OMAGGIO A COLOMBO di Leonardo Osella
OMAGGIO A COLOMBO MUSICA OMAGGIO A COLOMBO Aspinall all'Unione e «Londra» per la Rai INCONSUETA e da non perdere la proposta di fine stagione dell'Unione Musicale mercoledì 27 alle 21 nell'Auditorium Rai. Con il complesso Carme di Milano sono impegnati la pianista Maria Isabella De Carli e il soprano e voce recitante Michael Aspinall (nella foto). Quest'ultimo, inglese di Manchester, andrebbe classificato meglio tra i cosiddetti satiristi di opera lirica, un ruolo nel quale ha già riscosso calorosi successi un po' ovunque. Il programma del concerto, che si avvale anche dell'intervento di Mariano Tufano per i costumi, vuole costituire un contributo alle celebrazioni colombiane che ormai dilagano ovunque. Si comincia con una scelta di canzoni e melodie americane per voce e pianoforte, tratte da quel vasto repertorio che circolava in quelle contrade prima che il jazz rivoluzionasse la pratica e il costume musicale. Gli autori sono Maurice Strakosch, Charles Wakefield Cadman, Ethelbert Nevin, Raymond Huntington Woodman, Daniel Emmett, Roland Farley e Victor Herbert. Seguirà un'opera nuovissima di Nicola Piovani, «Il volo di mare, preludio per dieci strumenti». E' l'autore stesso a illustrare lo spirito del lavoro, con riferimenti all'impresa marinara di Colombo: anche il suo è un viaggio, sia pure etico-estetico, «senza una mappa certa, senza uno schema rassicurante, senza bussole "pre" o "post" accademiche e senza il freno della paura del naufragio». Chiusa la parentesi navigatoria, si chiuderà la serata con uno dei lavori più «stravinskia- ni» di Stravinskij, la «Histoire du soldat». Scritta nel 1918 in un periodo in cui il musicista doveva tirare un po' la cinghia, è un'operina di scarse esigenze per quanto riguarda la mobilitazione numerica di strumentisti e attori (la partitura impe¬ gna violino, contrabbasso, clarinetto, fagotto, cornetta, tromboni e percussioni), ma non altrettanto si può certo dire delle difficoltà musicali. L'articolazione è in diciannove numeri, tra recitati e musicati: in questi ultimi, ha sottolineato Massi¬ mo Mila, «Stravinskij, abbandonato il serbatoio del folclore russo, attinge a ogni sorta di musiche prefabbricate, che però non hanno l'ingenuità originaria del canto contadino, bensì la volgarità sguaiata, la logora malizia della musica d'uso cittadino: canzonette, echi di circo equestre, marce militari, ballabili dal valzer al tango fino all'allora modernissimo ragtime». Raccomandabile anche la proposta della Rai (Auditorium, venerdì 22, ore 21) con l'Orchestra sinfonica diretta da Alun Francis e la partecipazione del pianista Sergio Marzorati. In programma due opere che ricorrono abbastanza di rado nelle sale musicali. La prima è la «Fantasia per pianoforte e orchestra» di Debussy, che nonostante la denominazione «libertaria» è accademicamente tripartita come una sonata. L'opera non fu mai eseguita mentre l'autore era in vita: anzi Debussy stesso ne impedì un'esecuzione parziale, quantunque dovesse parteciparvi come direttore il «nume» Vincent d'Indy. La seconda opera in programma è la «Sinfonia n. 2» di Ralph Vaughan Williams. Si tratta dell'esponente più in vista della scuola inglese e questa sinfonia, sottotitolata «Londra», ce ne mostra soprattutto l'aspetto di sagace strumentatore. L'autore utilizza motivi tipo il Big Ben, una canzonetta marinara, l'imitazione di una armonica a bocca (strumento per il quale Vaughan scrisse persino una «Romance»). Leonardo Osella
Luoghi citati: Londra, Manchester, Milano
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