Denuncia-pellicce, è caos di Luisella Re
Denuncia-pellicce, è caos Oggi il via: è un rebus la legge che obbliga la segnalazione Denuncia-pellicce, è caos / venditori tempestati di telefonate Anche per posta l'avviso ai forestali «Obbligo di denunciare ogni pelliccia di pantalopo, margay o yaguarondi? Ma se a Torino animali del genere non sappiamo neppure cosa sono...». Bruno Voghino, presidente del gruppo artigiani dell'Associazione pellicciai, ci ride sopra: chissà se il margay è parente dell'indimenticabile «sarchiapone» di Walter Chiari... Spiega tornando serio: «L'unica novità è che sta per entrare in vigore la legge 150, che il febbraio scorso sancì l'obbligo di denunciare ogni pelliccia od oggetto ricavato da animali protetti in base alla Convenzione di Washington del '73 e il regolamento Cee dell'82». Per gli addetti ai lavori, dunque, nessuna sorpresa. Tranne quella per cui, «causa il marasma politico, è slittata la circolare che avrebbe dovuto limitare l'obbligo alle aziende di settore, escludendo i privati». Risultato: «Noi pellicciai stiamo vivendo incollati al telefono per informare le clienti. E non chiedetemi le reazioni...». Fatto sta che la legge non transige. Oggi il via alle denunce. Nel bestiario che «scotta»: armadilli, lemuri, mandrilli, scimpanzé, gorilla, oranghi, lupi, panda, lontre (alcune specie), ghepardi, puma, ocelot, giaguari, leopardi, tigri, foche monache, balene (tutte), elefanti (ma solo se asiatici), zebre reali, rinoceronti, struzzi, condor, testuggini, alligatori, caimani, boa (al- curii), storioni. E persino qualche cactus e alcune orchidee. Tutti da denunciare immediatamente presso il Corpo forestale di Stato, a partire dai 38 animali da pelliccia, compreso il «pantalopo» che chissà cos'è. Chi possieda anche solo una di queste bestie viva, morta, ridotta a capo di vestiario o accessorio di arredamento, dovrà comunicarlo ai forestali entro sabato 6 giugno. Per gli inadempienti, una multa da dieci a 400 milioni o addirittura l'arresto. E per chi opera nel settore, una serie irrisolta di enigmi: in mancanza di una punzonatura, ancora ipotetica, come distinguere, ad esempio, una borsetta di coccodrillo selvatico da una di coccodrillo di allevamento? Per mettersi in regola, fortunatamente, basterà una dichiarazione con firma autenticata portata o spedita al Corpo forestale dello Stato. A Torino, il coordinamento regionale si trova in corso Galileo Ferraris 2, dove in questi giorni gli uffici sono aperti dalle 8 alle 14; in via eccezionale, dalle 15 alle 17. Compresa l'intera mattina del prossimo 6 giugno. «Facciamo il possibile per facilitare il censimento - spiega il coordinatore regionale Piero Colombo - nonostante anche noi siamo stati presi alla sprovvista. Come in tutt'Europa, difatti, eravamo convinti che ci si limitasse a pellicciai, produttori e conciatori». Dal pettine di.tartaruga agli orecchini d'avorio, invece, tutto dovrà essere minuziosamente censito, anche se non è indispensabile aver conservato la fattura in quanto la dichiarazione verrà accettata comunque. «Tutti gli uffici del Corpo forestale - precisa Colombo - possono ricevere e autenticare le denunce, disponendo dei moduli e degli elenchi con le spècie interessate: tanto il coordinamento regionale e provinciale quanto i comandi di stazione forestale». Per chi spedisca l'autodenuncia farà fede la data del timbro postale. Stasera, intanto, l'Associazione pellicciai si riunirà per fare il punto della situazione. E per capire quali sono le lontre ancora «frequentabili». Luisella Re Tra le 38 specie di animali da proteggere anche elefanti e tartarughe Per mettersi in regola basterà una dichiarazione con Arma autenticata portata o spedita al Corpo forestale
Persone citate: Arma, Bruno Voghino, Piero Colombo, Walter Chiari
Luoghi citati: Europa, Torino, Washington
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