Casa Bianca, ciak a Hollywood

Casa Bianca, ciak a Hollywood In America continua la caccia dei candidati presidenziali alle star del cinema Casa Bianca, ciak a Hollywood La maggior parte degli attori si è già schierata con Clinton Ma Bush ha dalla sua parte il «Terminator» Schujarzenegger NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Il loro vero idolo era Bob Kerrey, il giovane senatore eroe di guerra che all'inizio della campagna per la «nomination» democratica prometteva molto bene. In quanto «liberal», «good looking» e compagno di Debra Winger, Kerrey era riuscito a conquistare il cuore di Hollywood come nel 1988 aveva fatto Gary Hart e come in anni ancora più lontani aveva fatto John Kennedy. Ora, scomparso Kerrey, i divi del cinema sembrano avere perso interesse nella campagna elettorale, e anche questo fatto viene visto come un'ulteriore prova della generale «disaffezione» che circonda gli attuali candidati alla Casa Bianca. Ma ciò non vuol dire, naturalmente, che Hollywood sia del tutto inerte. Anzi, negli ultimi giorni la voglia di «schierarsi» ha subito una specie di sussulto, dopo l'uscita di Dan Quayle che se l'è presa con Candice Bergen e il personaggio che lei incarna sui teleschermi, Murphy Brown, come esempio della decadenza dei valori dei «veri americani». Fra Beverly Hills, Bel Air e Malibù, cioè i sobborghi dove abitano i divi, c'è chi ha giurato vendetta contro Dan Quayle, e il risultato è stato che in pochi giorni la campagna di Clinton ha raccolto qualcosa come 750.000 dollari, quasi un miliardo di lire. Ma anche qui il «fenomeno Boss Perot» sembra farsi strada. Lui, che come si sa è miliardario e non ha bisogno di raccogliere fondi, punta solo sul valore «morale» dell'appoggio dei divi. Al momento in cui Boss Perot annuncerà ufficialmente la sua candidatura, ad appoggiarlo pubblicamente ci saranno «dai 70 ai 100 nomi riconoscibili». Quali? Il più importante sembra essere quello di Jack Nicholson. Un altro è quello del comico Steve Martin, e poi ci sono Sally Field, la mamma inquieta di «Fiori d'acciaio», Kirstie Alley, quella di «Senti chi parla», e Dennis Miller, titolare di un seguitissimo show televisivo e fino ad ora considerato «extremely liberal». Questa mossa di Ross Perot la dice lunga sulla sua «pericolosità». Per George Bush Hollywood non promette bene. A parte il furore suscitato dall'uscita di Quayle, c'è il problema che i vecchi amici di Beagan (James Stewart, Bob Hope, Charlton Heston, Frank Sinatra) non se la sentono di impegnarsi più di tanto a fianco del suo scialbo successore, e in pratica gli unici della nuova generazione su cui Bush conta sono Arnold Schwarzenegger e Patrick Swayze. Chi invece continua a «racco¬ gliere» a Hollywood, nonostante il processo delle «primarie» lo abbia ormai condannato, è Jerry Brown, indefesso concorrente di Clinton per la nomination democratica. In suo favore si sono apertamente schierati Kevin Costner, Kim Basinger, Bette Midler, Roseanne Arnold (che tempo fa si beccò il pubblico rimbrotto di Bush per avere cantato l'inno nazionale in uno stadio stonando volutamente e mimando la «gestualità» dei giocatori di baseball, tutta a base di sputi ai quattro punti cardinali e di toccatine nelle parti basse) e Carroll O'Connor, un personaggio che da decenni intrattiene migliaia di insonni con il suo programma in onda alle ore piccole. Alla resa dei conti, dicono gli esperti, il vincitore da quelle parti sarà Bill Clinton. Le ultime notizie danno per «arruolati» attorno a lui Barbra Streisand, Burt Reynolds, John Bitter, Robert Dreyfuss, e altri vengono indicati come imminenti. Ad attrarli, si dice, non è tanto il suo incerto «iiberalism», quanto il fatto che si tratta del marito di Hillary Clinton, che ha avuto il coraggio di rinnegare il ruolo di casalinga. Franco Pantarelli Dopo l'attacco di Quayle a Candice Bergen, da Beverly Hills molti fondi per i democratici Kevin Costner e Kim Basinger non esitano ad appoggiare un «outsider»: il candidato democratico Jerry Brown Jack Nicholson e Bette Midler tifano Perot e Brown. «Terminator» e Sally Field (nelle foto sotto) Bush e Perot

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