Così la sanatoria per i contributi Inps

Così la sanatoria per i contributi Inps Entro il 19 giugno le domande per il condono Così la sanatoria per i contributi Inps ROMA. Condono previdenziale al nastro di partenza. Tutto è ormai pronto all'Inps per un'operazione che interessa una larghissima platea di contribuenti ed ha modalità e caratteristiche del tutto particolari. Vediamole. Soggetti interessati Va detto innanzitutto che al condono previdenziale possono far ricorso tutti coloro che, come dice la legge, presentano dichiarazioni integrative al fisco. I «pentiti» non dovranno avere nessun timore: il ministero del Lavoro ha chiarito che lo scopo principale della norma è proprio - e soltanto - quello di incentivare la presentazione di denunce integrative al Fisco. Non ha senso dunque temere eventuali, successivi interventi degli enti previdenziali tesi al recupero di contributi dovuti, omessi e resi individuabili dalle dichiarazioni integrative. Non si può comunque far ricorso al condono previdenziale senza essere passati prima per quello fiscale. L'elenco dei «condonabili» è piuttosto lungo: innanzitutto i lavoratori autonomi (artigiani e commercianti) per la regolarizzazione di debiti riguardanti contributi per la pensione e per la malattia, per periodi contributivi sino al 31 dicembre dello scorso anno. Seguono a ruota i liberi professionisti, i cittadini non mutuati ed i lavoratori dipendenti e pensionati con altri redditi per la tassa sulla salute non versata; vengono infine tutti i datori di lavoro (con esclusione dei datori di lavoro domestico) per la regolarizzazione di tutti i contributi dovuti in relazione alle retribuzioni che si deducono dalla dichiarazione integrativa presentata al Fisco. Soggetti esclusi Restano esclusi dal condono previdenziale non solo tutti coloro che, come dicevamo, non han fatto prima ricorso al condono fiscale, ma anche quei contribuenti che lo esercitano nella forma della definizione automatica, senza cioè dichiarare esplicitamente l'imponibile da assoggettare a contribuzione. Perìodi condonabili E' possibile effettuare il condono previdenziale solo per i periodi contributivi relativi agli anni per i quali è stato richiesto il condono fiscale. Contributi condonabili L'elenco è piuttosto nutrito e si riferisce «a tutto quanto dovuto agli istituti previdenziali in relazione ai redditi o alle somme pagate ai dipendenti che risultano dalla dichiarazione integrativa». La circolare ministeriale ha chiarito che, ad esempio, per gli artigiani ed i commercianti, il condono previdenziale riguarderà l'intera differenza fra il reddito originariamente denunciato all'Inps ed il nuovo reddito complessivo dichiarato prescindendo dall'importo della regolarizzazione fiscale. In caso di evasione totale, il condono deve riguardare l'intero imponibile, compresi quindi i contributi previdenziali dovuti in misura fissa e sul minimale. Lo stesso discorso vale per i datori di lavoro: il condono previdenziale copre tutti i contributi dovuti in relazione al valore complessivo delle retribuzioni imponibili pagate ai dipendenti che si deducono dalle dichiarazioni integrative presentate al Fisco. Effetti del condono L'occasione è troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. Il condono previdenziale comporta la riduzione delle somme aggiuntive a titolo di sanzioni civili in misura pari all'8 per cento annuo, entro il tetto massimo del 40 per cento dei contributi complessivamente dovuti. In regime normale, le sanzioni possono raggiungere il 200 per cento dei contributi dovuti. Per poter beneficiare delle agevolazioni gli interessati devono presentare all'Inps, entro il 19 giugno '92, un'apposita domanda predisposta su particolari moduli distribuiti agli sportelli dell'Ente o reperibili presso gli enti di patronato e le associazioni di categoria. Ma non è tutto: il contribuente deve anche saldare i propri debiti in due rate di pari importo. Il primo versamento va fatto sempre entro il 19 giugno e la relativa ricevuta va allegata alla domanda di condono. Il saldo deve essere versato entro il 30 novembre di quest'anno. Calcolo delle sanzioni Per determinare l'ammontare delle sanzioni civili ridotte occorre far riferimento al numero di mesi interi compresi tra l'inizio del mese successivo a quello in cui scadevano i contributi oggetto della regolarizzazione e la data del 19 giugno 1992, fissata per il pagamento della prima rata. Ad esempio, se la regolarizzazione contributiva avviene con un ritardo di 9 mesi, l'aliquota è del 6 per cento; se il ritardo è invece di 4 anni e 8 mesi, l'aliquota sale al 37,333 per cento. Un'ultima raccomandazione: poiché i tempi per sistemare le partite debitorie passano attraverso due momenti diversi (condono fiscale prima e previdenziale poi) è bene non attendere gli ultimi giorni. Si potrebbe correre il rischio di fare code paurose o, peggio ancora, di restare esclusi dai benefìci. Mario Stratta

Persone citate: Mario Stratta, Restano

Luoghi citati: Roma