Un identikit per gli assassini di Falcone di Foto Ansa

Un identikit per gli assassini di Falcone La polizia ha ricostruito cinque volti delle persone che avrebbero preparato la strage Un identikit per gli assassini di Falcone Dieci perquisizioni in casa di «sospettabili» Oltre mille uomini impegnati nell'inchiesta PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Testimoni, direttamente o con lettere anonime, hanno permesso ai disegnatori della «scientifica» di realizzare cinque identikit che non si sa però quanto assomiglino agli «operai» che avevano lavorato vicino al cavalcavia dell'autostrada «A 29» nel tratto fra l'aeroporto di Punta Raisi e Palermo. Erano gli uomini della mafia che hanno sotterrato le cariche di tritolo con cui è stato attuato l'attentatoi «Mai come in questa occasione - ha detto un inquirente - abbiamo ricevuto segnalazioni di cittadini. Alcuni si presentano spontaneamente, altri collaborano in maniera anonima». Polizia, carabinieri, guardia di finanza non si concedono pause. Nell'inchiesta sono impegnati oltre 1000 uomini delle forze dell'ordine, più i dieci esperti dell'Fbi che sono giunti due giorni fa a Palermo. Sui risultati, però, c'è un riserbo impenetrabile che impedisce di sapere se, appunto sulla base delle descrizioni dei tratti somatici degli attentatori, qualcuno di essi sia stato riconosciuto o sia eventualmente riconoscibile. Nella notte fra sabato e isri gli investigatori hanno eseguito una decina di perquisizioni domiciliari in case di indiziati o meglio sarebbe definirli sospettabili. Non sembra sia stato trovato nulla di compromettente e, come era già accaduto nei giorni scorsi per altri, si è trattato di gente che per sabato 23 maggio è stata in condizione di produrre alibi praticamente inattaccabili. Nel sostanziale vuoto, colmato esclusivamente dalla certezza del tipo di tritolo utilizzato (lo stesso del fallito attentato tre anni fa nella villa al mare abitata dai Falcone nella scogliera dell'Addaura in città) e ora dagli identikit, continuano a incrociarsi le ipotesi. C'è anche quella del delitto devastante con scopo terroristico, dunque a sfondo politico-mafioso. Un'ipotesi che potrebbe anche esser comune con la spietata esecuzione di Salvo Lima, il leader de siciliano, eurodeputato ed ex sindaco, assassinato il 12 marzo poco dopo aver lasciato la sua villa nel Udo di Mondello. A «caldo», l'indomani della strage Falcone, il procuratore della Repubblica e responsabile della procura distrettuale antimafia di Palermo Pietro Giammanco aveva dichiarato che un filo unico con l'omicidio Lima era possibile. Sono tornati in carcere intanto l'elettrotecnico Vincenzo Rabito e il titolare di una piccola azienda che produce sedie Pietro Scarpisi a suo tempo assolti dall'accusa di aver partecipato alla strage del 29 luglio 1983 nella quale, con un'autobomba, furono assassinati il consigliere istruttore Rocco Chinnici, il capo di Falcone, il portinaio dello stabile e tre carabinieri della scorta: anche allora cinque morti. Condannati per associazione mafiosa, Scarpisi e Rabito debbono scontare due anni e mezzo di pena residua. Per Palermo-Reggiana nello stadio della Favorita che ora alcuni vorrebbero si chiamasse Stadio Falcone, ieri pomeriggio c'è stata una commovente solidarietà. Cinque palloni aerostatici con i nomi delle vittime della strage sono stati liberati in cielo fra gli applausi e negli spalti ha primeggiato lo striscione «Lo sport è vita, la mafia è morte, noi amiamo la vita». I giocatori rosanero hanno devoluto i premi partita ai familiari degli agenti morti e il Palermo ha stanziato 100 milioni l'uno per i due bambini di Montinaro e per quello di Schifani che ha soltanto 4 mesi. Il luogo della strage è stato nuovamente attraversato dai reali d'Inghilterra di ritorno ieri mattina dalla visita ufficiale di tre giorni a Malta, che hanno fatto scalo nel porto di Palermo con il «Britannia» scortato da due fregate e che sono ripartiti da Punta Raisi alle 12,45. Elisabetta è rientrata a Londra, dopo aver ricevuto una rosa rossa dal sindaco Domenico Lo Vasco in porto con le altre autorità locali. Filippo invece ha pilotato un altro jet con il quale è andato in Turchia. Antonio Ravidà Per la prima volta Palermo sconfìgge omertà e paura Decine di testimonianze aiutano inquirenti e Fbi A fianco la manifestazione che si è svolta ieri allo stadio La Favorita di Palermo per ricordare le vittime della strage. A sinistra la piazza dedicata a Falcone a Trezzano sul Naviglio [foto ansa]