Il risparmio torna sotto il materasso

Il risparmio torna sotto il materasso Dai dati di Bankitalia la conferma di una «sindrome da sfiducia» verso lo Stato Il risparmio torna sotto il materasso Il signor Rossi riscopre titoli esteri e conti correnti ROMA. Meno bot, più titoli esteri e, soprattutto, più contanti sotto il materasso o in banca: è questo il quadro del risparmio delle famiglie italiane nel 1991 così come emerge dai nuovi calcoli compiuti dalla Banca d'Italia e contenuti nella relazione che il governatore, Carlo Azeglio Ciampi, ha letto sabato davanti all'assemblea annuale dell'istituto di emissione. Un quadro che conferma l'impressione tante volte riscontrata sul mercato dagli operatori finanziari circa un calo della fiducia delle famiglie nello Stato-cassiere e una maggiore attenzione alle opportunità offerte dall'estero ed alla sicurezza rappresentata dalla liquidità. La revisione dei calcoli compiuta dalla Banca d'Italia fornisce non poche novità. Nel 1991, ad esempio, i risparmiatori italiani hanno «scoperto» gli investimenti all'estero resi possibili dalla liberalizzazione valutaria: la consistenza complessiva delle attività sull'estero detenute dalle famiglie ha superato così i 77 mila miliardi di lire, con un balzo del 25,7 per cento rispetto all'anno precedente. Questa «fetta» del risparmio degli italiani rappresenta quindi il 3,2 per cento della ricchezza finanziaria delle famiglie, un valore che - nota il governatore nella sua relazione - pur essendo ancora basso rispetto agli altri Paesi, comincia ad avere una sua consistenza. Se, dunque, gli italiani hanno scoperto il gusto di investire all'estero, a pagarne un po' le conseguenze sono stati i bot, rifugio tradizionale del risparmio delle famiglie: la quota dei titoli di Stato sul flusso totale delle attività finanziarie delle famiglie è scesa così dal 34,7 al 31,8 per cento. Hanno attirato meno le famiglie italiane anche i depositi a risparmio ed i certificati di deposito offerti dalle banche la cui quota è scesa dal 25,3 al 16,1 per cento del flusso totale. Assolutamente insignificante, grazie anche alla crisi di Fiaz- za Affari, è diventato l'investimento in azioni e partecipazioni la cui quota si è ridotta di un terzo passando dal sette per cento del 1990 al 2,2 per cento. Segno inconfondibile di paura del futuro e di recessione economica è invece l'aumento della liquidità circolante e dei depositi a vista, passati dal 16,2 al 20,5 per cento del flusso totale. Complessivamente, quindi, nel 1991 le acquisizioni nette di attività finanziarie da parte delle famiglie italiane sono state pari a 230.700 miliardi, con un aumento del 10,5 per cento (14 mila miliardi) ri¬ spetto al 1990 quando il risparmio era cresciuto dell'I 1,4 per cento. I nuovi calcoli della Banca d'Italia mostrano comunque un portafoglio finanziario più equamente distribuito tra i vari strumenti a disposizione dei risparmiatori rispetto a quanto si era finora pensato. Sul fronte dell'indebitamento, le passività delle famiglie italiane sono aumentate invece l'anno scorso del 13,5 per cento (contro il 14,2 per cento del 1990), raggiungendo quota 33.800 miliardi. Il ricorso ai mutui ed ai finanziamenti a medio-lungo termine (15,2 per cento) è stato maggiore di quello riguardante i prestiti a breve (11,2 per cento). Anche il ricorso al credito al consumo - secondo l'indagine della Banca d'Italia - è stato meno forte rispetto al «boom» degli anni passati: l'aumento del ricorso a questa forma di indebitamento è stato solo del 7,2 per cento, meno della metà del 15,4 per cento del 1990. [r. e. s.] II governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Fiaz

Luoghi citati: Roma