Naufraga con me a San Francisco

Naufraga con me a San Francisco Nella capitale del terribile morbo, fra la gente che va a morire per strada Naufraga con me a San Francisco / dannati dell'Aids si sfogano contro il mondo ~rT\ SAN FRANCISCO L< ONO certamente pazzi, i v quattro o cinque uomini 1 | sui trent'anni che stanno nZJ accoccolati per terra, su una sudicia coperta di lana, sfilacciata, davanti a un sontuoso portone privato, qui sulla strada più lussuosa di San Francisco: giallastri, con la pelle striata come se si fossero dipinti, gli occhi chiazzati, le bocche sdentate, ridono del riso isterico dei morituri; hanno poggiato per terra un cartello con la scritta: «Aids virus», e una ciotola perraccogheré le offerse'di chi passai E| per-: temente pazzo anche l'altro uomo che, a venti metó3ure,lhu, steso per terra, su un sacco a pelo, parla ad alta voce, rabbioso, come se fosse impegnato a litigare con se stesso, e ogni tanto lancia un insulto a chi, costretto a passare sul suo marciapiede, lo scavalca; il suo cartello reca una sola parola, «Cancer», ma lo tiene discosto, come se non lo riguardasse, lui ha altro da fare: continua nervosamente a sfogliare, avanti e indietro, con osceni gridolini di gioia, una rivista porno. Sono sulla Union Square, la piazza degli affari, all'incrocio con la Stockton Avenue. Dall'altra parte della strada arriva un uomo vestito bene, troppo bene, come se andasse a una prima musicale, e ci va infatti, solo che non è uno spettatore ma un attore: sceglie il tratto più pulito e visibile del marciapiede, stende per terra un tappetino rosso, ci si piazza in mezzo, si raschia la gola due o tre volte, come fanno i tenori, e tenendo la mano destra appoggiata sul petto, come se lì avesse qualcosa di molto prezioso, alza la faccia al sole e canta, salendo con la voce ai toni più alti che può, «Ave Mariiiia»: Schubert. La gente si blocca, come davanti a una scena dell'altro mondo. Lui non abbassa mai la faccia, procede per conto suo, potente e indifferente. Serio, calmo, silenzioso, un ragazzo sui vent'anni avanza intanto da questo lato, si mette accanto ai moribondi di Aids, e si ferma in piedi: è un uomo-sandwich, sul petto e sulla schiena porta un cartello con cui spiega ai quattro-cinque malati che se stanno morendo è colpa loro, perché sulla «fornication» si stende la maledizione di Dio, il quale raccomanda a ciascuno di noi di arrivare vergine al matrimonio e di usare il sesso solo per procreare, nient'altro. Trenta metri dì inferno Qui, su un tratto di strada della lunghezza di trenta metri, stan raccolti i più espliciti esempi della malattia del nostro tempo: la sindrome del naufrago. M'è capitato una volta di parlare a Venezia con uno scrittore sovietico (adesso si dirà chirghiso) tradotto anche da noi, Cingiz Ajtmatov, il quale amava ripetere un concetto: cosa fa il naufrago in mezzo al mare vuoto? s'attacca alla pagliuzza. Qui, in quest'angoletto di una strada fra le più belle del mondo, quattro malati di Aids raccolgono le miserabili offerta della gente distratta, un dollaro, un quarto di dollaro: come se dovessero comprare, come se dovessero spendere: pagliuzze, da stringere fra le dita per non sentirle vuote; un malato di cancro cerca immagini porno ancora capaci di fermare l'occhio che fra poco non vedrà più nulla: per vedere la vita, per non vedere la morte; un cantante intona a squarciagola una canzone sacra come un discorso; la pagliuzza per «salvarli»; un mili-' tante di qualche esercito della salvezza porge in silenzio un vademecum per la castità: una pagliuzza stesa sul binario per bloccare la locomotiva impazzita del mondo. Lo guardo, e capisco che è un quadro permanente: lo può vedere chiunque, se capita a San Francisco, lungo la Stockton, lungo la Market, in qualsiasi fine settimana. Immersi nel flusso umano «Qui i malati di Aids irrompono nei teatri dove si tengono le prime, e schizzano sangue infetto sugli spettatori» avverte la guida italiana della California, appena uscita nella rivista Meridiani, «e magari si tratta dei loro benefattori, che hanno organizzato quella serata per raccogliere fondi e aiutarli». Proprio questa è la sindrome del naufrago: sta annegando, se gli passi vicino il suo istinto è di prenderti e trascinarti giù. Perciò gli inesperti di nuoto muoiono a coppie: uno affoga, l'altro accone e viene affogato. Infettando gli alto-borghesi delle prime teatrali, i malati di Aids fanno come quelli a cui non importa di morire purché il mondo muoia con loro: uccidendo la gente-bene uccidono la vita nella sua forma più vivibile. La città, dove il quaranta per cento degli scapoli è omosessuale, dove non c'è bar che non rechi sul retro della porta il cartello «Aids walk in San Francisco», lo sa e ne tien conto: per questi morituri ha allestito una tendopoli nel Civic Center, che è un complesso di vie e piazze centralissime, col Municipio, la Biblioteca, il Museo: ma da lì i malati fuggono, e vengono a stendersi sulle strade che portano all'Union, al Fischerman Warf, all'Embarcadero. Perché? Qui c'è un'altra manifestazione della sindrome: prima di morire vogliono vivere, e cioè sentire il contatto di tutti, immersi nel flusso umano dalla mattina alla sera, addormentarsi sentendolo, svegliarsi ritrovandolo. Alla sera spostano il loro sacco a pelo di un metro e mezzo, lo fanno rientrare in qualche androne, e lì si appisola- no. Gli handicappati ripiegano le sedie a rotelle, e le appoggiano al muro, dietro la testa. Tutte le strade di San Francisco attraversano Market Street, che è la principale arteria della città: sotto vi corrono, parallele, tre linee di metrò. A un incrocio della Market scorgo tra gli altri un ragazzo con orecchini scintillanti, nervoso, agitato: appena il semaforo diventa verde lui avanza diritto, e così va ad urtare in pieno il gruppo che viene in senso contrario. E' come una boccia che rotola sui birilli. Qualcuno cadrà. Eccolo infatti: il ragazzo gli sbatte sul petto, al momento dell'impatto allunga le mani sicché il contatto non è uno scontro ma uno spintone. L'investito, un uomo sui cinquanta, sbatte a terra di schiena. Si rialza mentre 1;utti, particolarecu-, rioso, da America e non da Europa, proseguono per i fatti loro. L'investito guarda l'investitore con paura, si gira e se ne va. L'investitore lo squadra con odio, gli sputa sulla nuca. L'investito si pulisce senza voltarsi e si dilegua. Cos'è accaduto? Guardo il ragazzo che se ne va, avrà vent'anni, frenetico e ci scorgo i tic del tossico. Sta male, e aggredendo e insultando esporta il male da sé, lo scarica sul mondo. C'è anche il naufrago che muore urlando e bestemmiando. Ferdinando Camon Ti guardano con odio, ti insultano, ti aggrediscono. Se gli passi vicino il loro istinto è di trascinarti giù Irrompono nei teatri e schizzano sangue infetto sugli spettatori Due gay si baciano durante una manifestazione omosessuale a San, Francisco. In alto, nell'immagine grande, la sfilata lungo le vie della citta. Nella foto piccola, un dimostrante arrestato dalla polizia

Persone citate: Cingiz Ajtmatov, Ferdinando Camon, Meridiani, Schubert, Stockton

Luoghi citati: America, California, Europa, San Francisco, Venezia