Scoperti gli armieri delle cosche

Scoperti gli armieri delle cosche Fucili e pistole entravano in Piemonte dalla Svizzera: il pagamento con carichi di droga Scoperti gli armieri delle cosche Dodici arresti, nella rete pizzaioli e baristi Il blitz dopo mesi di indagini della Criminalpol La Criminalpol di Torino ha sgominato nella Val d'Ossola una organizzazione internazionale, composta per la maggior parte da pregiudicati calabresi, specializzata nel traffico di armi e droga tra la Svizzera e l'Italia. Si è trattato della prima operazione condotta sotto la supervisione della Procura distrettuale antimafia del Piemonte. Le armi arrivavano dal territorio elvetico e finivano in mano alla criminalità italiana specializzata in grossi colpi ai danni di furgoni blindati, banche e camion Tir. La droga veniva invece inviata in Svizzera, spesso come forma di pagamento del materiale bellico. Il blitz antimafia è scattato all'alba di sabato ed è stato portato a termine dagli uomini della Criminalpol diretti dal dottor Salvatore Surace. Sono state arrestate 12 persone, residenti per la maggior parte a Domodossola. Gli arrestati sono: Francesco Lombardo,. 37 anni, via Aldo Moro 9, titolare di un'agenzia assicurativa; Domenico Romeo, 56 anni, pregiudicato, via Giovanni XXIII 71, titolare della «Simplar Car» concessionaria di import-export; Pietro Romeo (omonimo ma non parente di Domenico), via Sempione 57, pizzaiolo in Svizzera; Francesco Nocera (32), via Alpe Deveso 6, titolare del ristorante «Il Cavallino» a Craveggia; Franco Trovato (31), via Veneto 6, titolare del bar «Pinky». Inoltre: Gregorio Rogolino (30), pregiudicato, ex sorvegliato speciale, residente a Premosello Chiovenda; Mario Delle Donne (52), abitante a Roveredo, nel Cantone dei Grigioni, cambista abusivo al Casino di Campione d'Italia; Mario Pisano (50), pregiudicato, del Nuorese, abitante a Pieve Vergonte; Leonardo Manta (28), pregiudicato, del Casertano, residente a Cadegliano, nel Varesotto; Orazio Ricchiuto (32), pregiudicato, di Acquarica del Capo (Lecce), operaio a Berna dove risiede in Langstrasse 9; Domenico Daddato (41), residente a San Nicola di Bari, via Di Vittorio 38, impiegato al Compartimento ferroviario di Milano. Infine una donna: Oliva Lai, 27 anni, di Busto Arsizio, abitante a Ceppamorelli. Il gip del Tribunale di Torino, Luigi Acordon, ha emesso nei loro confronti ordinanza di custodia cautelare in carcere; si ipotizzano i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di armi e stupefacenti, introduzione in Italia di armi, cessione ed esportazione in Svizzera di cocaina ed eroina in quantità rilevanti. Spettacolari gli arresti, eseguiti con l'impiego di un centinaio di agenti, diversi cani antidroga e due elicotteri. L'indagine della Criminalpol di Torino è la prima finalizzata a contrastare un'organizzaione criminale di elevata pericolosità; è stata coordinata in Piemonte dalla Procura distrettuale di Torino,che sarà collegata con la Superprocura nazionale, in un pool di magistrati: Paolo Tamponi, Anna Maria Loreto, e Patrizia Caputo, in stretta collaborazione con Corrado Lembo, sostituto procuratore di Verbania, e l'autorità giudiziaria del Canton Ticino. Le armi (mitragliette Skorpion, fucili mitragliatori Kalashnikov, fucili a pompa, e relativo munizionamento, venduti da un minimo di 2 fino a 4 milioni di lire) erano destinate alla malavita campana, calabrese e pugliese. Ovvero a camorra, 'ndrangheta, e Sacra corona unità. Nonché a bande di rapinatori di banche e furgoni postali e Tir, che operavano in Piemonte e Liguria. E proprio su questa parte delle indagini c'è un estremo riserbo. Un riserbo che dovrebbe invece già cadere nei prossimi giorni per quanto riguarda la provenienza di gran parte di questo materiale bellico, in arrivo, di contrabbando, dai Paesi dell'Est (Cecoslovacchia, Albania, Romania, l'ex Unione Sovietica). Singolare anche la formula di pagamento adottata in certi casi: una contropartita in cocaina ed eroina, destinata al mercato svizzero, proveniente dalla Turchia, seguendo la rotta della droga dei Balcani. Ivano Barbiere La prima operazione della Procura anti<riminàlità zzera: il pagamento con carichi di droga ri delle cosche SINGOLARE ANCHE LA FORMULA DI PAGAMENTO ADOTTATA DALLE COSCHE IN ALCUNI CASI: UNA CONTROPARTITA IN COCAINA ED EROINA, DESTINATA AL MERCATO SVIZZERO, PROVENIENTE DALLA TURCHIA, SEGUENDO LA ROTTA DELLA DROGA DEI BALCANI. CI SONO VOLUTI MESI DI INDAGINE PER RISALIRE ALLE PEDINE DELL'ORGANIZZAZIONE, MANOVRATA DAI BOSS MAFIOSI. a e a à KalashnikoIl mitra della mafia Tre settembre 1982: il genCarlo Alberto Dalla Chiesmoglie Emmanuela muoiPalermo in un agguato diprotagonista un'arma da ra, il mitragliatore Kalakov. Di fabbricazione sovcon caratteristiche tecnon modernissime ma dubbio funzionali (600 cominuto), il mitragliatore47» esordì nella guerra tramiglie palermitane nel con due morti eccellenti, Stefano Bontade e Salvatozerillo. Da allora, la malavita nizzata Sicilian4,e calabrea&dVmòlto dello sue al mitragliatore Sovietico Dall'alto in basso: manette per Francesco Lombardo e Franco Trovato, residenti nel capoluogo ossolano; Mario Pisano, nuorese, Gregorio Rogolino e Leonardo Manta