Scalfaro

Luoghi citati: Foggia, Isole Tremiti, Libia, Roma