Svolta nella Vallèe Dc e psi fuori giunta di Stefano Mancini

Svolta nella Vallèe Dc e psi fuori giunta L'Union Valdòtaine ottiene l'alleanza del pds Svolta nella Vallèe Dc e psi fuori giunta AOSTA. Il pds diventa l'ago della bilancia della crisi politica valdostana. Dopo aver fatto parte per due anni di una sorta di governissimo assieme a de, psi, pri e al movimento regionalista adp, ora la Quercia è pronta ad allearsi con l'union valdòtaine, movimento di maggioranza relativa ma all'opposizione sia nel Consiglio regionale sia in quello comunale di Aosta. Ieri mattina la conferma ufficiale: il Comité centrai dell'uv con 149 voti su 150 incarica il vertice del movimento di trattare con il pds e con le altre forze d'accordo su un programma ancora da definire. Per la de e il psi non c'è più posto. La crisi aperta mercoledì con le dimissioni del presidente della giunta regionale Gianni Bondaz (de) e degli assessori comunali della democrazia cristiana è ormai vicina a una soluzione. Ora è solo una questione di particolari. Particolari importanti, però: come il programma, che comunque dovrà prevedere l'approvazione della legge elettorale, i rapporti tra la Valle d'Aosta e lo Stato e la crisi dell'industria; e come i nomi del futuro presidente, degli otto assessori, del sindaco e dell'esecutivo comunale. La formula uv-pds non è una novità assoluta. Cent'anni fa il movimento regionalista si alleò con l'allora partito comunista. Fu un'esperienza breve, che tuttavia aprì una lunga parentesi di potere unionista: dal 1974 fino al «ribaltone» del 1990. Ma questa volta ci saranno novità: l'union valdòtaine ha 12 consiglieri regionali, il partito democratico della sinistra 5. La maggioranza ne richiede 18, quindi ci dovranno essere altri alleati. «Siamo aperti a tutte le forze che saranno d'accordo sul programma», dice il segretario dell'uv Guido Grimod. Tutti e nessuno. In realtà la situazione è molto più chiara e definita. In maggioranza entreranno due autonomisti indipendenti e un consigliere di autonomia socialista. I dubbi riguardano pri e adp. Il pds li vuole in maggioranza: «Vogliamo dare vita a un nuovo corso politico - spiega il segretario Alder Tonino -, che preveda un rapporto paritario tra l'area della sinistra progressista e l'uv». Ma tra gli unionisti c'è chi storce il naso e ricorda il «tradimento» del 6 giugno del 1990 ad opera dei due alleati di sempre. Rassegnazione invece in casa de: «Prendiamo atto che l'uv è in maggioranza e noi all'opposizione». Lo stesso tra i socialisti: «Con l'union valdòtaine non torniamo». I due partiti resteranno in minoranza probabilmente assieme ai verdi. Da oggi trattative frenetiche per arrivare entro mercoledì, data di convocazione del Consiglio regionale per la presa d'atto della crisi, alla nuova giunta regionale. «Ma penso che non faremo in tempo - afferma Grimod -. Il primo impegno è quello di preparare il programma politico. C'è da affrontare la crisi dell'Uva Cogne, la convenzione con la Sds bocciata dalla Cee e quella in scadenza con il casinò. Sono questioni concrete, non ci sarà molto spazio per la filosofia». E in Comune? Grimod e Tonino sono d'accordo: «Aosta e la Regione sono due entità distinte. Non intendiamo fare una giunta fotocopia». Stefano Mancini Dopo due anni di governissimo la Quercia cambia sponda A sinistra: Guido Grimod segretario dell'Union Valdòtaine In alto: Alder Tonino segretario del pds valdostano

Persone citate: Alder Tonino, Gianni Bondaz, Grimod, Guido Grimod

Luoghi citati: Aosta, Cogne, Valle D'aosta