VOTI IN CORSO AL LIGOTTO

VOTI IN CORSO AL LIGOTTO VOTI IN CORSO AL LIGOTTO DLTIMO tagliando per votare al nostro referendum: chiuderemo le urne sabato 30 alle ore 12. Alle schede via posta aggiungeremo quelle raccolte al Salone del libro, presso lo stand de La Stampa (n. 144). Proprio al Lingotto le parole più amate e più odiate dai nostri lettori sono state al centro di un dibattito con Gian Luigi Beccaria, Beniamino Placido, Stefano Bartezzaghi, Lorenzo Mondo, Giorgio Calcagno, Nico Orengo. Si continuerà a votare domenica sera anche a «Babele»: ospite di Augias sarà l'attrice Marina Malfatti, Rai Tre, ore 22,50. Nel prossimo numero di Tuttolibri pubblicheremo un'ultima antologia di scelte e commenti; in quello successivo la classifica definitiva. Intanto, ecco alcuni altri voti pescati tra le 500 schede della settimana. SIRltiA FOOUA Bello imbecille La scrittrice Serena Foglia, studiosa di astrologia, dice sì a IMBECILLE perché «ha un suono rotondo e più bonario di idiota e meno volgare di scemo»; non vuole A PRESCINDERE: «A forza di accantonare, eccettuare, tralasciare, omettere, la confusione trionfa». VALENTINO ZMCH1N Meglio la morte Il poeta Valentino Zeichen ama MORTE, «è la parola che vuole avere sempre l'ultima parola». Odia IMMORTALITÀ': «E' la parola che mente sempre, se la richiesta di eternità le viene posta da una qualsiasi vita iscritta su materiale organico». BIANCA PfTZORHO Fedeli a se stessi Bianca Pitzorno, una delle autrici più amate nella letteratura per l'infanzia (tra i suoi bestseller, la storia di Lavinia e il recente Ascolta, il mio cuore) vota FEDELTÀ': «Perché fedeltà a se stessi, alle proprie idee (ideali) alle scelte di vita, agli impegni assunti, agli amici, agli amori. Come termine che abbraccia e comprende coerenza, lealtà, sincerità, responsabilità». Odia PRESTIGIOSO, perché «suggerisce che il prestigio nasce dalla possibilità di spendere, sperperare. Viene usata per definire status symbol detestabili. Odio chi compra un appartamento o una barca perché prestigiosi. Ritengo più onesti i prestigiatori, che dichiarano a priori di effettuare un inganno, di propinare una menzogna». ARMANDO TORNO Forse, un amore La parola che Armando Tornò, responsabile del supplemento culturale del Sole 24 Ore, ama di più «non è un nome, né un verbo, né un pronome (oggi va tanto di moda "io") bensì un avverbio: è FORSE. Mi sono abituato a metterlo sempre davanti alle cose in cui credo o che incontro. E' adattissimo per vivere meglio, è discreto, attutisce, mi riporta sempre al dubbio. Che è il vero amico di ogni pensiero». La parola che invece odia maggiormente? «Ce ne sono tante - nponde Armando Torno -: sono tutti gli ANGLISMI che vengono continuamente pronunciati dalla bella gente o da quella che si crede tale. Li trovo indisponenti e amo coloro che li sostituiscono con il corrispettivo italiano». PIAN FRANCO LOTTI Gergale pallocrate L'autore del Dizionario degli insulti (che pubblica ora, sempre da Mondadori, un Dizionario delle parole gergali. Le parole della gente) ama PALLOCRATE: «di geniale conio studentesco, probabile frutto di incrocio tra palloso "insopportabilmente fastidioso" e autocrate. Nulla di meglio per indicare "la persona di mentalità sorpassata, insensibile al mutare dei tempi e alle aspirazioni della gente di buon senso, che occupa posizioni più autoritarie che autorevoli nella cultura e nella politica; chiunque grava sul pubblico (e spesso sull'intera società) con discorsi prolissi, inconcludenti, vuoti». La parola che meno gli piace è QUIZ: «perché trattasi a quanto pare di una forma abbreviata della voce angloamericana inquisition che vale inchiesta, indagine, ma evoca inquisizione. Credo che i quiz siano stati inventati dai pallocrati, da coloro che parlano e non lasciano parlare, che presumono, attraverso le brevi risposte fornite o le crocette segnate in apposite caselle di valutare capacità, cultura e personalità del prossimo». Ultimo tagliando del nostro referendum per scegliere le parole più amate e più odiate Domenica a «Babele» c'è Marina Malfatti L ' aUrice Marina Malfatti vota domenica a «Babele» conAugias, Rai Tre, h. 22,50